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Rifiuti, campagna di Puglia
16.03.2006
La Nuova Ecologia . - Si trovava a pochi metri da un torrente che alimentava l’acquedotto pugliese e veniva utilizzato per l’irrigazione dei campi. La discarica al centro delle operazioni del Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri che ha portato all’arresto di 13 persone questa mattina nel barese era al doppio della sua capienza.
La discarica incriminata è a Canosa di Puglia, ma s'incentrano su Altamura e sull'entourage del noto imprenditore altamurano del settore dei rifiuti Carlo Dante Columella le indagini che hanno portato oggi i carabinieri ad eseguire 13 arresti per un traffico illecito di rifiuti speciali e l'inquinamento della falda acquifera. Per gli investigatori, quella degli indagati è stata una «ricca e fiorente attività che non si è arrestata né rallentata nonostante le varie iniziative giudiziarie intraprese nel tempo (controlli in discarica, sequestri di mezzi di trasporto e di rifiuti)». Il volume d'affari sviluppato nella discarica sotto inchiesta, la Cobema di Canosa di Puglia, è stimato dagli investigatori in 200 milioni di euro.
Esposti dei cittadini e una controversia tra il Comune di Canosa di Puglia - guidato da un sindaco di centrodestra, Francesco Ventola - e le autorizzazioni alle discariche date dalla Provincia di Bari - amministrata dal centrosinistra - sono alla base delle indagini che hanno portato oggi agli arresti da parte dei carabinieri del Noe di noti imprenditori pugliesi del settore dei rifiuti (tra i quali anche un esponente e candidato di Rifondazione comunista).
Giusto un anno fa, nell'aprile 2005, il consiglio comunale di Canosa di Puglia, all'unanimità, stabilì che doveva divenire un parco naturale l'area di contrada Tufarelle dove si trova non solo la discarica della Cobema che ha portato agli arresti odierni ma anche altri due impianti, autorizzati dalla Provincia di Bari, a smaltimento e trattamento rifiuti: la discarica per rifiuti speciali della ditta Bleu e un impianto industriale per il trattamento e la depurazione di rifiuti liquidi speciali e di frantoio oleario della ditta Solvic srl, Società olearia vinicola conserviera per la depurazione di acque e rifiuti liquidi speciali.
Per il sindaco di Canosa, già un anno fa, la discarica Cobema era piena da tempo, ma - lamentava il sindaco – la Provincia continuava a mantenere le autorizzazioni: i carabinieri, nelle indagini che oggi hanno portato agli arresti, hanno accertato che l'impianto contiene circa 200 mila metri cubi di rifiuti in più rispetto al consentito, il doppio della capienza.
L'area delle "pattumiere" in contrada Tufarelle, per di più, é pochi metri dal torrente Locone che viene utilizzato dall'Acquedotto pugliese per i rifornimenti idrici e dai contadini della zona per l'irrigazione. A circa tre anni fa risalgono i primi esposti dei cittadini alla magistratura che denunciavano il degrado dell'area. Cominciarono le indagini dei carabinieri che, per motivi diversi, hanno portato dopo qualche tempo al sequestro in primo luogo della Bleu, citata anche nel rapporto nazionale sulle ecomafie di Legambiente. Dalle analisi compiute per giungere a quel sequestro risultava - secondo il provvedimento del giudice di Trani Michele Nardi – che nelle falde acquifere della zona, utilizzate dai contadini per irrigare, c'era un tasso altissimo di metalli e altre sostanze altamente cancerogene.
Al sequestro della Bleu sono seguiti sequestri di camion che portavano rifiuti alla Cobema, in taluni casi perché - secondo i carabinieri - la bolla di accompagnamento non corrispondeva al carico.

Fonte: http://www.lanuovaecologia.it/ecomafie/ciclo_dei_rifiuti/5525.php

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