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Napoli, città sostenibile
28.01.2006
Proposta per la costituzione di un forum sulle politiche e gli strumenti per il recupero e la rivitalizzazione dei tessuti storici urbani
1. Un futuro sostenibile per la città
Con la globalizzazione, le città vengono ad essere inserite in un “campo di forza” globale che richiede alle città stesse nuove “energie”. In particolare, le città metropolitane diventano le nuove “arene” di questa competizione globale.
Per vincere nella competizione occorre giocare su due fronti: massimizzare la qualità e ridurre le inefficienze. La qualità è quella degli spazi fisici, degli spazi privati, dei servizi, del capitale naturale, umano, manufatto, sociale. Una volta la qualità era marginale/decorativa, oggi è diventata un elemento centrale nell’attrarre (o nel non attrarre) la localizzazione delle attività per stimolare isole di innovazione e di imprenditorialità.
Una caratteristica essenziale di questa nuova strategia è la promozione di innovazioni continue, come nella logica dell’impresa: rinnovo/riqualificazione dei “prodotti” urbani e dei servizi, stimolando la ricerca di avanguardia (Università, laboratori, ecc.) per trasformare il sapere in sviluppo economico locale.
2. Napoli, città sostenibile, osservatorio internazionale e sede del Forum
A partire dagli anni ’90 e sempre più negli ultimi anni, Napoli sta investendo in questa direzione.
Gli obiettivi strategici della tutela dei valori del patrimonio storico-urbanistico; della riqualificazione ambientale; della tutela dell’integrità delle componenti strutturanti la conformazione naturale del territorio; del miglioramento della rete dei trasporti, hanno il ruolo di anticipare un futuro complessivamente più desiderabile, di dare forma di “città sostenibile” a Napoli.
Il restauro ambientale si combina con quello del patrimonio culturale, per cui è essenziale coniugare il recupero del centro storico con quello paesistico culturale.
Napoli sta cercando di riqualificare se stessa, e cioè il proprio patrimonio edilizio/insediativo, per divenire sempre più competitiva nell’attrarre investimenti esogeni.
Nel centro storico sono state avviate opere di conservazione del patrimonio di antico impianto, inteso come catalizzatore di un processo di sviluppo economico ma anche come motore di identità culturale e di sviluppo sociale, per le rilevanti ricadute sul piano dell’occupazione, onde promuovere una strategia per ridurre la povertà/emarginazione.
Questa rigenerazione dei quartieri storici è fonte di nuova occupazione diretta, indiretta ed indotta, nei settori delle costruzioni/impianti, dei nuovi servizi sociali, culturali, artistici, commerciali e nella formazione di nuove imprese, e soprattutto di nuove microimprese giovanili, collegando il rilancio dell’economia hard con quella soft.
Insomma, Napoli sta puntando sulla cultura, quale fattore centrale della sua nuova strategia di sviluppo. In questa logica ha cominciato ad accentuare la visione del patrimonio dei beni culturali come risorsa capace di produrre ricchezza e da gestire in termini di rapporto costi/benefici. Ha iniziato una serie di azioni per stimolare processi che “migliorano” la posizione della città riguardo ad attività particolari: per attirare investimenti commerciali, per migliorare l’efficacia dei servizi pubblici/privati, valorizzando in termini sistemici le risorse esistenti e potenziali, che consentono, opportunamente “combinate” e coordinate, di produrre nuovo valore aggiunto.
3. La proposta
Napoli si è sempre caratterizzata per essere una città aperta, crocevia di circolazione di persone, di merci, di culture. Questi elementi identitari sono il frutto non solo della strategica posizione geografica (grande porto al centro del mar mediterraneo), ma di una tollerante curiosità verso l’altro. Oggi la città manifesta spontaneamente i suoi aspetti multietnici, con un ampia articolazione delle presenze straniere, con istituzioni culturali attente al mondo e alle culture extraeuropee. Tuttavia, a differenza delle grandi capitali europee (Berlino, Londra, Parigi), Napoli ha solo da poco cominciato ad affrontare, in maniera sistemica, programmatica ed istituzionale, questi temi, ed è quindi particolarmente sensibile e disponibile a seguire processi innovativi in tal senso e ad applicare nuove strategie di inserimento sociale.
Napoli possiede uno dei più grandi centri storici del mondo (quasi 2.000 ettari così classificati dagli strumenti urbanistici), per una quota significativa (circa 700 ettari) inseriti nella lista dell’UNESCO del patrimonio dell’umanità. Da alcuni anni è in atto a Napoli una complessa operazione. Il Progetto Sirena tende a promuovere interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio, incentivando i proprietari all’azione di restauro/riqualificazione o manutenzione degli edifici.
Numerosi sono i temi di ricerca nel campo della conservazione e valorizzazione dei beni ambientali ed architettonici che vedono coinvolti, su diversi piani, la Società Sirena e una serie di altre prestigiose istituzioni nazionali e internazionali quali il Dipartimento di Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, il Benecon.
