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Esodi natalizi
25.12.2005
Clima contrastante a Siracusa, in questi giorni di avvicinamento al Natale. Fibrillazione consumistica e qualche preoccupazione in più.
di Piero Buscemi / Girodivite

Sembrava di essere intrappolati sulla tangenziale di Milano. Lo scorso 7 dicembre, in occasione dell’ennesima apertura di un centro commerciale a Siracusa. O per ricondurre la discussione a latitudini meridionali, si aveva la sensazione di percorrere le strade statali dei paesi vesuviani, uno accanto all’altro verso le spese folli di fine anno, a compensare un anno ricco di privazioni e sacrifici. Come tutti gli anni.

Ed invece, eravamo sulla statale 124 che da Siracusa porta ai paesi montani quali Floridia, Sortino o Canicattini Bagni. Noi, strani immunizzati da questo nuovo evento commerciale e un migliaio di automobilisti con famiglie a seguito. Esageriamo? Forse. Ma il ritmo lentissimo di marcia, ha consentito di calcolare approssimativamente il numero delle auto incolonnate dall’uscita “Siracusa sud” dell’autostrada Augusta-Cassibile fino alla rotonda di ingresso in città. Con la sua bella scritta in granito: Città di Siracusa.

Il ragionamento è stato semplice: abbiamo stimato la lunghezza media delle auto intorno ai quattro metri e tenendo conto che il tratto stradale è lungo cinquemila metri, è stato facile calcolare un totale di circa 1.250 mezzi.

Questa prova di pazienza collettiva ha permesso di dedicare qualche attimo ad una serie di riflessioni. Abbiamo pensato allo scorso ottobre. A quando è stata messa in atto la EUROSOT 2005, l’esercitazione europea della protezione civile, che aveva come protagonista, una simulazione di evento sismico sull’area della Sicilia orientale. Un’esercitazione che aveva come obiettivo la verifica dell’efficienza delle strutture del territorio in casi di calamità naturali.

Di riflesso, ci è sembrato scontato rivolgere il pensiero al capo della Protezione civile Bertolaso che, di questa esercitazione rimase entusiasta. Lo stesso Bertolaso, che profuse soddisfazione ed encomi in occasione dell’inaugurazione del terzo ponte di collegamento con l’isola di Ortigia, che contemplava una nuova via di uscita dal centro storico siracusano, in caso di evento sismico.

Una riflessione che ci ha accomunati tutti, almeno sembrava, sul problema prioritario che un territorio ad alto rischio sismico, rappresenta per la cittadinanza. Una considerazione crollata davanti agli interessi privati di chi, nel realizzare il nuovo centro commerciale, e di chi ha firmato le autorizzazioni, ha creduto opportuno non frenare questa corsa all’acquisto. L’eventualità di uno sgombero della città per eventi non preventivati, forse verrà affrontata al verificarsi dello stesso.

Accantonato “ottimisticamente” questo pensiero, la mente ci ha trascinato per inerzia alla valutazione dell’argomento sotto il profilo prettamente economico. La nostra analisi ha provato a trovare un nesso tra le rimostranze che gli esercenti siracusani hanno manifestato, anche in passato, sulla gestione “isola pedonale” di Ortigia. Gestione che aveva suscitato, qualche anno fa, la paura di isolamento dovuta alla riluttanza dei cittadini di rinunciare all’uso della macchina per entrare nel centro storico.

L’amministrazione locale ha creato un pretesto più plausibile che giustificasse le lamentele dei piccoli commercianti. Lamentele che, dopo l’apertura alla fine del 2003 di un altro centro commerciale nella zona nord di Siracusa (con altri problemi di intasamento stradale), e la prospettiva futura di realizzare un’altra struttura dedita alla grande distribuzione presso l’attuale Fiera del Sud, non si sono fatte attendere. Lunedì 19 dicembre, i commercianti riuniti in cinque Consorzi cittadini, in segno di protesta contro la scelta “ponderata” del Comune e della Regione di lasciare ampio spazio alla nascita di questi centri della Grande Distribuzione, hanno simbolicamente consegnato le chiavi dei propri negozi al sindaco Bufardeci.

L’Assemblea convocata presso la Camera di Commercio, ha tentato di focalizzare l’attenzione sulla crisi economica che ha investito i piccoli commercianti, senza alcun potere concorrenziale davanti alle proposte commerciali degli ipermercati.

La risposta è arrivata direttamente dal premier Berlusconi che, durante uno scambio di idee con l’altro imprenditore Della Valle, in questi giorni ha espressamente motivato la crisi economica del piccolo operatore con il suo mancato adeguamento alle nuove leggi imprenditoriali, che impongono un livellamento al rialzo della capacità economica. Il tutto confermato dagli accordi che il governo ha siglato con le grosse catene di distribuzione, che prevedevano una sorta di livellamento dei prezzi, difficilmente accessibile alla piccola imprenditoria.

Lo stesso premier, al quale bisogna riconoscere la attendibilità della dichiarazione che giudicava il popolo italiano sufficientemente benestante, da non essere autorizzato ad avanzare alcuna lagnanza economica. Dichiarazione suffragata dai telefonini di ultima generazione nelle mani di tutti, a sua detta. E dei 5 chilometri di coda che, ogni giorno, affrontano i siracusani per raggiungere l’agognato sogno consumistico.

Riguardo i piccoli commercianti, prendendo spunto dallo stile del premier, vogliamo chiudere con una barzelletta. Quella che racconta dei due amici che fanno una gita in campagna. Durante la scampagnata, uno dei due viene morso da una vipera, proprio nelle parti intime. L’altro corre in paese a cercare aiuto e dopo aver raccontato alla guardia medica l’accaduto, si sente rispondere: “Deve incidere la parte e succhiare il sangue infettato dal veleno”. Perplesso, torna di corsa dall’amico e, alla sua richiesta d’aiuto, risponde: “Il dottore ha detto che devi morire!”

Fonte: http://www.girodivite.it/article.php3?id_article=3534

mt

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