2.09.2005
Prostituzione minorile, Livia Turco incalza il Governo. Don Benzi: "puniamo i clienti" Sono poco più che bambine. Passeggiano sui marciapiedi, di notte e di giorno, soprattutto nelle grandi città ma non solo. Alcune timorose, poco consapevoli del loro ruolo. Altre più scaltre, si propongono disinibite ai clienti. Sono le baby prostitute, ultimo fenomeno raccapricciante nella vendita di carne umana. In Italia sarebbero almeno duemila le minorenni che si prostituiscono. Ma si tratta di un dato destinato a crescere. Il motivo è semplice: la domanda di sesso è cambiata. Ora piacciono le ragazzine. Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds, lancia il progetto di una crociata umanitaria per salvare le giovanissime. "I dati parlano di una cifra che cresce, anche perché la criminalità sceglie le ragazzine in quanto sono il soggetto più debole, quello che può anche aggirare le leggi che abbiamo fatto. Non si può restare indifferenti". Le minorenni sono soprattutto straniere dei paesi dell'Est: vengono portate in Italia, con la forza o con l'inganno, e messe sulla strada. Ma sempre più spesso le ragazzine lavorano anche all'interno di case private. Tredici, quattordici anni. E c'è chi parla di casi estremi, in cui la prostituta arriva appena a 7 anni di età . Don Oreste Benzi, fondatore dell'associazione Papa Giovanni XXIII, da sempre impegnato nell'aiuto alle donne straniere ridotte in schiavitù, non crede ad una prostituzione scelta liberamente e cita l'esempio di Rimini, dove il questore, da anni, ha avviato una campagna per liberare le ragazze schiavizzate. “500 ragazze liberate, 150 magnaccia, negli anni, consegnati alla giustizia e da Rimini, dalle strade, è scomparsa la prostituzione. Così si vince la prostituzione. Se questo venisse fatto in tutte le 110 province d'Italia - si chiede Don Benzi - allora dove sarebbe più la prostituzione?”. Il dilagare della prostituzione minorile è il segnale che si tratta di un fenomeno ben radicato nella realtà italiana, che coinvolge tante famiglie, tanti uomini, che sono anche mariti e padri. “Il governo convochi subito i sindaci, le associazioni di volontariato, perché queste ragazzine siano coinvolte, contattate dagli operatori sociali, per dare loro il permesso di soggiorno e offrire un'opportunità di reinserimento nella società ", spiega Livia Turco. “Un'altra via – suggerisce Don Benzi - è quella di punire il cliente. Il cliente è il principale collaboratore del racket e dei criminali: è lui che li paga, comprando il corpo di una donna".
Welfare Italia
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