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«Sentinella del viver civile…»
18.02.2006
Il presidente dell'UCOII. dott. Mohamed Nour Dachan, ha inviato questa lettera al sig. Presidente della Repubblica. Per rispetto e correttezza il documento viene reso noto solo ora dopo il ritorno del Presidente Ciampi dalla sua visita ufficiale in Spagna

Sig. Presidente della Repubblica,

ci siamo risolti a scriverLe per rappresentarLe tutto il nostro disagio e la nostra preoccupazione di fronte alla deriva oggettivamente esacerbata e mistificante di una parte della stampa italiana e al comportamento di una forza politica, che in difetto di argomenti e legittimazione, ha creduto di trovare nella continua polemica razzista e anti islamica la sua ragion d’essere mediatizzata ed evidente.

Tale comportamento irresponsabile e provocatorio, oltre ad avvelenare il clima civile del paese, causa un notevolissimo danno d’immagine all’estero ed in particolare nei paesi musulmani destinatari del nostro export, in cui si sta rapidamente dilapidando un capitale di stima e simpatia che il lavoro italiano era riuscito ad accumulare in decenni di relazioni cordiali e corretta pratica commerciale.

Pensando alla nostra condizione non possiamo non andare con la memoria ad un onorevole passato del mondo islamico, quando il quartiere ebraico (in Marocco ad esempio) si trovava proprio nelle immediate vicinanze del palazzo reale a ricordare, anche urbanisticamente, la protezione che il sovrano musulmano garantiva ai suoi sudditi appartenenti ad un’altra delle grandi religioni abramitiche.

O più recentemente quando Mohamed V, un grande sovrano di quello stesso paese, respinse le richieste del governo razzista di Vichy che pretendeva l’internamento (e poi forse la deportazione) degli ebrei marocchini. Era un sultano che subiva il protettorato eppure ebbe il coraggio civile di rifiutare quegli ordini e difendere i suoi sudditi dalla barbarie incipiente, altri capi di Stato o di governo non ebbero il coraggio di farlo.

La Gente del Libro infatti è stata tutelata per secoli dal rigore della legge islamica e dalla tradizione profetica, che in un detto riferito da una catena autentica di trasmettitori, ammoniva i musulmani con queste parole del profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui): “Chi mancherà nei confronti di un dhimmi (un cristiano o un ebreo che vive in terra d’Islam) mi avrà per nemico nel giorno del Giudizio”.

Abbiamo voluto ricordare questi fatti, signor Presidente, per riallacciarci ad una grande consuetudine di dialogo e tolleranza che ha spaziato in quasi tutta la storia dei rapporti tra i musulmani e gli altri credenti, persino in India o in Persia dove induisti e zoroastriani non furono costretti ad abiurare la loro fede.

Oggi, in questo nostro paese che si vuole liberal-democratico, regolato nei suoi grandi principi da una Costituzione scritta da uomini e donne che avevano vissuto e combattuto la dittatura fascista e la sua aberrazione razzista e antisemita, ci troviamo nella difficile posizione di quelli che dovrebbero subire, senza reazione alcuna, la violenza verbale e la pervicace protervia di individui appartenenti al governo della Repubblica, persone che nelle Sue mani, signor Presidente, hanno giurato di essere fedeli alla Costituzione e alle leggi dello Stato.

Per tutte queste ragioni e perché sentiamo la Sua alta magistratura come la più solida garanzia alle derive di una politica per qualche verso ondivaga ed opportunista, siamo a chiederLe un Suo autorevole intervento affinché i musulmani e non solo loro, possano continuare a guardare al Colle come ad una vigile e alacre sentinella che protegge il viver civile e la concordia nazionale.

Il presidente UCOII - Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia

Dott. Mohamed Nour Dachan

Ancona 16 febbraio ’06

Fonte: Ecumenici.org

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