Una ricerca dell'Iamc-Cnr
Il Tirreno si riscalda ma non troppo
Tra le attività della spedizione c'è la caratterizzazione di microrganismi adattati alla vita degli ambienti marini profondi, che potrebbero avere applicazioni in ambito industriale e biotecnologico
Come agisce il cambiamento climatico globale sugli ambienti marini profondi? Quali nuovi pesci esotici popolano il Mar Mediterraneo? Quali sono la struttura e le caratteristiche biologiche delle montagne sottomarine? Sono solo alcune delle domande a cui vuole rispondere Sub1 (Sur un bateau1), la prima campagna oceanografica multidisciplinare organizzata dal Ciesm (Commissione internazionale per l'esplorazione scientifica del Mar Mediterraneo), che si è appena conclusa a bordo della nave oceanografica Universitatis del Conisma (Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare), con la partecipazione dei ricercatori della sezione di Messina dell'Istituto per l'ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr e il contributo del Ministero per l'Ambiente e la tutela del territorio.
Interessanti i risultati già emersi sulla temperatura dell'acqua di superficie del Tirreno meridionale, che ridimensionano i timori in merito ad un suo possibile surriscaldamento: «Nonostante il caldo che ha caratterizzato la nostra area nel mese di luglio, la temperatura degli strati superficiali dell'acqua (fra i 2 ed i 5 metri di profondità ) non supera mai i 28 °C e raggiunge questo valore massimo solo entro i 2 metri di profondità e in una zona molto limitata – riferisce Laura Giuliano dell'Iamc-Cnr, consulente scientifico della Ciesm –: I primi dati elaborati mostrano che l'area studiata è caratterizzata da un'idrologia particolarmente complessa e interessata dalla presenza di strutture cicloniche e varie, più piccole, ad andamento anticiclonico».
La ricercatrice del Cnr spiega anche i fattori che hanno determinato la scelta dell'area del Tirreno centro-meridionale. «Si tratta – dice – di una zona poco conosciuta; solo di recente l'Iamc, assieme all'Istituto di scienze marine, sempre del Cnr, hanno intrapreso studi di cartografia di una parte del suo fondale da cui sembrano emergere grosse discontinuità , che richiedono ricerche più approfondite e l'uso di strumentazioni sofisticate. Quest'area, inoltre è in diretta continuità con il Canale di Sicilia, che costituisce un confine biogeografico per l'espansione di specie marine "esotiche" di provenienza indo-pacifica, favorita forse anche dalle variazioni termoaline (di temperatura e salinità ) dell'area, registrate da studiosi della sezione di La Spezia dell'Ismar-Cnr e dell'Università Parthenope di Napoli».
La zona prescelta è anche un punto chiave per lo studio delle dinamiche e degli scambi delle masse d'acqua e dei flussi biologici tra il bacino orientale e quello occidentale del Mediterraneo; ha, infine, un fondale molto variegato, con montagne sottomarine che costituiscono vere oasi di biodiversità . Tra le attività della spedizione c'è la caratterizzazione di microrganismi adattati alla vita degli ambienti marini profondi, che potrebbero avere applicazioni in ambito industriale e biotecnologico.
(Fonte Cnr)