9.08.2005
Se qualcuno dice che De Benedetti non ha retto all'assalto mediatico, ebbene, forse ha ragione.
Non è moralmente accettabile che uno dei finanzieri più in vista e formalmente impegnato a contrastare illegalità e ingiustizia, dimenticando totalmente i principi della finanza etica, si metta in affari con colui che Sylos Labini ha definito ''più che un corrotto un corruttore''.
Poi di fronte allo sgomento, o alle pilatesche prese di distanza (quello che fa privatamente non ci riguarda) di tutto un qualificato mondo politico che include intellettuali, associazioni, e pubblicazioni prestigiose che a lui fanno riferimento, di fronte non a un assalto mediatico, ma a una chiara e preoccupata presa di distanza, dice: scusate tanto, mi sono sbagliato.
No, non si può sbagliare così: andare a cena con Berlusconi e poi specificare che: ''non abbiamo parlato di politica o di editoria'', (ma allora ci sorge un grave dubbio: di che hanno parlato, e perchè).
Forse c'era la speranza che facendo l'operazione in piena estate nessuno, nemmeno i mercati, si sarebbero accorti dell'indecente mesaillance?
Fare il plateale passo indietro per dire a tutti: che bravi, mi avete fatto riflettere, non si devono fare affari così indecentemente bipartisan, non ci fanno dimenticare le notevoli plusvalenze realizzate il giorno dopo l'annuncio.
Aveva ragione Cordero quando disse che il peggior danno di questo governo è la corruzione delle coscienze.
Simona Giovannozzi - Communitas 2002
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