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Ancora uno sforzo il voto cambierà l’Italia
19.03.2006
L'ultimo miglio è faticoso come gli altri, perché i ritmi di questa campagna elettorale non sono poi così diversi da quelli che Fassino impone a se stesso da quando è stato eletto leader della Quercia. E anche questi non sono poi così distanti dalle maratone di lavoro che il segretario corre da quando fa politica, cioè da decenni.

Ogni città, sei-sette iniziative di fila, dalle 9 di mattina a mezzanotte e, spesso, anche oltre. Lo segui e in poche ore conosci più di quanto potrebbe permetterti un'intera guida del Touring. Adesso l'auto del leader della Quercia si dirige veloce verso Vicenza, lasciandosi alle spalle Milano, che in meno di 48 ore è stata visitata in lungo e in largo. Con la partecipazione al corteo dei commercianti di mercoledì sera avremmo fatto bingo. «Io e Prodi non siamo andati perché settori di An, e non solo quelli, ne avrebbero approfittato per fare gazzarra - ripete Fassino - Era una trappola e noi non ci siamo prestati. In questo modo abbiamo mostrato rispetto per Milano e per i promotori della manifestazione». Fassino ha la voce rauca, è segnato dalla stanchezza. Ma è sereno, ottimista. «Malgrado una legge elettorale che, come spiega spudoratamente Calderoni, è stata fatta appositamente per mettere in difficoltà il centrosinistra - spiega - ovunque vado trovo tanta gente, tanta passione, voglia di vincere».

Molte liti in tv. Ma gli elettori non le sembrano un po' distratti?
Vedo due campagne elettorali. Una fatta di tante manifestazioni, incontri, partecipazione, voglia di discutere. Poi c'è quella che si svolge in tv, caratterizzata dall'asprezza dello scontro e talvolta dalla rissa. Noi dobbiamo cercare di fare prevalere il metodo del confronto, chiedendo un voto sì per liberare l'Italia da Berlusconi, ma anche, e soprattutto. per dare al Paese una prospettiva nuova.

Segretario, l'Unione ha "scollinato", come direbbe Rutelli?
Diciamo che corriamo in discesa, anche se non bisogna dimenticare che Berlusconi giocherà la partita fino all'ultimo secondo. La sua pessima performance televisiva, però, non è stata un incidente di percorso. In realtà il Presidente del Consiglio non è in grado di presentarsi agli elettori nello stesso modo del 2001. Allora era portatore di un messaggio accattivante. Cinque anni dopo quel sogno si è infranto, basti pensare ai dati Istat e Bankitalia. Crescita zero, ripresa dell'indebitamento, deficit di bilancio fuori controllo, centomila occupati in meno in un anno. Per la prima volta, in 12 mesi, i contratti di lavoro a tempo determinato sono di più' di quelli a tempo indeterminato.

Abusi della legge Biagi", lei è d'accordo con Prodi?
I dati di Bankitalia stanno lì a dimostrare che la legge 30 voluta da Maroni ha fortemente precarizzato il mercato del lavoro. Una realtà che milioni di giovani vivono sulla loro pelle. In questi anni, in sostanza, la politica della destra ha dato di meno e non di più' alla gente. Penso alle centinaia di migliaia di famiglie che hanno visto diminuire il potere d'acquisto del loro reddito o alle imprese lasciate sole di fronte a una competizione sempre più aggressiva. Penso alla scuola o alla sanità colpite da scelte che hanno destrutturato la possibilità di fornire ai cittadini servizi di alta qualità. Penso al Mezzogiorno abbandonato o alla donne…

Il premier ne ha dette delle belle sulle signore che non vogliono far politica per non lasciare i mariti cinque giorni su sette…
Ha parlato in modo goffo e retrivo, usando espressioni che, però, spiegano bene perché in questi anni la destra non ha avuto la capacità di promuovere politiche a favore delle donne. L'Italia è al palo e Berlusconi non sa come uscirne. Per questo il suo messaggio elettorale è privo di appeal.

