29.09.2005
Nel sud-est asiatico si continua a morire per l'H5N1 - gli esperti lanciano il rischio Europa ma non tutti sono convinti che il vecchio continente corra seri pericoli - Alemanno: “L'avicoltura italiana garantisce l'autoapprovvigionamento”
Vincenzo Greco per Oltrenews.it
Tracciabilità ed etichettatura per bloccare l'aviaria
Si discute ancora sull'arrivo del “virus dei polli”; ma, anche, sull'effettivo rischio per l'uomo.
Il virus colpisce i volatili, e da essi si può trasmettere all'uomo. Per gli esperti che, nelle scorse settimane, si sono ritrovati a Malta, ci saranno sedici milioni di infetti, due milioni di ricoveri, 150 mila morti solo in Italia. Sono le previsioni per l'annunciata pandemia di influenza aviaria, quella che potrebbe essere innescata dall'ormai noto virus dei polli H5N1, isolato per la prima volta a Hong Kong nel 1997.
Per altri il rischio che l'arrivo (previsto nella prossima primavera) dell'aviaria possa trasformarsi in pandemia è molto remoto in quanto dovrebbero concorrere una serie di fattori. Nel frattempo, però, a Giakarta si registra la sesta vittima e l'agenzia giornalistica Asianews lancia l'allarme in tutto il sud est asiatico: l'area più colpita .
Devastante anche l'impatto economico per gli allevatori di pollame nei paesi colpiti; il tasso di mortalità è, infatti, elevato e gli esemplari infetti generalmente devono essere eliminati (il termine tecnico è “ abbattuti ”) per prevenire la propagazione della malattia. Di qui il rischio che personaggi “ privi di scrupoli ” possano tentare di far giungere, nel nostro Paese, clandestinamente merce alimentare non controllata. I 50 quintali di carne, sequestrati dai carabinieri del Nas di Firenze e Livorno, dimostrano che il pericolo è alle porte e che non è necessario attendere l'arrivo della primavera per conoscere gli effetti dell'aviaria.
Una preoccupazione che ha spinto Walter Caporale, capogruppo dei verdi alla Regione Abruzzo , a chiedere il “ divieto di caccia per le anatre e tutte le specie migratrici ” proprio perché possono essere portatrici dell'influenza aviaria.
Per Caporale è, altresì, “ urgente vietare i ripopolamenti con selvatici che provengono dall'estero e vietare la migrazione dei cacciatori italiani nei Paesi dell'Est a più alto rischio di contagio. I cacciatori che dovessero infatti rimanere contagiati all'estero potrebbero trasmettere la malattia a familiari e parenti, provocando serie e gravi conseguenze in tutta la nostra regione! ”.
Diversa la preoccupazione delle due associazioni di agricoltori. Coldiretti e Cia paiono preoccupati delle ripercussioni che una simile paura possa avere sul mercato interno.
Secondo la Cia , “ la scarsa chiara informazione che in questi giorni si è sviluppata sul virus dei polli ha creato tra i cittadini preoccupazioni che non hanno fondamenta ”. E questo si è tradotto in un drastico calo delle vendite, con conseguenze negative per i produttori. Per la Confederazione Italiana degli agricoltori ( Cia) “ gli allevamenti avicoli italiani sono sicuri e i nostri prodotti sono garantiti e possiedono ottimi standard qualitativi. Nulla, pertanto, a che vedere con i polli allevati nel Sud-Est Asiatico ”.
La Coldiretti , da parte sua, tiene a precisare che “ la produzione degli allevamenti italiana è più che sufficiente a rispondere, nelle quantità , alla domanda dei consumatori nazionali e offre le massime garanzie di sicurezza alimentare ”.
Affermazioni che trovano una conferma nella dichiarazione del Ministro Alemanno. “ L'avicoltura italiana - spiega Alemanno - rappresenta uno dei pochi settori agricoli che garantisce l'autoapprovvigionamento del nostro mercato e il suo fatturato si colloca intorno ai 3,5 miliardi di euro coinvolgendo oltre 4 mila aziende. Si tratta dunque di un comparto importante per l'economia italiana, all'interno del mercato sia nazionale sia internazionale ”.
Il nodo della questione rimane, comunque, l'importazione clandestina. Quanti quintali di carne sfuggiranno alle maglie delle forze dell'ordine? E' l'angosciante domanda che i cittadini italiani si pongono. Nel frattempo meglio evitare il pollo senza l' etichettatura di origine.
“ La tracciabilità , l'etichettatura e l'origine dei prodotti ” per il Ministro delle Politiche agricole e forestali, devono, infatti, “ diventare delle regole ferree per la difesa della sicurezza del cittadino e per la valorizzazione delle produzioni nazionali che ancora una volta si dimostrano largamente più sicure di quelle provenienti dalle importazioni”.
Fonte: http://www.oltrenews.it/approfondimenti_tracciabilita.html
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