L’antefatto si è svolto ieri sera a Genova, quando all’uscita da una convention di Forza Italia, un giovane manifestante ha apostrofato Berlusconi ricordandogli lo stalliere di Arcore, quel Vittorio Mangano di cui i più - ormai, e non è un caso - avranno un’immagine grottesca, ridicola.

Mangano, il mafioso della famiglia di Santa Maria del Gesù (Palermo), occupava ai suoi tempi un ruolo nell’organigramma di Cosa nostra che i Bondi e i Cicchitto non avranno mai alla corte di Berlusconi. Mangano era killer e trafficante di eroina, uomo d’onore a tutto tondo, fedelissimo di Stefano Bontate prima e di Pippo Calò dopo. Una lunga carriera la sua, culminata - questo sostengono i magistrati - nel trasferimento ad Arcore come “protettore mafioso” del ricco industriale del nord. Insomma, uno stalliere d’oro quest’amico di Dell’Utri. Come se Andreotti vi consigliasse l’assunzione di Sindona per curare la contabilità della bottega di famiglia.

I nervi sono scoperti sul tema “mafia”. Tanto che il Cavaliere ieri sera ha perso le staffe (!) e ha dato del “coglione” al giovane. Stamani Violante osserva che “Mangano era lo stalliere mafioso del presidente del Consiglio. C’e’ un giro di mafia vicino a lui e il ragazzo ha quindi toccato i nervi scoperti di Berlusconi”.

Apriti cielo! Si è aperto il tiro al bersaglio al capogruppo Ds. Nessuno però che tocchi i tasti davvero sensibili: il processo in corso contro Marcello Dell’Utri per mafia, che riassume in sè tutta la vicenda dei rapporti tra Berlusconi e Cosa nostra.

Non abbiano paura i difensori di Berlusconi: nessuno ne parlerà. Per “bon ton” si potrebbe pensare, oppure perchè l’antimafia non porta voti come si ripete; o per una bicamerale ormai interiorizzata che continua le sedute.
Ma in fondo non c’è probema: è’ stato solo il gesto imprevedibile di un giovane.

Vedi:  http://www.cuntrastamu.org/wordpress/index.php/?p=115

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