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Ron Kubati, impegno e poesia albanese
19.09.2005
Flavia Capitani per ilPassaporto.it. “Una continua ricerca dell’altrimenti nell’altrove”. Così Ron Kubati, scrittore e giornalista, nato a Tirana nel ’71, definisce la sua vita. Con straordinaria lucidità e con un filo di emozione spiega che “la necessità di cambiamento che spinse molti miei coetanei a fuggire dall’Albania dopo la caduta del regime aveva radici lontane. Nasceva nei cinquant'anni precedenti, in quella promessa di ammodernamento del Paese fatta dal Partito comunista subito dopo la seconda guerra mondiale e poi totalmente tradita. Ognuno di noi, per proprio conto, appena vide la possibilità di fuggire verso i luoghi dove quelle aspirazioni si erano concretizzate, scappò. E su quelle prime navi che salpavano verso l’Italia ci ritrovammo in migliaia”.

Il ricordo di quel viaggio, le sensazioni e le emozioni, Kubati li ha raccolti nell’ultimo capitolo del suo primo romanzo, dal titolo eloquente: Va e non torna (edizioni Besa). Nel libro racconta la storia di Elton, studente albanese che si confronta con la vita quotidiana in un Paese ancora estraneo, l’Italia, e parallelamente ripercorre il proprio passato in Albania. Un romanzo che si conclude proprio con il momento della partenza della nave verso un orizzonte ancora invisibile e indefinito. “Ancora oggi - racconta Kubati - mi sento in debito con quell’evento. Dopo anni in cui non succedeva niente, all’improvviso c’era stata un’accelerazione incredibile. Nel febbraio del ‘91 lo sciopero di noi studenti universitari spinse alla ribellione anche i cittadini cittadini di Tirana e portò al crollo del regime. Io il 6 marzo partii per l’Italia: ogni singolo pezzo di ferro di quella nave e ognuna di quelle 7mila persone accalcate intorno a me era fonte di un’emozione indescrivibile”. […]

Continua su: http://www.ilpassaporto.kataweb.it/dettaglio.jsp?id=39111&s=0

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