Era il 7 novembre del 1980. Mentre si recava al lavoro viene ucciso barbaramente Mimmo Beneventano, giovane consigliere comunale del Pci ad Ottaviano, in provincia di Napoli. Ad ucciderlo, in un agguato sotto casa mentre salutava la madre, è la camorra. Quel giovane medico lucano infatti aveva osato - ad Ottaviano, regno incontrastato del boss Raffaele Tutolo - ribellarsi all’ordine della criminalità organizzata. Un ordine fatta di violenze, minacce, controllo sulla vita di ogni cittadino. Fu ucciso perché giudicato un ostacolo, perché aveva rifiutato di omologarsi decidendo di lottare contro quelle persone che, allora con brutale violenza, oggi con metodi più sofisticati, si infiltravano e scalavano il potere aprendosi la strada e rimovendo fisicamente gli ostacoli che si ponevano davanti.
Mimmo Beneventano fu una delle prime vittime della camorra. Ucciso per le sue denunce contro le speculazioni edilizie e contro i poteri forti della cemento connection. In consiglio comunale erano diventate sempre più pericolose le sue continue denunce contro gli affari del mattone nell’allora costituenda area protetta del Parco del Vesuvio. Con la sua morte nasce a Ottaviano l’associazione degli studenti contro la camorra. E da lì a pochi giorni veniva organizzata la prima marcia anticamorra in terra di Cutolo. In prima fila c’era il giovane Antonio Bassolino, allora segretario del Partito comunista della Campania. Nel venticinquesimo anniversario della sua morte il comune di Ottaviano e Legambiente lo ricorderanno con un incontro sulla legalità che si svolgerà lunedì 7 novembre alle 17 presso l’aula consiliare.
Saranno presenti il vicepresidente della commissione parlamentare antimafia Beppe Lumia, il giornalista Enrico Fontana e il senatore Tommaso Sodano. A ricordarlo saranno anche i ragazzi del Primo circolo didattico di Ottaviano che, dopo una lunga battaglia, tra silenzi e boicottaggi, hanno visto intitolare il proprio plesso alla memoria di Mimmo Beneventano. Gli ideali di Beneventano erano l’onestà, l’umanità, la giustizia. Le sue armi contro la violenza camorristica, la paura e il silenzio della gente. Quelle stesse armi che i giovani di Ottaviano, quotidianamente e con difficoltà, stanno riutilizzando per ritornare a gridare a voce alta la voglia di legalità e di giustizia. Nel ricordo di Mimmo Beneventano ad Ottaviano tutto ciò sta di nuovo ricominciando.

Fonte: http://www.lanuovaecologia.it/ecomafie/protagonisti/4914.php

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