Se continua a battere sull'anticomunismo una ragione ci sarà…
Berlusconi le tenterà tutte. Non basta, però, evocare gli spettri, quando la gente si mette le mani in tasca e ci trova dentro poca roba. Il premier è in difficoltà evidente. Chiede un voto per continuare a governare come ha fatto fin qui. Cosa c'è di più' sbagliato? L'esito della sua politica è deludente.

Vittoria facile, quindi, per il centrosinistra?
Non illudiamoci di avere già vinto, anche se tutti i sondaggi ci danno in vantaggio. Ed è ingannevole il tentativo di Berlusconi di far credere che ci ha raggiunto o è addirittura in testa. Anche i dati di questi ultimi giorni ci danno vincenti. Attenzione, però, Berlusconi è un combattente. C'è da lavorare sodo, ancora. L'Italia rischia, e molto. Se con il voto non si chiude questo periodo così grigio, il nostro Paese si esporrebbe ad una deriva irreversibile. Per questo il voto è così importante.

Per Prodi si fronteggiano due visioni opposte del mondo…
In democrazia le elezioni sono sempre importanti. Ma ci sono dei passaggi elettorali che assumono un significato maggiore. Qui si tratta di chiudere un'epoca. Quella del berlusconismo cominciata nel '94. Un periodo buio per il Paese. L'Italia è più' insicura e più' a rischio di prima. Per questo serve la "nuova primavera" di cui parla Prodi. Siamo un grande Paese e abbiamo tutto ciò che è necessario per tornare a dimostrare che non siamo una nazione alla deriva. Ce la possiamo fare. A patto che ci sia una guida politica capace di indicare mete che chiamino a raccolta le energie del Paese. Per questo serve una guida politica autorevole e forte che dia l'esempio. Perché ciascuno torni a remare occorre che qualcuno indichi la rotta. Un nuovo governo non serve solo a fare politiche adeguate e giuste, ma a creare un clima di fiducia che inciti ognuno a rimettersi in gioco.

E quale rotta indicano le 281 pagine di programma del centrosinistra?
Quelle 281 pagine non costituiscono una somma casuale di proposte, ruotano intorno ad alcune grandi priorità. Rimettere in moto la crescita innanzitutto. Crescita significa sostegno alle imprese, investimenti nella ricerca, nell'innovazione, nella formazione, modernizzazione delle infrastrutture, a partire dai porti per fare dell'Italia la porta d'ingresso di tutto ciò che dall'Asia e da lontano arriva in Europa. E crescita significa valorizzazione del nostro patrimonio culturale, storico, paesaggistico. Significa turismo come grande leva di sviluppo.

E quale tasso di crescita promette da subito il centrosinistra?
Servono misure che rimettano in moto l'economia per farla crescere almeno del due per cento di Pil all'anno.

Questo significherebbe più occupati, naturalmente…
Bisogna restituire certezza e sicurezza al lavoro. Bankitalia ci conferma che in questi anni è cresciuta la precarizzazione. Sappiamo benissimo che viviamo in una società flessibile e che, a differenza del passato, un posto trovato a vent'anni non rimane tuo per tutta la vita. Ma è altrettanto vero che una società flessibile non può trasformarsi in una realtà dove non si abbia certezza di lavoro. Serve una politica che realizzi una flessibilità non precaria…

Definizione a effetto, ma cosa significa in concreto?
Significa ammortizzatori sociali, forme di reddito minimo garantito, incentivi per trasformare dopo un certo periodo di tempo i contratti dal tempo determinato a quello indeterminato, garanzie, diritti, tutele. Ma più certezza significa anche uno stato sociale che non lasci sole le famiglie…

La solitudine è figlia anche del reddito che si riduce. Promettete di elevarlo. Come segretario?
Bisogna ridurre il prelievo fiscale per le fasce basse, favorire rinnovi contrattuali che incrementino il valore delle retribuzioni, adottare politiche sociali che mettano a disposizione delle famiglie servizi essenziali. Senza una rete diffusa di asili nido e scuole materne, ad esempio, le famiglie continueranno a crescere da sole i loro bambini e, contemporaneamente, il tasso di occupazione femminile rimarrà più' basso della media europea, come oggi. E ancora, servono servizi per accudire gli anziani, visto che di qui a pochi anni costituiranno il 50% della nostra società.

