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Il compleanno di Communitas 2002
22.06.2003

LETTERA APERTA AI MOVIMENTI
Communitas 2002 si appresta a compiere il primo anno di attività.
L’associazione, nata sull’onda dell’indignazione contro le leggi vergogna attuate dalla destra, è cresciuta in maniera notevole e si è inserita stabilmente nel tessuto milanese; è sempre presente nei momenti di aggregazione dei movimenti, partecipa attivamente alle grandi manifestazioni che hanno caratterizzato la politica italiana di quest’ultimo periodo ed organizza e partecipa a convegni su tutto il territorio nazionale.

Dopo l’apertura di una sede di riferimento a Roma si sono intensificati i contatti stabili anche con i movimenti romani.

In base a questo lavoro, svolto appassionatamente dai i soci, Communitas si pone oggi come uno dei pochi movimenti organizzati e strutturati e viene riconosciuta come interlocutore affidabile dagli altri movimenti, dai partiti del centrosinistra e dalle istituzioni.

Questo risultato è stato ottenuto con la continuità dell’azione nel tessere rapporti costanti e costruttivi con le articolate realtà del centrosinistra, nella convizione che sia più utile una collaborazione intesa come stimolo ai partiti, e non di contrapposizione, come in qualche caso ancora emerge da alcuni documenti e comportamenti.

Questo atteggiamento di contrapposizione, a volte addirittura astioso e ostile, non era neanche alla base dell’ormai famoso grido di Nanni Moretti a Piazza Navona, pronunciato con passione civile in tempi che oggi appaiono politicamente lontani. Infatti, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, appare chiaro che Moretti non voleva essere distruttivo nei confronti dei partiti come organismi politici, ma intendeva spronare a una maggiore reattività e incisività dell’opposizione che in effetti oggi, con il continuo stimolo dei cittadini, comincia a intravedersi nella classe politica del centro sinistra.



Il cambiamento auspicato e richiesto reiteratamente e con enfasi all’opposizione, non poteva e non può essere repentino, come alcuni massimalisti radicali esigevano e continuano pervicacemente a pretendere fino ad auspicare il dissolvimento dell’attuale classe politica.

Il cambiamento è un progetto che non può maturare in tempi istantanei, ma è un processo evolutivo che ha bisogno di tempo e di alimentarsi continuamente con le idee che provengono dalla società.



Dai tempi di Piazza Navona molte cose sono accadute e molta strada è stata percorsa: è tempo che anche i movimenti ne prendano atto e si avviino su nuovi percorsi politici eliminando anche dal linguaggio toni polemici e supponenze autoreferenziali che potrebbero essere interpretate solo come autoproposizioni da far pesare in sede politica.



E’ tempo quindi di costruire insieme un percorso politico comune dove il dialogo sia il principale strumento, le risorse umane siano correttamente valutate e adeguatamente utilizzate e valorizzate.

Il tutto inquadrato in un contenitore che ancora oggi appare lontano, ma proprio per questo lo stimolo dei movimenti deve essere diretto alla costruzione e non più alla contrapposizione.

Qualche segnale di novità sembra apparire all’orizzonte politico e, da parte dei partiti maggiori, sembra ci sembra di notare una maggiore sensibilità.



La campagna elettorale appena conclusa ha dimostrato che in diversi casi la collaborazione attiva e propositiva tra movimenti e partiti ha dato buoni frutti in diverse realtà (Friuli, Udine e Pescara, etc…). Questo approccio che timidamente si affaccia nello scenario politico italiano è una tale ricchezza potenziale che non deve essere dispersa: da qui la necessità di una più attiva e convinta collaborazione per meglio interpretare le nuove realtà.

Bisogna inoltre che i movimenti si rivolgano con maggiore attenzione verso le realtà giovanili che oggi sembrano più disponibili alla partecipazione attiva con la nascita di grandi movimenti di massa tesi alla costruzione di una nuova società.

Le nuove generazioni ormai sono consapevoli che il loro futuro è condizionato da una parcellizzazione del mercato del lavoro e da un’elevatissima precarietà e temporaneità dello stesso che induce insicurezza e limita la progettualità di vita.

L’aggregazione politica del centro sinistra (associazioni, movimenti e partiti) dovrà dare risposte a queste esigenze, risposte che la destra non sarà mai in grado di dare, in quanto è lei stessa la causa di questo deterioramento sociale.



Communitas 2002 continuerà a perseguire una politica di coesione agendo in tutte le sedi possibili, come cerniera tra partiti e sociale, tra associazioni e movimenti e tra movimenti e movimenti, cercando di contribuire con le proprie capacità e modalità alla costruzione di quel luogo politico che è il primo passo di un percorso che nel prossimo futuro deve realizzare il nuovo modo di fare politica, in cui i partiti riescano a meglio interpretare il proprio ruolo mettendosi meglio in relazione con la società.



In relazione a quanto detto, Communitas 2002 prosegue il percorso politico tratteggiato e riconosce nella Rete dei Cittadini per l’Ulivo il contenitore naturale per proseguire un’azione di risveglio delle coscienze verso una costituente del Nuovo Grande Ulivo.

L’associazione della Rete dei Cittadini per l’Ulivo, infatti, offre una giusta cornice strutturata ma leggera per garantire ad associazioni, movimenti liste civiche ed altre aggregazioni politiche più o meno spontanee un ambiente di collaborazione, confronto costruttivo ed elaborativo in cui avviarsi in un processo progettuale e programmatico.

Anche se la stagione del movimentismo dell’indignazione purtroppo non è esaurita, i tempi sono maturi per decidere di costruire l’auspicata alternativa.

Angelo Salvatori
Communitas 2002
Milano, 22 Giugno 2003

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