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L'on. Sacconi sull'influenza aviaria
27.10.2005
BRUXELLES: ZAPPING SUL PARLAMENTO EUROPEO
di Daniele CARDELLA

Intervista all'on. Guido SACCONI
Componente della Commissione ambiente e tutela dei consumatori al Parlamento europeo

"Influenza Aviaria: il Parlamento europeo chiede una maggiore cooperazione internazionale"

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"Un'azione coordinata a livello internazionale". È questo che indicano i 25 ministri degli esteri dell'UE ed il commissario europeo per la salute Marcos Kyprianau quale contromisura per affrontare quella che loro stessi hanno definito una "minaccia globale", l'influenza aviaria. A margine del Consiglio tenutosi a Lussemburgo per discutere dell'emergenza causata dall'"influenza dei polli", il Presidente di turno del Consiglio, il ministro degli esteri inglese Straw ha però utilizzato toni meno allarmistici ricordando che "fino a questo momento non ci sono prove di trasferimento del virus dai polli agli esseri umani", e che "l'UE si sta impegnando per assicurare ai suoi cittadini misure efficaci".

On. Sacconi, quale è la giusta chiave di lettura dell'emergenza in corso? La situazione in Europa è sotto controllo o meno?
Sicuramente, è sempre meglio, specialmente in casi come questo, non creare inutili allarmismi nella popolazione, che certamente fanno la fortuna dei media, ma che non aiutano il tentativo di un'analisi a mente fredda degli accadimenti che risulti anche costruttiva. Inoltre, è vero il fatto che il virus dell'aviaria non è fino ad ora mutato in trasmissibile da uomo a uomo, cosa che porterebbe ad una pandemia influenzale con conseguenze che ricorderebbero la tristemente famosa "spagnola" del 1918-1919. Tuttavia, è chiaro che il problema aviaria esiste e che non va affatto sottovalutato; fare ciò significherebbe davvero esporci a rischi assoluti, visto anche che questo è un problema che travalica i confini nazionali. In altre parole, nonostante, a parer mio, non si possa parlare di una vera e propria emergenza nell'Unione europea, vanno date delle risposte, senza aspettare che le cose prendano una piega grave. Proprio in questo senso l'UE sta lavorando per rafforzare il monitoraggio della situazione internazionale, migliorare il coordinamento delle politiche degli Stati membri in materia e la comunicazione tra questi, l'OMS e le autorità sanitarie e veterinarie. Sono passi essenziali, insieme alla ricerca di un vaccino che continua a livello internazionale, per essere pronti anche a governare eventuali situazioni di rischio che potrebbero profilarsi entro i confini dell'Unione.

Cigni, pappagalli, struzzi ed oche... dopo i casi sospetti in Croazia, Gran Bretagna e Sud Africa, anche altri tipi di volatili sembrano essere sotto accusa. La Commissione europea ha confermato che proporrà al comitato Ue per la catena alimentare di vietare temporaneamente l'importazione di uccelli selvatici per uso domestico. Sono misure dettate da un allarmismo eccessivo oppure interventi necessari?
Al momento attuale, siamo in una fase di prevenzione e gli interventi come questi sono quelli più immediati che l'UE può prendere per la protezione dei cittadini. Il blocco delle importazioni in questo caso è una politica certamente lecita visto che parliamo della protezione della salute. Tuttavia, sia chiaro che questa non è la soluzione al problema nel medio e nel lungo periodo. Quello di cui l'UE ha bisogno è la maggior collaborazione possibile tra gli Stati, così come sarebbe opportuno che i Paesi colpiti dall'aviaria mettessero a disposizione tutte le informazioni in loro possesso, cosa che, pensiamo alla Cina, spesso non avviene per superficialità o per opportunismo. Inoltre, e questo è un fattore da non sottovalutare, bisognerebbe che ogni allevamento di polli, ovunque sia ubicato, rispettasse certe norme igienico sanitarie che, come è dimostrato dai recenti studi, aiuterebbero a mantenere sotto controllo le malattie degli animali, nonché a non farle neanche nascere.

On. Sacconi, il Consiglio ha discusso dell'emergenza, e la Commissione europea sta mettendo in campo le prime contromisure. Quale è, invece, l'atteggiamento del Parlamento europeo in proposito?
Il Parlamento europeo è pienamente d'accordo nell'aggiornamento delle misure comunitarie in materia di prevenzione così come ho già esposto; il punto nel quale insistere è la cooperazione tra i paesi. La Commissione ambiente del PE, della quale faccio parte, proporrà una risoluzione nella quale si richiama al maggior coordinamento delle politiche statali, per essere pronti a predisporre piani di emergenza sanitaria, nel caso ce ne sarà il bisogno, mettendo a disposizione vaccini e antivirali che raggiungano la popolazione nel modo più efficace possibile a cominciare dai lavoratori dei settori a rischio. Gli antivirali non sono la soluzione miracolosa, perché non hanno un effetto preventivo, ma saranno la prima e più importante arma di difesa in caso il virus dovesse mutare, come ha ricordato il Commissario alla Salute e alla Protezione dei consumatori, Kyprianou davanti alla plenaria di Strasburgo del Parlamento europeo. Gli Stati membri dell'UE hanno il miglior livello di preparazione contro l'eventualità di una pandemia influenzale, tutti e 25 hanno già consegnato alla Commissione europea i rispettivi piani di preparazione all'emergenza sanitaria e già 20 Stati, Italia compresa, hanno iniziato a costituire gli stock di vaccini e antivirali. Diventa in questo caso decisiva la collaborazione costruttiva tra gli Stati e le imprese farmaceutiche che debbono aumentare la produzione di antivirali. Ripeto, la situazione è sotto controllo, l'UE al momento non corre rischi particolari, ma in un mondo altamente globalizzato e dai confini così porosi, è importante farsi trovare in ogni caso pronti per ottenere la piena sicurezza. E in ogni caso non dobbiamo chiuderci nei nostri confini disinteressandoci di quello che succede fuori; i paesi colpiti meritano assistenza e solidarietà e tra l'altro ciò fa parte di una strategia globale dell'Unione europea.

Daniele Cardella

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