21.01.2006
Le città più a misura di bambino? Cercatele soprattutto nel centro Italia: in Toscana, in Emilia, nelle Marche dove c’è un blocco compatto di comuni senz’altro più attento ai ragazzi. È questa infatti l’area geografica dove Ecosistema Bambino di Legambiente, l’annuale ricerca dell’associazione sulle politiche per l’infanzia, ha individuato i
capoluoghi di provincia che più si danno da fare per gli under 14. Ci sono nelle primissime posizioni, Ravenna, Pesaro e Parma (insieme a Torino), poi subito dopo - nel gruppo delle buone - Firenze, Pistoia, Ferrara, Siena, Piacenza, Ancona. Uniche eccezioni a questa continuità territoriale le settentrionali Genova e, come detto, Torino insieme alla meridionale Caltanissetta. A tutte loro una befana in anticipo di un giorno porta caramelle e dolci. Il carbone invece va in gran parte in Calabria (Catanzaro e Crotone sono insufficienti, Reggio Calabria fornisce pochi elementi per una valutazione). Brillano infine, ma per la loro assenza, Milano che non ha fornito nessun dato a Legambiente così come Taranto e Venezia. Era quello che avevano fatto negli anni passati anche città come Bologna e Palermo che invece oggi tornano in classifica con performance discrete. «Ma la prima fascia - spiega Luciano Ventura, del settore ragazzi di Legambiente - corrispondente all’ottimo è vuota perché non esiste, oggi, nessuna città veramente
a misura di bambino». Il quadro disegnato quest’anno dal dossier (i dati sono relativi al 2004) evidenzia un ampio divario tra “chi fa” e chi “non fa”, con un sensibile aumento tuttavia dei comuni che danno importanza ai ragazzi: sono infatti 12 i capoluoghi in posizione medio-alta e ben 31 quelli che arrivano a discreto. Passi indietro si registrano per i capoluoghi del Sud Italia, unica eccezione per Caltanisetta che anno dopo anno consolida la sua vocazione nelle politiche per l’infanzia e di Palermo, Benevento, Caserta e Cosenza che salgono significativamente attestandosi nella fascia dei discreto. Risalta negativamente il caso della Calabria che, tranne appunto Cosenza, è il fanalino di coda della classifica. E forse per una regione alla ricerca di un’identità sociale nuova e di una nuova cultura della legalità il dato deve far riflettere. «Guardare alle città col punto di vista dei bambini è importante: si migliorano infatti i servizi offerti ai più giovani ma nello stesso tempo si costruiscono le premesse per un miglioramento generale della qualità della vita - spiega Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - Ecco perché torniamo ogni inizio d’anno a sottolineare l’importanza del dialogo con bambini e ragazzi e richiamiamo tutti a impegnarsi per un futuro sempre più costruttivo». Tra chi si applica per le politiche per l’infanzia, rafforzano la loro posizione le grandi città , che mantengono gli impegni assunti negli scorsi anni. La conferma arriva da Torino in quarta posizione, e da Firenze e Genova che si posizionano in seconda fascia a ridosso delle magnifiche quattro. Salgono Verona e Trieste, mentre rientrano in gioco Bologna e Palermo, entrambe nella fascia dei discreto. Roma occupa invece un positivo ma non troppo 17° posto, retrocedendo di sette posizioni rispetto allo scorso anno, nonostante grandi sforzi e investimenti che confermano quanto sia complicato mettere a fuoco gli obiettivi e razionalizzare gli interventi in una metropoli dispersiva nei tempi e nelle dimensioni.
Fonte: http://www.lanuovaecologia.it/iniziative/campagne/5211.php
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