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Il Gambero Nero
26.11.2005
Ricette dal carcere - con fotografie di Davide Dutto e testi di Michele Marziani
Carcere di Santa Caterina, Fossano, Cuneo. L’imponente edificio segna il confine del borgo vecchio di questa città di provincia, nel cuore del centro storico, a poche centinaia di metri dalla cinta bastionata che delimitava il nucleo antico del Comune medievale. A passarci accanto neppure sembra possibile credere che quello che fu un antico monastero cistercense, oggi sia un reclusorio. Eppure le cronache degli anni Ottanta lo portarono alla ribalta, grazie alla rocambolesca fuga dell’anarchico Fantazzini, che ha ispirato anche una recente produzione cinematografica.
Solo l’occhio attento riesce a farsi spazio tra le fronde del viale alberato che lo costeggia dinnanzi, per scoprire le grate infisse nel fabbricato. Allora lo sguardo accarezza i contorni delle mura, alte ed invalicabili, scorge le postazioni di guardia e nota il portone blindato che nel suo monotono grigiore riusciva - altrimenti - a ben mimetizzarsi con la cortina dall’intonaco chiaro ed anonimo.
Inaccessibile, precluso alla vista, rinchiude al suo interno un mondo a sé, di cui la società esterna non può che avere un’idea generalizzata, costituitasi grazie alle cronache giornalistiche, ai racconti letterari o biografici, che dal Beccaria ai perseguitati antifascisti, passando per il Pellico, ne hanno descritto miserie e misfatti, per giungere alle raffigurazioni, più o meno attinenti, reali o sfalsate, che la pellicola ci ha proposto in larga dose.
Davide Dutto e Michele Marziani ne hanno realizzato un libro, per i tipi della romana DeriveApprodi, una casa editrice attenta alle istanze sociali e alle tematiche di solidarietà; il primo con le sue foto, il secondo con parole capaci di coniugare pragmatismo e sensibilità.
Da una prospettiva particolare, con un’ottica che ha saputo evitare gli stereotipi, perché frutto di anni di contatti umani all’interno di quel mondo a se stante.
E con il libro ne è nata una mostra fotografica.
Là dove il tempo ha una nozione ben differente dai ritmi frenetici in cui siamo abituati a vivere, l’arte di cucinare è sinonimo di fierezza, di emulazione, di sfida.
Contro il tempo, prima di tutto.
Per non dimenticare, in secondo luogo.
Per un riscatto di dignità umana, anche.
Ne esce uno spaccato di vita alternativa, dove la capacità di adattamento alle norme ferree di sicurezza, che vietano l’uso di lame ed oggetti da taglio, riesce a conciliarsi con le esigenze pratiche di affettare, recidere, assottigliare, grazie ad un’inventiva senza pari. La medesima che permette di cuocere pizze e dolci con dei semplici fornelli a gas da campeggio, adoperando la carta stagnola.
I gesti di una vita segnata dallo scorrere dei medesimi eventi giornalieri vengono interrotti da rituali ineludibili, come quello del caffè, onnipresente ed immancabile. Così le pause ed i momenti di incontro sono l’occasione propizia per immortalare sguardi, per descrivere volti, diversi per provenienza e per destini. Molteplici come le ricette proposte, talora retaggio delle tradizioni natie, talaltra invenzioni orgogliosamente supportate da anni di sperimentazioni, di arrangiamenti, di integrazioni. Imprese culinarie che sono aggregazione collettiva, prima ancora che piacere per i palati: culture ed idiomi differenti si uniscono in una sinergia unica, capace di generare dal poco o nulla piatti inaspettati, tra quelle mura, con gli scarsi strumenti a disposizione.
Celle, sulle cui pareti si è stratificata la contraddittorietà che è propria di ciascuno, conciliando il sacro con il profano, attestano il vissuto di chi le abita, che ha saputo dar vita, calore, carnalità, a muri ben più nudi delle modelle patinate che si contendono gli spazi con gli antagonisti modelli dello spirito. Pentole, tegami, padelle da cui fuoriescono odori, profumi e gusti che parlano di terre lontane, di mare, di città solari, riescono a far rivivere emozioni e suggestioni perfino dietro a delle sbarre che, alla consueta ora prestabilita, si rinchiudono inclementi.

Il gambero nero. Ricette dal carcere
Autori:
Davide Dutto www.davidedutto.com , fotografo
Michele Marziani www.michelemarziani.org , giornalista free-lance

Vedi:  http://www.temigiustizia.org/web/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=110&mode=thread&order=0&thold=0

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