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Via Quaranta: non si può giustificare tutto |
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13.09.2005
«La scuola di via Quaranta, cosi com´è, non può esistere - afferma il
prefetto di Milano - È fuori dalla legge e non è solo un problema di
agibilità della sede, ma di contenuti didattici e di modelli educativi».
Nella discussione sulla scuola di via Quaranta a Milano, ho colto accenti
assai diversi.
Da un lato si fa riferimento alla questione senza dubbio
problematica della piena partecipazione alle attività della scuola pubblica
degli studenti stranieri, dove iniziative veramente eccellenti(alcune)
convivono con indifferenza e routine burocratica (molte): tutti insieme
tutti eguali, ma senza nessuna attenzione alla specificità e particolaritÃ
di questi allievi (nulla di più ingiusto di fare parti eguali tra
diseguali..).
Una situazione di marginalità che può giustificare la nascita
e lo sviluppo di scuole private sponsorizzate da stati stranieri o di tipo
confessionale che del resto esistono non solo nel nostro paese, ma anche in
tutti gli stati occidentali per salvaguardare lingua, radici culturali e
religiose.
La legittimità di simili scelte è indiscutibile per dei
democratici.
La questione che si pone non è questa, ma quella assai più
delicata dei contenuti didattici e dei modelli educativi. Sarei quindi
interessato a conoscere (se qualche interlocutore è in grado di riferirli
con precisione) quali essi fossero nel caso della scuola di via Quaranta.
Da
quel che si legge sulla stampa e si desume dalle dichiarazioni delle
"autorità " saremo di fronte ad un insegnamento in cui l'attenzione
identitaria alle lingua ed alle radici religiose è fondata su una radicale
contrapposizione all'occidente con un ripetuto richiamo alla "guerra santa
contro gli infedeli" come elemento costitutivo di qulla identità e di quelle
radici.
Se così fosse, come valutare la presenza di tali insegnamenti?
Considerarli elementi simbolico/culturali che appartengono ad una tradizione
e quindi non dargli peso? All'opposto prenderli sul serio e considerarli
pericolose minacce al nostro sistema di valori e di organizzazione sociale e
politica e quindi proibirli? Questo credo vada discusso e valutato.
Insomma mentre lavorariamo perchè la scuola pubblica sia in grado di
accogliere con un'organizzazione adeguata gli studenti stranieri e di
favorire il loro apprendimento, non possiamo liquidare la questione dei
contenuti didattici e dei modelli educativi della scuola di via Quaranta
come una questione di censura ideologica.
O almeno ci vogliono buone ragioni
per farlo. Desidererei conoscerle.
Per quanto mi riguarda rimango convinto che il relativismo culturale che
tutto approva e giustifica sia una pericolosa iattura che predispone a
disastri.
Massimo Negarville
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