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Giornata della donna
9.03.2006
Diritti ancora negati, al Sud come al Nord / Unimondo

In occasione della "Giornata internazionale della donna" numerose associazioni sottolineano come i diritti delle donne siano, in forme differenti, tuttora negati nel Sud come nel Nord del mondo. ActionAid International sottolinea che "garantire alle donne l’accesso ai momenti decisionali è fondamentale per la realizzazione dei loro diritti fondamentali alla libertà e all’autodeterminazione”. "Ogni giorno 852 milioni di persone vanno a letto affamate. Sono 18 milioni in più rispetto al 1996, quando i leader del mondo avevano garantito il proprio impegno a dimezzare la fame entro il 2015. Le donne rappresentano più del 70% di questi 852 milioni di persone e rivestono da sempre, soprattutto nelle aree rurali del Sud del mondo, un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare alla famiglia" - nota l'organizzazione.
Secondo un’analisi condotta da ActionAid International, le disparità legislative e il contesto socio-culturale impedisce alle donne anche il semplice accesso alla terra: le donne, infatti, hanno spesso una scarsa conoscenza dei loro diritti di cittadine e questo le rende ancora più esposte alle discriminazioni. Conflitti armati, basso livello di scolarizzazione e l’ampia diffusione dell’Hiv sono ulteriori cause che impediscono alle donne di realizzare i propri diritti fondamentali, prendendo parte ai processi decisionali che le coinvolgono in prima persona. È anche per rivendicare i diritti delle donne che ActionAid International in questi giorni è presente con una propria delegazione a Porto Alegre, in occasione dell’ICCARD, la Conferenza Internazionale per la riforma agraria e lo sviluppo rurale promossa dalla Fao. Sostenere la leadership delle donne nelle aree rurali, creare una alleanza tra donne di paesi e continenti diversi e combattere per il diritto alla sicurezza alimentare e alla partecipazione nella gestione delle risorse naturali dei propri paesi sono solo i primi passi da compiere per un’effettiva emancipazione di tutte le donne, anche di quelle del Sud del mondo.
L'Organizzazione mondiale per le migrazioni afferma che "è necessaria più attenzione nel soccorrere le donne vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale per evitare che siano stigmatizzate e discriminate". Un appello che Nuoveschiavitu.it accoglie e rilancia in occasione dell’8 marzo. «Nel mondo la tratta degli esseri umani è in aumento, ma c’è da fare di più. Dobbiamo cambiare attitudini. Troppo spesso donne e ragazze trafficate per lo sfruttamento sessuale sono due volte vittime in quanto stigmatizzate a causa della prostituzione» - dice Ndioro Ndiaye, direttore generale dell’Oim.
Nuoveschiavitu.it ricorda inoltre la vulnerabilità delle vittime della tratta "ospiti" dei centri di detenzione e la mancanza di protezione che invece dovrebbe essere loro garantita. Secondo gli esperti il 50 per cento delle vittime della tratta espulse con effetto immediato sono riciclate dai trafficanti. Per questo gli stati dovrebbero offrire loro delle alternative. Le donne trafficate a scopo di sfruttamento sessuale, sia oltre che entro i confini del paese d'origine, sono, secondo le Nazioni Unite, 4 milioni, un mercato che muoverebbe dai 5 ai 7 miliardi l'anno. A livello europeo l'industria del sesso risulta coinvolgere circa 500.000 giovani. In Italia si stima una presenza di prostitute straniere che oscilla tra le 14.757 e le 19.289 unità e circa 1500-2000 di esse risulterebbero coinvolte nella tratta. Niente, tuttavia, riesce a far distinguere una prostituta qualunque da una donna trafficata ed è proprio questa "mescolanza" con la prostituzione di strada che rende l'affare così redditizio.
"La parità uomo-donna è ancora lungi dall’essere raggiunta, in un mondo fatto di ineguaglianze, che, in alcuni paesi del mondo, raggiungono aspetti drammatici. E lì dove l’eguaglianza è garantita, la sua applicazione è discutibile" - afferma l'editoriale di oggi di http://inopera.blogspot.com. In Africa ci sono 90 milioni di "donne “mancanti”, e l’Aids ne uccide di più degli uomini, per non parlare poi delle mutilazioni sessuali; avanzano forme di schiavitù moderna, come la tratta di esseri umani a scopo di prostituzione e turismo sessuale.
Nei cosiddetti paesi “occidentalizzati”, l’ineguaglianza si esprime sotto altre forme. La presenza femminile in politica e nei posti di potere traccia il livello d'avanzamento di civiltà di una nazione, ed anche il livello dello sviluppo economico.Lì dove c’è minor integrazione delle donne, esiste maggiore povertà, minore welfare. Il fiore all’occhiello della comunità europea è rappresentato dalla Svezia – dove al parlamento le donne sono il 47% e l’80% delle donne hanno un lavoro. Nonostante pochi casi, le donne europee (italiane in testa) rimangono a casa a curare le faccende domestiche(le svedesi lavorano in casa appena il 50% in più degli uomini, le italiane il 200%).
Da un'indagine sulla condizione delle donne vittime di infortuni presentata oggi a Roma dall'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) emerge che ogni quattro incidenti sul lavoro uno riguarda una lavoratrice e che mentre per gli uomini la percentuale degli incidenti sul lavoro è diminuita nell’ultimo quadriennio per le donne è aumentata del 2%. Nonostante la diminuzione degli infortuni denunciati negli ultimi quattro anni, il numero dei morti in Italia rimane ancora alto con i 1.238 del 2004. Le donne sono state 103 (una minorenne) pari all’ 8%. In crescita anche il numero degli infortuni per le donne migranti: dai 10.000 casi del 2001 al raddoppio del 2004, anno in cui si sono registrati 18 casi mortali rispetto ai 174 dell’intera popolazione dei lavoratori extracomunitari. Secondo un sondaggio, presentato dal presidente Anmil Pietro Mercadelli, effettuato dalla Intertel Services su un campione statistico di 750 donne delle 250.000 che hanno subito gravi e permanenti conseguenze invalidanti da un infortunio sul lavoro (molte di più delle 128.994 donne che hanno un riconoscimento Inail), il 45% delle donne invalide ‘é completamente insoddisfatto’ delle informazioni che ha ricevuto dopo aver subito l’infortunio sul lavoro.
Una buona notizia: in occasione della Festa della donna, il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha deciso misure di grazia per donne detenute o in libertà condizionale: 152 sono state oggi scarcerate mentre altre 130 beneficieranno di uno ''sconto'' della pena variabile da 19 a 23 mesi. Le misure di grazia permetteranno a queste donne di ''ritrovare il loro posto nella famiglia e nella societa', in un momento in cui il nostro paese sta promuovendo i valori di pace e riconciliazione nazionale, per rinsaldare le fila del popolo algerino'', precisa un comunicato della presidenza della repubblica. [GB]

Fonte: http://unimondo.oneworld.net/article/view/128964/1/

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