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Brindisi, rigassificatore. Non si ripeta a sinistra quello ....
10.02.2006
Il rifiuto del rigassificatore a Brindisi trae origine da un vasto e diffuso movimento di opinione che si era opposto alla politica delle precedenti amministrazioni locali e alle loro scelte tutte maturate (compresa quella del contestato impianto) in un clima segnato da scandali e da inchieste giudiziarie. Un movimento di opinione che reclamava una radicale svolta, sancita poi dall’esito delle elezioni amministrative del 2004 e dalle decisioni dei rinnovati organi di governo degli enti locali venutisi a trovare in perfetta sintonia con i nuovi orientamenti della Regione Puglia. Il “no” al rigassificatore risulta quindi motivato non solo dalla sua pericolosità, dovuta alla localizzazione dell’impianto nel porto della città ed in un’area già a rischio di incidenti industriali e di crisi ambientale (tre megacentrali elettriche, il petrolchimico ed altri grossi insediamenti inquinanti e rischiosi), ma anche e soprattutto dalla sua assoluta inconciliabilità col nuovo modello di sviluppo progettato dall’Amministrazione Provinciale e dal Comune di Brindisi. Una diversa economia locale quindi centrata sul rilancio del porto, sul dialogo e la collaborazione con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo orientale, sul turismo, sull’agricoltura e sulla promozione delle piccole e medie imprese.
Dimostrando di ignorare la particolare e pesante situazione di Brindisi, l’on.le Fassino e l’on.le Rutelli si sono pronunciati nei giorni scorsi in favore della costruzione del rigassificatore nella nostra città dando oggettivamente il loro sostegno ad una scelta del Governo Berlusconi che la stragrande maggioranza delle popolazioni locali considera devastante per il nostro territorio e che viene duramente osteggiata con scelte bipartisan dal Comune e dalla Provincia (il primo retto da una Giunta di centrodestra e la seconda da una Giunta di centrosinistra) nonché dalla Regione Puglia guidata dal Presidente Vendola. Le dichiarazioni dei citati esponenti dell’Unione sul caso-Brindisi, che non risultano in sintonia con le responsabili puntualizzazioni rese al riguardo dal prof. Prodi in una recente trasmissione di “Porta a Porta”, sono state opportunamente controbilanciate dalle ragionevoli e ponderate parole dell’on.le D’Alema e dalla ferma presa di posizione del Presidente Vendola il quale ha confermato il “no” della Regione Puglia al contestato impianto ribadendo che tale rifiuto non va letto in chiave ideologica perché si fonda su inconfutabili ragioni. Il “localismo” è quindi un’etichetta che non ci appartiene, che ci offende e che respingiamo con sdegno.

Vogliamo sperare che quanto è accaduto sia solo uno spiacevole infortunio che va superato con tempestive ed appropriate precisazioni, in difetto delle quali si potrebbe accreditare il rischio che venga riprodotto nel centrosinistra il malinconico spettacolo al quale abbiamo dovuto assistere in questi anni sul versante del centrodestra: amministratori e politici locali e regionali che si battono con determinazione per un nuovo sviluppo della città e del territorio e contro il rigassificatore mentre il Governo e gli esponenti nazionali dello schieramento che lo sostiene portano avanti, passando sulla testa delle nostre comunità, una politica sempre più disastrosa per il territorio brindisino.
Brindisi, 10 febbraio 2005
Michele DI SCHIENA – Doretto MARINAZZO – Giorgio SCIARRA
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