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Moratti: dall’inganno all’imbroglio
23.10.2005
Per qualche ora ci eravamo illusi che questo governo fosse rispettoso almeno della legalità democratica e che, quindi, potesse essere fermato costituzionalmente.

Ci siamo resi conto, una volta di più, della protervia e dello spregio delle istituzioni che la forza dei numeri esalta in questo governo. Solo la forza degli elettori potrà porre fine a questa illegalità, ma fino ad allora ci toccherà assistere a troppe altre prevaricazioni in danno dello Stato, obbligando il governo che, speriamo, gli succederà a spendere gran parte del suo tempo per ripristinare lo Stato di diritto.

Sotto trovate un documento di Walter Tocci, membro della Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera che illustra quello che è successo alla Commissione cultura che ha ignorato il parere di Costituzionalità.

La maggioranza obbliga il Parlamento italiano a non agire più nella legalità costituzionale.

Simona Giovannozzi - Communitas 2002

MORATTI: DALL’ INGANNO ALL’IMBROGLIO

STRAVOLTE LE REGOLE PARLAMENTARI

È incredibile!!!

Stanno accadendo cose mai viste in Parlamento. Mai era accaduto che venisse rimesso in discussione il parere di costituzionalità espresso dalla I Commissione Affari Costituzionali.

Nel pomeriggio di ieri è stato sostituito il relatore, On. Giulio Schmidt di F.I. che la mattina aveva proposto la bocciatura del comma 1 della legge, in quanto lesivo dell’autonomia universitaria.

Il deputato in questione, una brava persona, è scomparso, non si è più visto nel palazzo di Montecitorio. Al suo posto si è presentato l’On. Nitto Palma, il quale, dopo una prolusione da Azzeccagarbugli, ha fatto approvare una risoluzione inaudita che rinvia alla Commissione Cultura la valutazione di costituzionalità. Non c’è bisogno di conoscere i regolamenti parlamentari per comprendere che solo la Commissione Affari Costituzionali, lo dice il nome, può esprimersi sulla questione e che la Commissione Cultura mai nella storia parlamentare era stata investita di tale compito. L’escamotage è stato utilizzato perché il regolamento vieta in modo netto che si possa modificare una deliberazione assunta nello stesso procedimento. Indicativa è la prosa utilizzata nel dispositivo del parere per aggirare l’ostacolo: “valuti la Commissione di merito (cioè la Cultura, ndr) la congruità della disposizione recata dal secondo periodo del comma 1 dell’articolo 1 rispetto al quadro complessivo dei principi vigenti in materia di autonomia organizzativa e gestionale delle università”.

A quel punto si è riunita la Commissione Cultura per continuare la commedia. Qui si sarebbe dovuto “valutare la congruita”, secondo la pur surreale delega ricevuta. Alla Camera la parola valutare significa produrre un atto parlamentare cioè mettere ai voti una risoluzione, dopo aver presentato una proposta e svolto una discussione. Niente di tutto questo è avvenuto. L’ineffabile presidente Adornato ha impedito la discussione e ha messo ai voti il mandato al relatore, sostenendo che in tale mandato fosse implicita la valutazione positiva di costituzionalità. Uno dei momenti più solenni dell’attività parlamentare, il confronto con la fonte giuridica primaria, è ridotta ad un giochino di prestigio, secondo questi sedicenti liberali.

Comunque, a conclusione di questa tortuosa procedura non esiste alcun atto parlamentare compiuto che abbia smentito il parere contrario espresso in mattinata. Per noi non è cambiata la situazione e la commedia Nitto Palma-Adornato è da ritenersi offensiva per la dignità del Parlamento, ma priva di qualsiasi effetto procedimentale. Chiederemo al presidente Casini, con una pregiudiziale nella seduta di lunedì, di ripristinare la legalità parlamentare e di avviare la discussione a partire dal parere di merito della Commissione Affari Costituzionali che ha bocciato la norma.

Deve essere quindi modificato il comma sull’autonomia universitaria. La Moratti vorrebbe limitarla con decreto ministeriale, mentre l’art. 33 della Costituzione dice chiaramente che può trovare limite solo nella legislazione primaria.

La battaglia non finisce qui. Utilizzeremo tutti gli strumenti per ripristinare le regole parlamentari. Certo, tutto ciò è avvenuto proprio nel giorno della devolution, dopo la legge elettorale e prima della salva-Previti.

Il Parlamento è ridotto assai male. La maggioranza ormai è senza remore, disprezza e distorce qualsiasi istituzione, è disperata per la perdita del consenso e proprio per questo pronta a fare strame delle regole democratiche.

Protagonista di questo disprezzo del Parlamento è proprio lei, Letizia Moratti: dietro l’immagine di persona educata cova un atteggiamento illiberale. I suoi inganni sono ormai svelati. Chiunque abbia letto il testo delle legge si è accorto che contiene esattamente il contrario di merito, giovani e valutazione. Nessuno crede più alle sue panzane e allora cerca di imporre con l’imbroglio la sua legge.

Ma non si può dare all’università italiana una legge incostituzionale. L’arroganza ha il fiato corto. Non ci riusciranno.

 

mt

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