3.10.2005
Stefano Olivieri / inMovimento.it
Facciamo così, abbuoniamogli subito tutto. Qualsiasi cosa sia rimasta, dalle multe per divieto di sosta alle sanzioni per gli abusi edilizi, insomma tutto, a lui e famiglia, che facciamo prima. Mettiamoci una bella pietra sopra e invitiamo il paese a dimenticare, a derubricare anche la più insignificante manchevolezza del premier. Smettiamola con il rivangare ogni volta il fatto che seppure assoluzione arriva dalla legge - ritoccata su misura - il danno politico per sua remittenza resta tutto, inalterato e inalterabile. Smettiamola, perché queste cose la gente le ha capite bene, e chi lo ha votato nel 1994 e nel 2001 ne era già perfettamente consapevole. Anzi, fu proprio la pubblicità subliminale del premier - quei mugugni a denti stretti sulle tasse troppo alte, sui lacci e laccioli da recidere - che fece a suo tempo la fortuna elettorale di Berlusconi. La gente voleva il sogno e lui seppe servirlo sul piatto d’argento. Da dove poi provenisse tutta quella argenteria non lo ha mai voluto rivelare nemmeno ai processi, e oggi che è passato indenne anche attraverso l’ultima accusa possiamo affermare che mai lo rivelerà , nemmeno in futuro. Quindi mettiamoci tranquilli e lasciamo che sperperi in santa pace gli ultimi spiccioli della sua credibilità politica, quel poco che gli è rimasta.
C’è altro da fare per l’Unione, che stare a commentare le vicende giudiziarie del premier. Abbiamo ad esempio il problema degli immigrati clandestini da Forza Italia, che soprattutto al Sud forzano i confini per entrare in massa nell’Unione prima che per essi sia troppo tardi. Un minimo di controllo ci vorrebbe, sentire ad esempio come la pensano sullo stato sociale, sulle regole per il lavoro, sul problema dell’Italia in Iraq giusto per fare un esempio. Che un vero democratico, un militante di vecchia data possa aspettare un programma che non arriva pazienza, è legittimo attendere data la situazione, forse è anche strategico considerato il fatto che questo governo in massima difficoltà e a corto di idee non ci penserebbe due volte - lo ha già fatto in passato - a copiare le proposte del centrosinistra per poi presentarle come proprie in parlamento, debitamente disinfettate da ogni asperità che puzzi di democrazia. Il popolo di sinistra può aspettare, d’accordo, ma è necessario, indispensabile dare un segnale forte, in equivoco alle tante improvvisate mammolette fuoriuscite dal centro destra che si presentano come tante pecorelle smarrite alla porta. E’ un dovere etico, un semplice principio di democrazia che non può, non deve essere ignorato.
Che il Cavaliere sia senza macchia possiamo anche accettarlo, anche se non ci crediamo. Ma che metà del suo esercito diserti e trovi facile rifugio sotto le insegne dell’Unione non è bello per niente, e non è nemmeno sicuro. Di cavalli di Troia è piena la storia.
Fonte: http://www.inmovimento.it/05_settembre/30_olivieri.php
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