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Attac Francia sulle banlieues
13.11.2005
Disoccupazione di massa, alloggi sociali in disuso, case fatiscenti, assenza di mezzi per l'educazione, regressione dei servizi pubblici, insufficienza dei trasporti pubblici, povertà, esclusione sociale e segregazione asfissiano gli abitanti dei quartieri popolari. Malgrado gli sforzi e le azioni condotte dalle amministrazioni locali e dalle associazioni che hanno lanciato gridi di allarme sulla situazione di questi quartieri, le disuguaglianze non fanno altro che crescere e la miseria economica, sociale e culturale si sono così radicati nelle città. Questa situazione è il prodotto diretto delle politiche neoliberiste condotte da oltre 30 anni.

I dispositivi di politica della città pretendevano sistemare i danni più evidenti dell'abbandono dallo stato del suo ruolo regolatore e ridistributore di ricchezze. Malgrado il loro carattere insufficiente, i governi Raffarin e de Villepin non hanno smesso di ritagliare questi dispositivi, sopprimendo le sovvenzioni alle associazioni, il che ha causato la morte di molte di loro, liquidando le misure di prevenzione per insistere invece sull'aspetto repressivo, gelando nel 2005 oltre 350 milioni di euro destinati alle banlieues, ponendo fine ad altri interventi, diminuendo del 10 per cento i suoi contributi per l'alloggio sociale. Ma questa politica non è un "errore" di strategia. È l'espressione, in Francia, delle politiche liberiste condotte anche sul piano europeo e internazionale. La delocalizzazione delle imprese, la deregulation del diritto del lavoro, la messa in concorrenza dei lavoratori del sud e del nord, la riduzione delle entrate dello stato (sempre meno tasse per i più ricchi). I più precari, i meno "adattabili al sistema" sono le prime vittime e nel modo più violento. Sono loro che popolano i quartieri popolari delle banlieues. Tra di loro, i giovani, francesi o no, nati di genitori immigrati, subiscono inoltre un'esclusione e delle offese legate al colore della propria pelle, all'origine del proprio nome. Un'intera generazione è privata di speranze e di prospettive di vita, la scuola non è più in grado di riempire il suo ruolo. La loro disperazione si esprime oggi nel modo più brutale, anche perché è stata accentuata dalle proposte di un ministro degli interni repressivo che cerca a captare i voti dell'estrema destra per le elezioni del 2007. La strategia di Nicola Sarkozy, che consiste nel giocare sulla paura, è quella di un liberista convinto.

I quartieri popolari presentano oggi la faccia di un laboratorio del liberismo selvatico che si ritrova su altri territori del pianeta. Mentre i profitti della borsa e la speculazione finanziaria non fanno che aumentare, i paradisi fiscali sono fiorenti, la povertà s'installa anche nei paesi più ricchi. Le discussioni della Wto prevedono, durante il summit di Hong Kong che si terrà a dicembre, di continuare e amplificare i benefici delle multinazionali. Sul piano europeo, la direttiva Bolkestein, riattivata, sarà all'ordine del giorno il 22 novembre.

È l'insieme dei cittadini, salariati o disoccupati, francesi o migranti, che devono impegnarsi nella decostruzione dell'ideologia neoliberista. Attac chiama le associazioni di educazione popolare, quelle che sono impegnate nei quartieri, nelle banlieues e nelle zone rurali, tutti i cittadini e cittadine, a partecipare a tutte le iniziative contro la Wto, contro la direttiva Bolkestein, per lo "sviluppo" dei servizi pubblici, che si svolgeranno in novembre e dicembre. Chiama i suoi aderenti, i comitati locali, a continuare il lavoro avviato per aprire le file dell'associazione alle categorie popolari.

La Rivolta che si esprime oggi in modo violento è un grido di disperazione di una generazione abbandonata. Tuttavia, i bersagli di questa violenza (scuole, palestre, autobus...) costituiscono dei beni collettivi di cui i quartieri in sofferenza hanno davvero bisogno, o dei beni che appartengono agli abitanti di questi quartieri. Queste azioni non possono in nessun caso portare delle risposte in favore del miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti né offrire prospettive concrete. Vittime della violenza del liberismo, i quartieri popolari soffrono anche, da alcuni giorni, di una violenza condotta da alcuni giovani, che a volte assomiglia ad atti di autodistruzione. Questa doppia violenza accresce il rischio di sviluppo delle politiche di sicurezza e repressive, di divisione degli abitanti e di diffusione delle idee veicolate dal Fronte nazionale.
Le misure annunciate il 7 novembre dal primo ministro si collocano in questa prospettiva. L'esumazione di una legge di eccezione, instaurando il coprifuoco, ne è il segno il più forte. Rischia di aggravare le tensioni e di riaccendere la memoria la più dolente di genitori e nonni. Attac denuncia la messa in atto di questa legge liberticida che permette la chiusura dei luoghi di riunioni, il loro divieto, la censura della stampa e può dare una competenza civile alle autorità militari. In nessun materia può costituire una risposta responsabile ed efficacia alla situazione attuale. [...]

Per leggere l'articolo completo:  http://ww2.carta.org/articoli/articles/art_4695.html

Vedi ancora: http://www.france.attac.org/

mt

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