6.11.2005
L'impero dei miei stivali ...di Sergio Finardi e Giamila Fantuzzi edito da Jaca Book di SALVATORE MORTILLA
"L'Impero dei miei stivali. Corrispondenze dagli USA" ovvero come demistificare il sogno americano a partire dall'analisi impietosa (ma certo non per questo faziosa o fasulla) di una serie di realtà americane riportate in presa diretta sulla pagina scritta: dall'istruzione alla sanità , dall'economia alla vita urbana, dalle pretese di democrazia alle politiche guerrafondaie degli ultimi tempi. Questo in estrema sintesi è il contenuto del libro pubblicato da Jaca Book nel maggio dell'anno in corso e scritto tra il 1997 ed il 2004 da Sergio Finardi (corrispondente del Manifesto e storico dei sistemi economici e strategici) e Giamila Fantuzzi (biologa, attualmente Associate professor al Dipartimento di nutrizione dell'university of Illinois at Chicago); libro l'altra sera presentato alla libreria Fahrenheit di piazza Duomo alla presenza degli autori introdotti dal professor Enrico Iozzi. Davvero tante sono le questioni lucidamente trattate nelle 250 pagine del testo, tuttavia è possibile individuare una macrostruttura compositiva addensata attorno ad uno schema sostanzialmente bipartito: da una parte, "L'Impero" propone una serie di saggi sulla realtà statunitense (che in generale vanno nella direzione della demistificazione), da cui si evince come l'immagine degli Usa che solitamente viene proposta sia partigiana e limitante; dall'altra, tale indagine illuminando il profilo di un'America del tutto inedita, una potenza enorme eppure corrosa da mille contraddizioni (un "Impero dei miei stivali", appunto), sorge la necessità , soddisfatta da questa seconda sezione del libro, di capire perché nonostante tutto gli Stati Uniti continuino ad essere la stragrande potenza che sono. E qui si concentra la tesi proposta dagli autori, in base ai quali detto potere sarebbe tale perché sostenuto implicitamente o esplicitamente da tutto il resto del mondo, Europa innanzitutto. E perché mai la maggior parte delle potenze sostengono gli Usa? Fantuzzi e Finardi non hanno dubbi al proposito: il fatto è che tutti sono legati al capitale americano e dunque, in qualche modo, traggono sempre e comunque vantaggio dall'espansione statunitense; ergo, l'appoggio alla politica a stelle e strisce viene a delinearsi come una sorta di imperativo al quale non si può contravvenire. Della parte più propriamente saggistica si è parlato soprattutto l'altra sera: Giamila Fantuzzi ha descritto alcune contraddizioni del sistema scolastico statunitense (di cui ha ad esempio ricordato la scarsa disponibilità economica e la conseguente necessità del finanziamento dei privati - Coca-cola in primis); la studiosa ha poi ricordato il problema del razzismo nei confronti di neri ed ispanici a tutti gli effetti ancora radicato nella civilissima società statunitense; ancora, si è parlato della problematica ignoranza alimentare degli americani, segnalata tra l'altro dalla conseguente diffusione dell'obesità .
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