18.03.2006
Ancora una volta si strumentalizzano gli operai per imporre gli interessi di un gruppo imprenditoriale che controlla l’economia di Lipari. Le cave di pietra pomice di Lipari avrebbero già da molto tempo dovuto essere chiuse e riconvertite, in modo da salvaguardare anche per il futuro i livelli occupazionali. Ma la Pumex si è sempre sottratta alla prospettiva. Essa intende continuare fino al limite lo sfruttamento delle cave per poi puntare all’utilizzazione edilizia del sito con evidenti finalità speculative; vuol far credere che continuare a distruggere il vulcano serve a creare occupazione, mentre invece pregiudica il futuro economico delle isole che così facendo rischiano di essere cancellate dall’elenco dei luoghi patrimonio dell’umanità tenuto dall’UNESCO. Alle cave, infatti, lavora oggi un organico costituito da poche decine di persone, organico che, con le sole opere di messa in sicurezza e la conseguente di riconversione, si troverebbe ad essere incrementato in modo esponenziale. Va pure, nel caso, sottolineato il clima di sostanziale accondiscendenza da parte da parte della Regione che continua a ritardare l’istituzione della Riserva Naturale che costituisce un obbligo di legge. Distruggere l’ambiente con l’attività di cava e preparare nuove speculazioni avvantaggia soltanto la Pumex e non c’entra nulla con gli interessi degli operai e della cittadinanza di Lipari. Legambiente chiede l’immediata adozione di un piano di riconversione che deve essere ecosostenibile e deve valorizzare, senza stravolgerle, le risorse naturalistiche e culturali dell’isola con la realizzazione di un grande ecomuseo all’aperto.” Annuncia la pubblicazione di un Dossier sul Caso “Lipari” che sarà presentato alla stampa la prossima settimana.
Fonte: Legambiente Sicilia
http://www.legambientesicilia.com/sito/main.asp
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