11.08.2005
A tarda notta passa all'unanimità l'atto con il quale si inverte la tendenza sul rigassificatore La Regione ha detto «No» La mozione impegna Vendola ad atti formali di revoca All'unanimità il Consiglio regionale ha approvato la mozione - primo firmatario il presidente della commissione Ambiente, Pietro Mita - con la quale «il Consiglio Regionale della Puglia impegna il Presidente della Regione ad assumere tutte le iniziative finalizzate ad adottare atti formali di annullamento o revoca dei provvedimenti di assenso all'impianto di rigassificazione in precedenza espresso dalla Regione Puglia, ovvero a promuovere ogni genere di intervento mirato alla risoluzione delle intese sottoscritte dalla Regione Puglia con lo Stato». Ed il Consiglio, ancora, nella mozione, impegna il presidente «a riconsiderare insieme al Comune e alla Provincia di Brindisi, le scelte adottate in materia economica e di risanamento ambientale, in direzione di un nuovo sviluppo diverso da quello conosciuto dalla Provincia di Brindisi in questi ultimi decenni». La mozione, che recava anche la firma del consiglieri regionali brindisini Cappellini, Montanaro e Romano, di Manni, nonchè dei capigruppo Sannicandro (Prc), Maniglio (Ds) e Saccomanno (An), poneva a base del proprio percorso logico l'osservazione che «il Consiglio Comunale e il Consiglio Provinciale di Brindisi sono autonomamente impegnati a perseguire una programmazione economica, territoriale e le linee di sviluppo diverse da quelle del passato che hanno determinato costi alti e non più sostenibili sul piano occupazionale, economico-sociale, ambientale e su quello riguardante la stessa salute dei cittadini» e che proprio tali enti locali «si sono pronunciati all'unanimità contro l'impianto di rigassificazione, in quanto oltre ai problemi irrisolti della sicurezza è incompatibile con i progetti di programmazione e di sviluppo autonomamente scelti e perseguiti dagli organi dei due governi locali». Non solo: osservano come tali scelte mettano in discussione le procedure che hanno portato al decreto di autorizzazione del 21 gennaio 2003 e come la Regione aveva «espresso assenso alla localizzazione» del rigassificatore. E si osserva ancora come tutto era avvenuto in un periodo nel quale le modifiche costituzionali avevano ampliato la competenza degli enti del territori in maniera di energia, tanto da attribuire anche alla regione, in tema di volontà concorrenti la titolarità «del potere di autotutela». E dunque la mozione osserva: «il Governo centrale non ha tenuto in alcun conto la volontà democraticamente espressa dalle Autonomie Locali in merito al rigassificatore, espropriandole del loro ruolo di programmazione e di indirizzo nelle scelte economiche». E quindi l'impegno per il presidente Vendola di adottare i provvedimenti di annullamento o revoca. «A conclusione del dibattito - dice una della Regione - il presidente Vendola ha sottolineato "l'importanza del provvedimento giuridicamente impegnativo e politicamente rilevante. Brindisi, ha sostenuto il presidente Vendola, è la capitale europea delle patologie ambientali". Vendola - prosegue la nota - ha inoltre sottolineato che sulla questione "c'è stata una grande unità tra popolazione ed istituzioni che ha superato anche le reciproche diffidenze" ed ha ricordato, infine, la sottoscrizione di un protocollo d'intesa su Brindisi Città d'Acqua congiuntamente al sindaco Mennitti ed al presidente della Provincia Errico». «Il voto unanime della mozione - ribadisce il primo firmatario ella stessa, Pietro Mita -, l'impegno assunto a conclusione del dibattito dallo stesso presidente Vedolma, rappresentano una manifestazione concreta di sostegno agli Enti locali ed ai Movimenti brindisini da parte della Regione Puglia. Attraverso la mozione e il voto unanime - aggiunge - è stata espressa la volontà autonoma dell'Istituzione regionale di mettere in discussione la precedente adesione da parte di Fitto all'impianto di rigassificazione a Brindisi. La mozione impegna il Presidente Vendola ad adottare atti formali per giungere alle revoca del suddetto assenso - ha detto ancora .- É una prova di coraggio e di autonomia da parte della più alta istituzione pugliese nei confronti del governo centrale che insiste nel volere il rigassificatore a Brindisi contro le volontà del Comune e della Provincia di Brindisi e di gran parte della popolazione del brindisino». Ed in serata anche le associaizoni del fronte del «no» si sono fatte sentire. «Di questo risultato siamo fortemente soddisfatti perché si evidenzia sempre più l'ampia volontà politica di far intraprendere al territorio brindisino una nuova strada, l'unica possibile verso uno sviluppo che valorizzi e sfrutti al meglio le sue potenzialità », dicono e ribandendo che si continuerà a vigilare «sino a quando tutte le autorizzazione concesse non saranno revocate», concludono: «Governo e Brindisi Lng ne prendano responsabilmente atto». Angelo Sconosciuto Gazzetta del Mezzogiorno
|