Napoli è quindi la sede idonea per realizzare un osservatorio internazionale delle politiche via via attuate per la rivitalizzazione dei centri storici. Napoli potrà ospitare un evento-istituzione permanente che si proponga come momento di raccordo cerniera nel dialogo e nella cooperazione, sia sotto il profilo del dibattito critico nell’ambito della comunità scientifica, che del confronto e dello scambio tra le istituzioni, centrali e locali (agenzie di sviluppo, organismi internazionali).
4. L’evento
Napoli, quale osservatorio internazionale delle politiche di rivitalizzazione dei centri storici potrà coordinare a livello internazionale, con cadenza biennale a cominciare dal 2006, un Forum dedicato ai temi relativi alle politiche ed agli strumenti per il recupero dei tessuti urbani storici. Un incontro che periodicamente consenta di conoscere i casi più significativi di sperimentazione e di attuazione di “buone pratiche”, di riflettere su metodologie e progetti, di valutare i risultati.
L’idea potrebbe essere quella di articolare l’evento in due sezioni: la prima, costante in ogni edizione del Forum, riguarderebbe una verifica sullo stato dell’arte di quanto avviene nel mondo relativamente ai diversi aspetti costitutivi del problema (impatto sociale delle trasformazioni, reperimento delle risorse finanziarie e modo d’impiego, ruolo e competenze dei soggetti attuatori, strategie e piani, ruolo e diritti dei cittadini, rapporto tra soggetti pubblici e privati, efficacia del sistema di incentivi.). Sotto questo profilo si potrebbero selezionare, per ogni edizione, alcune esperienze ritenute esemplari e proporle al dibattito.
La seconda sezione potrebbe definirsi tematica individuando, ogni due anni, un argomento centrale, sul quale il Forum delinea delle tesi, delle proposte che offre come contributo specifico alle istituzioni, alla comunità scientifica, alla pubblica opinione. Si intende soprattutto cogliere le questioni inerenti l’ambito sociale, la componente multietnica delle città.
5. L’osservatorio
L’acquisizione della coscienza collettiva sull’importanza della conservazione della memoria e delle testimonianze materiali, sulla cultura e sulla forma urbana è un fenomeno relativamente recente, anche se sono numerose e diffuse, sia in Europa che nel resto del mondo, le sperimentazioni condotte in tema di riqualificazione e rivitalizzazione dei tessuti urbani più antichi.
A modelli teorici ed ipotesi disciplinari tipiche dei primi tempi di approccio al tema del recupero dei centri storici, si sono sostituite pratiche, in alcuni casi anche consolidate, che testimoniano un insieme di attività svolte a favore della salvaguardia dei contesti, della valorizzazione del patrimonio, della conservazione dei ceti sociali insediati, del rilancio economico delle aree interessate.
In particolare è possibile enucleare, nell’ambito delle esperienze condotte, alcune questioni emergenti nel campo delle politiche e degli strumenti di intervento: l’impatto nella sfera del sociale, il reperimento delle risorse finanziarie, il rapporto tra soggetti pubblici e privati ed il regime di agevolazione-contributi, il ruolo delle agenzie di promozione e gestione degli interventi nel rapporto con le istituzioni pubbliche ed i cittadini, la gestione del patrimonio immobiliare.
È oggi possibile, anzi necessario, monitorare lo stato di avanzamento delle diverse pratiche messe in atto a Santiago de Compostela come a Vilnius, a Edimburgo come a L’Avana, a Barcellona come a Dublino, a San Paolo del Brasile, a Valencia, ecc. per comprendere -nella consapevolezza della specificità delle diverse delle città prese in esame- quali, tra le sperimentazioni avviate, registrano risultati apprezzabili, quali problematiche emergono, quali modelli e processi sono eventualmente esportabili.
Una struttura permanente, di supporto all’organizzazione del forum, che prepari l’evento con un insieme di manifestazioni nel corso del biennio, che costituisca un momento di raccordo tra diverse istituzioni e soggetti.
L’osservatorio è costituito su iniziativa del Comune di Napoli, di Sirena s.c.p.a., del Dipartimento di Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali della Federico II di Napoli e del Prague Institute for Global Urban Development di Praga-Washington-Sidney e, in collegamento con organismi sopranazionali (UN-Habitat, Unesco, Premio Dubai, ecc.), gestirà un sito ed un archivio informatizzato data-base.
Questo organismo dovrà avere:
il patrocinio delle istituzioni nazionali(Presidenza della Repubblica, del Governo, ecc.);
il contributo delle istituzioni locali (Regione, Provincia, Comune);
il finanziamento di enti, imprese, fondazioni (Unione Industriali, ACEN, Camera di Commercio, Fondazioni bancarie, ecc.).
Tale Osservatorio potrebbe configurarsi, inoltre, come il nucleo principale per la costituzione di “Habitat-Campania”, volto a promuovere la realizzazione di progetti di “sviluppo sostenibile” nella Regione e nella Provincia.
6. Presentazione dell’iniziativa
Per presentare l’iniziativa la proposta è di tenere un convegno nei primi giorni del mese di febbraio prossimo a Napoli, che sia al tempo stesso un’occasione di confronto internazionale in grado di registrare lo stato attuale del dibattito e delle pratiche in atto nel campo della rivitalizzazione dei centri storici e, contemporaneamente, la “vetrina” idonea ad annunciare l’iniziativa del Forum, registrando le necessarie adesioni dei soggetti e istituzioni che si intendono, a tal fine, coinvolgere.

Fonte:  http://www.rhuf.net/ita/default.asp

mt

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