13.09.2005
Dal 16 al 18 novembre si terrà a Tunisi il Vertice mondiale sulla società dell' informazione (Wsis). Ma non si può dire certamente che il paese ospitante sia rispettoso del diritto a un’informazione libera. Il ‘Tunisia monitoring group’, un gruppo composto da 12 associazioni appartenenti a Ifex (International Freedom of Expression Exchange), la rete che raggruppa le principali associazioni impegnate nei vari paesi del mondo nel campo della libertà di espressione, ha lanciato un nuovo rapporto dettagliato sullo stato della libertà di espressione. “Le critiche riguardano in particolare il fatto che il paese che ospita il vertice continui a violare significativamente la libertà d’espressione e i diritti umani in generale. La prima richiesta rivolta al presidente Ben Ali dai partecipanti al summit di novembre, è dunque relativa alla sospensione del blocco dei siti web che pubblicano notizie e informazioni critiche nei confronti del governo tunisino tra cui kalimatunisie.com, tunezine.com, tunisnews.net e reveiltunisien.org’’. Lo scorso 7 settembre 2005 sarebbe potuta diventare una data storica per la professione giornalistica in Tunisia. Era la data scelta dai fondatori del Sindacato dei Giornalisti Tunisini per la nascita, a Tunisi, della loro rappresentanza di categoria. Ma il governo tunisino ha deciso che il sindacato non può nascere per motivi di “sicurezza nazionale”.
Le autorità tunisine hanno fatto sapere che il Sindacato dei Giornalisti è “un'organizzazione legale ma sconosciuta”. Anche se la legge tunisina non ritiene necessaria un'autorizzazione legale preventiva nei confronti di un sindacato che vuole formarsi, ma la legislazione di sicurezza nel Paese prevede un controllo preventivo rispetto ai fini di un'associazione che vuole costituirsi. Quindi le autorità hanno bisogno di tempo per indagare la natura di questo gruppo e, fino a quando non saranno finite le indagini, il Sindacato dei Giornalisti tunisini non può vedere la luce. Dopo il sindacato dei giornalisti il ‘giro di vite’ arriva anche sulla Lega diritti dell’ uomo (Ltdh). Il 9 settembre le autorità tunisine hanno impedito il sesto congresso della Ltdh. Per questo una quarantina di associazioni hanno diffuso un documento dove denunciano “il progressivo degrado del clima generale delle libertà in Tunisia a due mesi dal Summit’’. Nel documento viene lanciato un appello ai governi che si riuniranno a Tunisi nel novembre prossimo a sottolineare la gravità della situazione e a fare pressioni affinché Il governo tunisino rispetti i suoi doveri e impegni internazionali. Sihem Bensedrine, dell'organizzazione OLPEC (National Council for Tunisian Freedom) ha affermato che ospitare nel suo paese, la Tunisia, la seconda fase del WSIS a Novembre 2005 aiuterà il popolo tunisino a capire l'importanza del loro diritti a comunicare e incoraggerà anche la lotta ai cambiamenti nel settore della comunicazione del nostro paese”. [AT] Fonte: LSDI-Libertà di stampa Diritti all'informazione
Tratto da: http://unimondo.oneworld.net/article/view/118704/1/
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