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L'economia finanziarizzata
8.01.2006
Scalata Antonveneta e RCS, scandalo Parmalat e Cirio, depenalizzazione del falso in bilancio, leggi ad personam, modifiche del codice penale in funzione utilitaristica, riduzione dei tempi di prescrizione…. sono tutte facce dello stesso problema: il controllo dell’economia finanziarizzata.

In Italia il potere economico è stato esercitato da alcune famiglie attraverso intrecci societari che, nel recente passato ma ancora oggi, fanno riferimento a Mediobanca di Cuccia, e da pochi grandi imprenditori, per lo più monopolisti.

Periodicamente si affacciano nuovi operatori (Confcommercio, immobiliaristi ingrassati da plusvalenze incongrue, etc), che sono nuovi solo in apparenza, perché di fatto manovrati dal vecchio potere capitalistico o da nuovi potentati politico/finanziario.

La verità è che da tempo le forze più responsabili e progressiste stanno tentando di risolvere questa situazione. I politici più avveduti hanno realizzato che questi operatori economico/finanziario non sono in grado di invertire il declino economico del nostro paese; essi non sono in grado e non vogliono impegnarsi in imprese tecnologicamente avanzate per riportare il paese tra il gruppo di quelli ad alta innovatività.

Questa è la vera battaglia che il centro sinistra deve impostare con chiarezza, con unità di intenti senza tentennamenti né tentazioni vetero/capitaliste.

In questa ottica, la scelta di ‘’tifare’’ per l’OPA di UNIPOL ci è sembrata non molto felice essendo di fatto contro la tendenza poc’anzi espressa, anche se non possiamo negare, in linea di principio, a qualsiasi entità finanziaria/imprenditoriale di tentare una scalata a società quotate in borsa secondo le regole fissate dalle leggi.

Fin dall’inizio di questa vicenda, ed in tempi non sospetti, noi abbiamo espresso un giudizio critico su questa operazione. Questo giudizio critico nasceva dalla riflessione che se si vuole realizzare una rottura dei monopoli, siano essi di servizi o bancari, è utile e forse necessaria una iniezione di innovazione e di reale concorrenza. In campo bancario solo una vera concorrenza a livello europeo può vivacizzare e rendere più competitivo il nostro sistema.

Al di là delle eventuali responsabilità penali coinvolgimenti personali su cui sta indagando la magistratura, la maggiore colpa che si deve imputare a Fazio nella vicenda è stata quella di tentare di chiudere le frontiere ed estraniarci dalle regole e quindi dal contesto europeo. Questo comportamento oltre che illegittimo secondo gli accordi comunitari, è assolutamente suicida se si vuole tentare di incrinare l’ingessamento dell’economia italiana, (di cui le banche ‘’nostrane’’ sono in gran parte responsabili). Di fatto si è finito per proteggere interessi di parte, nazionali si, ma in controtendenza rispetto agli interessi veri del paese.

Quindi al di là del dibattito sulla questione morale, peraltro necessario, bisogna uscire da questo impasse con proposte concrete ed efficaci da introdurre nel programma del centro sinistra.

I DS e la Margherita, soprattutto come nucleo del futuro partito democratico, debbono ritrovare unità di intenti per contrastare le azioni più o meno sotterranee dei poteri forti che hanno tutto l’interesse a fermare un sia pur timido processo di innovazione nel sistema finanziario del Paese, operando per dividere le due forze più importanti dell’Unione con lo scopo chiaro di indebolirne la forza principale (i DS) e probabilmente, quello più nascosto di intralciare il processo di rinnovamento democratico del Paese.

Questo rinnovamento non può non passare che attraverso l’incontro tra le grandi famiglie del progressismo italiano: i DS, Margherita, le forze laiche e la società civile riflessiva, l’imprenditoria moderna e avanzata.

Una reazione forte è, quindi, necessaria; oltre a riproporre, come fanno molti
un codice etico che regoli i rapporti tra politica e mondo economico deve incentrarsi in azioni programmatiche forti in merito a:
una governance delle imprese più rigorosa, che deve passare dalla eliminazione delle leggi che depenalizzano il falso in bilancio, in particolare sulla norma del 5 %.
una forte accentuazione dei poteri di controllo e sanzionatori delle Autorities;
una rottura del monopolio televisivo e della raccolta pubblicitaria.
una interdizione reale ai poteri delle lobbies professionali con apertura dei mercati.
una riflessione critica sulle false privatizzazioni che hanno consegnato ad alcuni privati l’esercizio di servizi pubblici in regime monopolistico
una maggiore liberalizzazione dei mercati (carburanti, energia, farmaci, ….)

È su queste tematiche ci aspettiamo una forte risposta dopo 5 anni di malgoverno della destra e di immoralità pubblica eretta a sistema.

È contro queste tematiche, fortemente paventate, che si stra armando l’attuale bagarre per fermare il rafforzamento della dirigenza progressista.

Ci sentiamo dunque di esprimere solidarietà alla dirigenza DS in generale e a Fassino in particolare, attaccati in maniera strumentale da chi vuol mantenere lo status quo in campo economico. È peraltro necessaria da parte loro una chiara e forte condanna morale sulla commistione tra alcuni esponenti delle cooperative e il mondo della finanza disinvolta, senza con questo volersi sostituire all’azione doverosa e necessaria della magistratura.

Bisogna far crescere un’economia moderna in grado di costruire il futuro agevolando quegli operatori economici che siano in grado di subentrare ai cacciatori di valori azionari, agli speculatori del mercato borsistico, agli arraffatori di monopoli, agli artefici di partecipazioni incrociate e di piramidi societarie.

Ad un mondo del lavoro umiliato in una società lacerata e disorientata, succube delle vicende aleatorie di un’economia finanziarizzata, bisogna offrire reali e concrete opportunità di crescita economica e sociale.

Dobbiamo cioè costringere i nostri avversari a misurarsi sul terreno delle regole e dobbiamo scoprirne il gioco facile, visto che utilizzano i giornali di famiglia per diffondere informazioni strumentalmente diffamatorie, selezionando le intercettazioni conosciute attraverso canali ‘’misteriosi’’.

Sembra difficile ripristinare di colpo una società equilibrata, eticamente responsabile e dedita ‘’solo’’ agli interessi dei cittadini e non a quelli di parte, se non addirittura personali, ma è quello che vogliamo, a cui tendiamo e per cui lavoriamo.

Angelo Salvatori Presidente
Simona Giovannozzi Coordinatrice Nazionale
Communitas 2002

8 gennaio 2006

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