Gli interventi sulla legalità saranno forse i più emblematici per dimostrare la rottura con il berlusconismo. Non crede?
Non hanno pensato agli interessi della giustizia, ma a quelli di Berlusconi e dei suoi amici. Leggi ad personam, condoni, ammiccamenti all'illegalità diffusa. Serve una giustizia che funziona, che tuteli l'indipendenza della magistratura, che dia risposte rapide ai cittadini. Ma, tra le priorità di un governo di centrosinistra, non va dimenticata l'Europa. Il centrodestra ha messo l'Italia ai margini. La Lega è stata estromessa perfino dal gruppo dell'europarlamento del quale faceva parte. Per non parlare degli accordi elettorali stipulati da Berlusconi con neofascisti e neonazisti.

I sindacati vi hanno aperto una linea di credito. Come giudica la posizione degli industriali?
Intorno al nostro programma si può realizzare un grande patto sociale tra sindacati, Confindustria, piccola e media impresa, volontariato, professioni, ecc. Dal congresso della Cgil, così come dall'assemblea di Confindustria, sono venute indicazioni convergenti che possono essere raccolte da un governo di centrosinistra. Noi siamo considerati più' affidabili rispetto alla destra. Gli italiani lo hanno dimostrato votandoci dal 2002 a oggi. E la nostra affidabilità è aumentata perché, a differenza del 2001, ci siamo applicati a costruire livelli di unità sempre più ampi. I nostri avversari, invece, si dividono sempre più, anche in questi giorni

Allude a Casini e Fini che prendono le distanze da Berlusconi?
Il tentativo di smarcarsi è in atto da mesi, si sono inventati le tre punte appositamente per questo. La loro, però, è un'operazione ingannevole e illusoria, perché hanno condiviso tutte le scelte del premier. Ma è significativo che tentino adesso un'operazione opportunistica e furbesca. Insomma: noi ce la possiamo fare, la vittoria è alla nostra portata.

Cosa fare nel tratto finale di quello che lei chiama "l'ultimo miglio"?
Dobbiamo fare arrivare il nostro messaggio e la nostra richiesta di voto a tutti gli elettori. Dobbiamo valorizzare i nostri candidati, spiegare come si vota chiedendo un doppio voto. Per l'Ulivo alla Camera. Per quel simbolo, cioè, che incarna da 10 anni il progetto delle forze riformiste e con il quale abbiamo già vinto nel '96 e in tante altre elezioni e che oggi può raccogliere almeno un terzo dell'elettorato. Quanto più l'Ulivo sarà forte, tanto più consentirà a Prodi di essere autorevole e al centrosinistra di essere solido e coeso. Contemporaneamente dobbiamo chiedere un voto forte per i Ds al Senato. Siamo il primo partito italiano e sulle nostre spalle pesa in modo maggiore la responsabilità di portare alla vittoria l'Unione. Un forte successo dei Ds è la garanzia perché il progetto dell'Ulivo possa realizzarsi e perché l'Unione possa vincere e governare per 5 anni. Dobbiamo mettere in campo la nostra capacità di mobilitazione. Faccio appello a tutte le nostre organizzazioni, alle nostre candidate e ai nostri candidati. E faccio appello agli amministratori. Ai sindaci, agli assessori, ai governatori delle regioni, ai presidenti delle province. È il momento di giocare fino in fondo il loro grande rapporto con la gente. È il momento di parlare con tutti, di interloquire con ogni domanda della gente, di entrare in contatto con i giovani. E con le donne. Nel 2001 furono decisive per far vincere Berlusconi, oggi possono esserlo per far vincere il centrosinistra. Noi abbiamo un terzo di donne nelle nostre liste e ne eleggeremo altrettante. Se metteremo in campo tutte le risorse che abbiamo e l'entusiasmo, la passione e la generosità di cui siamo capaci potremo vincere.

Intervista da www.unita.it

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