18.09.2005
Questo è l'anno in cui la Sicilia racconta più che mai. L'anno in cui Noto celebra il primo anniversario del riconoscimento Unesco degli otto comuni del sud-est. L'anno del paesaggio, a cui Italia Nostra ha affidato il suo programma sociale, e la Regione Sicilia addirittura un festival. Il Grand Tour è avanti, come un superbo bastimento, a vele spiegate, chiama a raduno viaggiatori e non più turisti. Goethe ha lasciato il suo testamento morale che, dentro e su i nostri luoghi da Siracusa e verso il lembo orientale dell'isola, tuona ancora: “Non si può dire di aver visto l'Italia senza la Sicilia”. Non solo mare, sole e un po' di archeologia, l'emblema siculo va oltre, tant'è non solo il cinese Zhang Huan, nome di spicco del panorama artistico mondiale, in vetrina nelle preziose stanze del Teatro Vittorio Emanuele, non solo Guccione a Modica. Il Grand Tour riconosce l'imprimatur della terra dai chiarori decisi, dalla luce spigolosa e insolente, dalle vedute azzurre, ampie, disarmanti. Siracusa riscopre il nuovo volto della Sicilia, che passa dall'agricoltura innovativa, alle carraie, dai muri a secco alla zootecnica ai siti patrimonio dell'Umanità . E' questa la vera, straordinaria rivoluzione, senza ponti e infrastrutture, se non ideali, ponti culturali semmai, viatici dell'identità . [...]
Veronica Tomassini su La Sicilia:
http://www.lasicilia.it/giornale/1809/siracusa/sr09/a01.htm
mt
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