Welfare Italia :: Lavoro :: Universo non profit Invia ad un amico Statistiche FAQ
2 Maggio 2024 Gio                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Universo non profit
21.01.2006

di Anna Polliani (laureata in Lettere Classiche, è formatore e progettista presso l’ufficio Progettazione di Ceses. Ha coordinato interventi di formazione e di orientamento al lavoro per giovani e adulti disoccupati)

E’ sufficiente fare una semplice ricerca sui siti delle principali università del Nord e del Centro Italia, per constatare come si moltiplichino anno dopo anno le offerte formative rivolte a chi intende acquisire una professionalità ed operare nel mondo non profit, tra percorsi triennali e master di specializzazione.
Questo dato è la risposta al progressivo aumento tra i giovani della domanda di un lavoro in contesti “altri” dal profit, con altre regole.
Arrivati alla laurea triennali e dopo un master, per i giovani che intendano mettere un piede nel mondo del lavoro rimane da giocare la carta dello stage, che come è già avvenuto per le aziende, sta diventando di fatto un canale di immissione anche nel settore non profit.
D’altra parte lo stage, spesso abusato al punto da acquisire i contorni dello sfruttamento, se ben definito tra le parti e opportunamente finalizzato, è uno strumento efficace di selezione, che consente al giovane di mostrarsi con le sue capacità e potenzialità di crescita e all’azienda di valutare consapevolmente l’immissione di un neoassunto.
Insomma, a fronte di una forte offerta di «forza lavoro», ancora non vi sono dati significativi su come questa venga impiegata nelle Ong e nel Terzo settore, ma soprattutto, non è facile rintracciare un altro dato importante: quali sono le competenze professionalizzanti che servono alle Ong e al mondo del non profit, per rispondere alle sfide dello sviluppo, e come le agenzie formative rispondono.
Mancano anche molte informazioni sulle modalità con cui i giovani, che hanno frequentato corsi e master specialistici, accedono a questo settore, sulle attività in cui vengono impiegati; se in ingresso prevalgono contratti di collaborazione a progetto o formule di volontariato, sulla tipologia delle mansioni svolte, sul livello delle retribuzioni, sulla formazione ricevuta dopo l’avviamento del lavoro…
Al momento non esiste uno spazio ad hoc di confronto e discussione tra attori sul tema delle nuove competenze necessarie per il non profit, dove delineare il quadro complessivo di queste nuove professionalità che le università mettono a disposizione.
Oltre al necessario raccordo tra i due mondi, dell’università e del Terzo settore, sarebbe sicuramente proficua una riflessione seria sul futuro del lavoro e delle professionalità nel non profit, capace di dare un indirizzo comune ad un settore che, anche se in minor misura nell’ambito cooperativo, vive una certa tendenza all’isolamento, al separatismo, e non si propone come «parte sociale» organica, capace di condividere esigenze analoghe.
Il candidato ideale
Ogni giorno arrivano decine di candidature alla nostra organizzazione: il cui comune denominatore è la passione per un lavoro che risponda all’esigenza primaria di aiutare gli altri.
Ceses da sempre accoglie giovani con o senza esperienza, investendo su di loro costruisce il proprio futuro: hanno iniziato con uno stage, un tirocinio, un campo estivo. .. alcuni si fermano da noi, altri vanno in altre organizzazioni.
Fino a pochi anni fa, per rispondere alla vocazione della solidarietà, era sufficiente fare il volontario. Oggi un ragazzo può scegliere di lavorare per gli altri con il suo bagaglio professionale: scrivere e redigere una rivista, organizzare eventi, trovare sponsor, gestire il contenuto di un sito e la comunicazione, progettare, partire come cooperante, fare lo psicologo o il formatore… insomma, quanti mestieri si possono fare dentro il non profit? Infiniti, ma tutti con la stessa vocazione: fare un mestiere con cui è possibile concretamente migliorare la società.
Ora, mentre di recente le aziende iniziano a porsi seriamente questa sfida (come dimostra anche il «Salone della responsabilità sociale di impresa» tenutosi a settembre a Sesto San Giovanni) agli occhi dell’idealismo giovanile è ancora il non profit che offre la maggiore possibilità di giocarsi come lavoratore in una dimensione etica, di responsabilità rispetto al mondo in cui si opera. Forse i giovani dal non profit si aspettano un modo di lavorare più umano, meno stressante, capace di valorizzarli e di valorizzare le relazioni all’interno dell’organizzazione. Ovviamente, non è tutto rose e fiori.
Non tutto il non profit è un’isola meravigliosa, anzi, i ritmi e le richieste per una cultura della dedizione sono forse ancora più pressanti, e non tutto il profit è un mondo arido e senz’anima.
Sicuramente, tra i giovani il mondo non profit gode di un’immagine idealizzata e viene guardato dall’esterno troppo spesso con una lente di ottimismo che crea illusioni: in modo più realistico, oggi molte realtà non profit per sopravvivere e crescere vivono condizioni di competizione e tensioni, che richiedono risorse sempre più preparate e capaci di pianificare e gestire con efficienza e lungimiranza.
Ci sono, di fatto, un avvicinamento ed una contaminazione più forte tra profit e non profit: basti pensare al peso sempre maggiore della comunicazione nelle campagne sociali, alla necessità di stringere partneriati con società potenti e pronte a sostenere le Onlus.

Potrete leggere la continuazione chiedendocela mediante e-mail al seguente indirizzo: redazione@viator.it

Vedi: http://www.viator.it/index.html

mt

Welfare Italia
Hits: 1797
Lavoro >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti