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Rigassificatore a Brindisi , lettere aperte a Berlusconi e Prodi
27.01.2006

RIGASSIFICATORE A BRINDISI:
LETTERA APERTA A BERLUSCONI E PRODI

Le associazioni ambientaliste e di cittadinanza attiva di Brindisi sul problema del rigassificatore hanno oggi inviato al Presidente del Consiglio on.le Berlusconi ed al leader dell'Unione prof. Prodi le seguenti lettere "aperte".
Brindisi, 23 gennaio 2006
Italia Nostra, Lega Ambiente, WWF, Coldiretti–Terra Nostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, Forum per l’ambiente, la salute e lo sviluppo, Medicina Democratica, Cobas, Comitato per la tutela dell’ambiente e della salute del cittadino, A.I.C.S., Comitato Porta d’Oriente, Comitato Cittadino “Mo’ basta”.
LETTERA APERTA
ALL’ON. SILVIO BERLUSCONI
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Egregio Presidente,
Apprendiamo dalla stampa che il Consiglio dei Ministri affronterà domani 24 gennaio il problema del rigassificatore a Brindisi dentro il più generale problema energetico legato alle forniture di gas.
Prescindendo dalle comprensibili ragioni di ordine generale, torniamo a ribadire quanto è già stato ripetutamente fatto presente sulla questione, con dovizia di informormazioni e argomentazioni, dal Presidente della Regione Puglia on. Nicki Vendola, dal Sindaco di Brindisi on. Domenico Mennitti e dal Presidente dell’Amministrazione provinciale dottor Michele Errico. E cioè l’assoluta incopatinbilità di tale impianto con le scelte delle amministrazioni locali in merito al modello di sviluppo ritenuto socialmente ed ecologicamente indispensabile per affrontare, dopo anni di crisi e di degrado, i problemi del nostrio territorio. Una incompatibilità questa che si coniuga con la estrema pericolosità del progettato insediamento in un’area già riconosciuta, e dichiarata, a grave rischio di incidenti industriali e di crisi ambientale. E fra le tante allarmate considerazioni che si possono fare al riguardo, è forse anche opportuno sottilineare che per gli altri due rigassificatori autorizzati nel nostro paese, è previsto, in riconoscimento della loro “invasità” e pericolosità, un sito lontano dalle città e distante dalla costa almeno 30 Km.. Inoltre, in nessuna parte del mondo si è mai pensato di realizzare un tale impianto in un porto che costituisce la fondamentale fonte di vita e di sviluppo del nucleo urbano e del territorio interessato.

L’ipotesi avanzata dal presidente della locale associazione degli industriuali, concernente la realizzazione di un molo esterno, per permettere alle navi funzionali alle operazioni del rigassificatore di attraccare fuori dal porto, ma nelle sue immediate adiacenze, lasciando, quindi, immutato il sito prescelto, non attenua in alcun modo la estrema gravità del problema, aggiunge al pesantissimo danno paventato una provocatoria ed insorpottabile beffa e denuncia la più netta chiusura dei pochi fautori locali del rigassificatore alle ragioni di un fermo e motivato dissenso che accomuna le popolazioni interessate, le loro istituzioni democratiche e tutte le forze politiche al di là di ogni schieramento.

In questa situazione confermare la scelta del rigassificatore nel porto di Brindisi significa porsi in aperto contrasto con le attese delle popolazioni interessate, non tenere in alcun conto delle decisioni assunte all’unanimità dagli organi deliberativi delle istituzuioni locali e della regione e colpire gravemente i diritti dei cittadini che continueranno a opporsi con ogni determinazione sia sul piano politico che su quello delle più appropriate azioni giudiziarie intensificando nelle forme più incisive le azioni di protesta sociale e civile.

Cordiali saluti.

Brindisi, 23 gennaio 2006

LETTERA APERTA
AL LEADER DELL’UNIONE PROF. ROMANO PRODI
Egregio Professore,

Apprendiamo dalla stampa che il Consiglio dei Ministri affronterà domani 24 gennaio il problema del rigassificatore a Brindisi dentro il più generale problema energetico legato alle forniture di gas. Con tale notizia di stampa viene riportata la sconfortante posizione dell’on. Enrico LETTA che affronta il problema ignorando completamente (e volutamente?) la grave situazione del nostro territorio, ignorando o contraddicendo palesemente le dichiarazioni rassicuranti che Lei ci aveva dato rispondendo ad un nostro interpello.

Prescindendo dalle comprensibili ragioni di ordine generale, torniamo a ribadire quanto è già stato ripetutamente fatto presente sulla questione, con dovizia di informormazioni e argomentazioni, dal Presidente della Regione Puglia on. Nicki VENDOLA, dal Sindaco di Brindisi on. Domenico MENNITTI e dal Presidente dell’Amministrazione provinciale dottor Michele ERRICO. E cioè l’assoluta incopatinbilità di tale impianto con le scelte delle amministrazioni locali in merito al modello di sviluppo ritenuto socialmente ed ecologicamente indispensabile per affrontare, dopo anni di crisi e di degrado, i problemi del nostrio territorio. Una incompatibilità questa che si coniuga con la estrema pericolosità del progettato insediamento in un’area già riconosciuta, e dichiarata, a grave rischio di incidenti industriali e di crisi ambientale. E fra le tante allarmate considerazioni che si possono fare al riguardo è forse anche opportuno sottilineare che per gli altri due rigassificatori autorizzati nel nostro paese, è previsto, in riconoscimento della loro “invasità” e pericolosità, un sito lontano dalle città e distante dalla costa almeno 30 Km.. Inoltre, in nessuna parte del mondo si è mai pensato di realizzare un tale impianto in un porto che costituisce la fondamentale fonte di vita e di sviluppo del nucleo urbano e del territorio interessato.

L’ipotesi avanzata dal presidente della locale associazione degli industriuali, concernente la realizzazione di un molo esterno, per permettere alle navi funzionali alle operazioni del rigassificatore di attraccare fuori dal porto, ma nelle sue immediate adiacenze, lasciando, quindi, immutato il sito prescelto, non attenua in alcun modo la estrema gravità del problema, aggiunge al pesantissimo danno paventato una provocatoria ed insorpottabile beffa e denuncia la più netta chiusura dei pochi fautori locali del rigassificatore alle ragioni di un fermo e motivato dissenso che accomuna le popolazioni interessate, le loro istituzioni democratiche e tutte le forze politiche al di là di ogni schieramento.

In questa situazione confermare la scelta del rigassificatore nel porto di Brindisi significa porsi in aperto contrasto con le attese delle popolazioni interessate, non tenere in alcun conto delle decisioni assunte all’unanimità dagli organi deliberativi delle istituzioni locali e della regione e colpire gravemente i diritti dei cittadini che continueranno a opporsi con ogni determinazione sia sul piano politico che su quello delle più appropriate azioni giudiziarie intensificando nelle forme più incisive le azioni di protesta sociale e civile.

Cordiali saluti.

Brindisi, 23 gennaio 2006

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