9.09.2005
Amnesty International (sezione italiana)
Gli Stati Uniti hanno rifiutato gli aiuti umanitari offerti da Fidel Castro dopo il passaggio sul territorio americano dell'uragano Katrina. L’offerta di "oltre millecinquecento medici e diverse tonnellate di medicinali", voleva essere un atto di generosità assolutamente "non politico" e non legato ad una richiesta di interruzione dell'embargo che da decenni strangola l'economia dell'isola. Il silenzio della Casa Bianca è stato rotto ieri che ha messo in chiaro che "Castro farebbe meglio ad offrire la libertà al suo popolo piuttosto che aiuti agli Stati Uniti". Eppure, solo pochi giorni fa il segretario di stato americano Condoleeza Rice aveva riferito che l'amministrazione statunitense non avrebbe rifiutato "nessuna offerta volta ad alleviare la sofferenza della popolazione nelle zone colpite". Da Amnesty International viene espressa profonda preoccupazione per le vittime dell’uragano lasciate per giorni in una situazione sempre piu’ disperata e insicura. Visto che le autorita’ non hanno saputo garantire che i diritti umani di base (cibo, acqua, riparo e cure mediche adeguate) venissero tutelati nel modo e con la velocita’ che la situazione avrebbe richiesto all’indomani del disastro;
Amnesty ha notato con preoccupazione che migliaia di persone intrappolate in un centro congressi e in altre sistemazioni di fortuna sono rimaste in balia di bande armate e a rischio di essere stuprate, accoltellate e uccise. L’organizzazione per i diritti umani chiede l’apertura di un’inchiesta completa e indipendente per chiarire se le autorita’ avrebbe potuto fare di piu’ per assicurare la salvezza delle persone colpite e capire cosa dovrebbe essere fatto per facilitare la loro ripresa.
"La Fema è venuta ed ha tagliato le linee telefoniche d'emergenza": l'accusa viene da Aaron Broussard, presidente di una parrocchia protestante a New Orleans. Broussard ha aggiunto di aver dovuto chiamare lo sceriffo per riconnettere le linee, e lo sceriffo ha lasciato un corpo di guardia armato perché la Fema non tagliasse di nuovo le comunicazioni. La Fema è la protezione civile USA, ma evidentemente stava "proteggendo" la Casa Bianca dal flusso di notizie tragiche. La sola risposta che Bush sa dare alla più grande sciagura della storia americana è di tipo bellico. Nella prima azione, sono stati uccisi dai soldati americani a New Orleans cinque lavoratori a contratto del governo che stavano andando a riparare la diga distrutta. Erano armati per la loro sicurezza, e sono stati scambiati per saccheggiatori. Rispetto alla diga il Genio militare aveva chiesto anni fa nuovi fondi per la manutenzione dell'argine e delle stazioni di pompaggio. La Casa Bianca aveva risposto tagliando i fondi al corpo genieri di New Orleans di 71 milioni di dollari, il 44 % del budget. In questa crisi sociale, ecologica ed economica chi ci guadagna sicuramente è la Halliburton, la società diretta dal vicepresidente Dick Cheney che si occuperà della ricostruzione di New Orleans. Secondo un censimento ancora parziale, risultano “scomparse” 29 piattaforme petrolifere (3 più di quanto registrato solo il giorno prima) e 4 torri di trivellazione, mentre altre 29 (e 16 torri) risultano gravemente danneggiate. Nel frattempo si tenta di riavviare l'estrazione del petrolio e la produzione nelle raffinerie. Ma solo il 30% dei pozzi nella zona colpita da Katrina è per ora in grado di rispondere all'appello, il che si traduce nella perdita di un milione di barili al giorno, oltre a un 54% di gas in meno per il mercato interno. Per la prossima settimana è previsto il riavvio di alcune raffinerie che potrebbero dare distillati pari al 5% del consumo Usa. Un quadro preoccupante che si aggiunge ai tanti guai di un mercato petrolifero già molto teso. [AT]
Fonte: http://unimondo.oneworld.net/article/view/118529/1/
mt
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