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Cgil: due ore di sciopero entro settembre
24.06.2003

CGIL: due ore di sciopero contro la legge 30
Entro settembre, la fermata contro la legge sui contratti atipici. Il documento del Direttivo CGIL.
Il Comitato Direttivo Nazionale della CGIL riunitosi il 23 giugno 2003, approva l'intesa bilaterale raggiunta tra CGIL CISL e UIL e Confindustria del 19 giugno 2003 per sviluppo occupazione e competitività i cui contenuti sono coerenti con la strategia della CGIL per contrastare il declino da tempo denunciato, ed è di segno contrario agli obiettivi del manifesto di Parma presentato da Confindustria nel 2001 e degli atti e comportamenti successivi sa partire dal Patto per l'Italia.
La CGIL ha ribadito, come è avvenuto durante la conferenza stampa sul terrorismo, l'irrecivibilità delle gravi provocazioni avanzate dal Presidente di Confindustria rispetto alle ignobili accuse verso l'operato della CGIL degli ultimi due anni.
La crisi strutturale del sistema industriale, l'aggravamento economico, produttivo e occupazionale del nostro Paese, trova riscontro anche negli ultimi dati degli andamenti economici, nonché nei dati negativi sulla competitività, che conferma purtroppo il generale declino denunciato dalla CGIL.
La CGIL di fronte alla forte penalizzazione dello sviluppo e dell'occupazione, per mancanza di politiche industriali e contro la via bassa alla competitività, si è mobilitata con proposte ed azioni di lotta, atte a far assumere, a partire da Confindustria e dal Governo, il tema dello sviluppo, quale problema centrale e prioritario da aggredire in tutti i suoi aspetti, con interventi mirati alla ricollocazione qualitativa del nostro sistema industriale in Europa e con l'Europa nel mondo.
A tale fine abbiamo con coerenza perseguito una linea strategica che ci ha consentito di realizzare una intesa fra CGIL CISL e UIL e Confidustria proprio sui temi centrali posti dalla nostra organizzazione, nello sciopero del 18 ottobre 2002, nel convegno sulle politiche industriali dell'11 febbraio 2003 e nel successivo sciopero dei settori produttivi del 21 febbraio scorso. Tre tappe importanti che hanno sostanzialmente consentito l'apertura del tavolo con Confindustria il 25 febbraio scorso.
Il confronto è avvenuto sui seguenti argomenti: innovazione e ricerca, formazione, infrastrutture, ambiente, mezzogiorno.
I contenuti dell'intesa sui singoli punti riguardano obiettivi e priorità da affrontare con urgenza dentro scelte che riguardano interventi non più rinviabili da parte sia del sistema delle imprese che del Governo.
Nel preambolo si riconosce che il problema dello sviluppo e della competitività sono la principale questione del nostro Paese, e si conviene che gli argomenti affrontati e relative proposte, non esauriscono tutte le tematiche di una manovra complessiva di politica economica, rispetto alla quale rimangono diverse e autonome posizioni di azione e di confronto. Per la CGIL sarà sempre e solo il merito a fare premio.
L'accordo sullo sviluppo occupazione e competitività è stato inviato al Governo per il necessario confronto in vista dell'incontro sul DPEF, e al quale chiederemo di assumersi le proprie responsabilità e di programmare interventi mirati a favorire una nuova politica industriale che freni il declino e restituisca competitività, e per questo occorre una radicale svolta di politica economica. E' evidente che per la CGIL le risorse necessarie per l'attuazione di tale accordo, dovranno essere recepite nella consapevolezza e nella conferma della necessità che anche la spesa sociale dovrà essere ampliata e non compressa.
L'accordo sarà altresì inviato a tutte le forze politiche affinchè si promuova in Parlamento una sessione straordinaria sui temi dello sviluppo e sulle proposte indicate dall'intesa, e alle istituzioni locali, a sostegno dei tavoli aperti sui fabbisogni di intervento e di programmazione negoziata per lo sviluppo delle singole aree del Paese.
Il Comitato Direttivo ritiene importante che tale protocollo deve altresì favorire i tavoli settoriali presso il Ministero delle Attività Produttive, come CGIL CISL e UIL chiedono da tempo al ministro Marzano, e rendere operativi gli osservatori previsti dai CCNL, al fine di monitorare le varie situazioni e ricercare possibili intese per il futuro dei singoli comparti. Ciò anche per affrontare la grave situazione in cui è precipitata la FIAT.
La CGIL, nel mentre ribadisce la necessità di proseguire nel confronto su energia, ambiente e sviluppo sostenibile, ritiene importante e utile avviare incontri finalizzati al raggiungimento di intese su priorità condivise, anche con tutte le associazioni imprenditoriali della Piccola e Media Impresa, Artigianato, Agricoltura, del Terziario e del Commercio, che rappresentano una parte fondamentale del sistema produttivo.
In questo contesto si aprirà il confronto sul DPEF prima e sulla Finanziaria dopo i cui contenuti saranno, come sempre oggetto di una discussione e valutzione del C.D.
La CGIL, anche alla luce dei dati negativi che riguardano la crescita, il rapporto con il PIL, l'inflazione, la costante riduzione dei consumi e la penalizzazione del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, giudicherà il merito delle indicazioni del Governo, delle scelte di politica economico-finanziaria, riproponendo le proprie strategie in merito alla politica fiscale, sociale, economica e di sviluppo, ed assumerà tutte le iniziative utili a sostenere le valutazioni già espresse sia rispetto alla delega fiscale che ai temi del welfare, con particolare riguardo alla sanità e alla previdenza, ribadendo altresì la propria contrarietà alla riduzione dell'IRAP.
Sulle pensioni la CGIL ribadisce giudizi e strategie costruite unitariamente con CISL e UIL e respinge ogni tentativo del Governo di interventi sul sistema pensionistico che danneggi i lavoratori, lavoratrici e pensionati, nonché l'insieme del sistema previdenziale e ritiene necessario addivenire alle forme di mobilitazione utile a far recepire le nostre proposte nella delega previdenziale quando riprenderà l'iter parlamentare oggi sospeso.
Sui temi complessivi che si apriranno in vista del DPEF e della Finanziaria, la CGIL intende ricercare, ove possibile, un percorso di merito e di metodo con CISL e UIL, senza per questo da un lato rinunciare alle battaglie di fondo riferite alle quattro proposte di legge che abbiamo costruito con il sostegno di oltre 5 milioni di firme, e sui diritti e tutele dei lavoratori e della lavoratrici rispetto alle decisioni che il Governo ha assunto in materia lavoristica, e, dall'altro a far vivere una nuova stagione di affermazione di diritti di cittadinanza e per ampliare la spesa sociale nazionale e locale.
Infatti la legge n. 30 e lo schema di decreto legislativo, rappresentano un disegno complessivo di attacco ai diritti, attraverso la precarizzazione dei rapporti di lavoro e la frantumazione dell'impresa, attraverso il ricorso dello staff in leasing e le nuove norme del trasferimento dei rami d'azienda, così come una lunga serie di tipologie contrattuali a disposizione dell'impresa, che riguardano anche i lavoratori atipici, tutte contraddistinte da un grado estremo di precarietà come la norma riguardante l'apprendistato e da nessun legame con la formazione, si configura anche come un attacco al futuro delle giovani generazioni e delle donne coerente con le scelte di fondo contenute nella legge Moratti che infatti comporta una riduzione dei livelli di istruzione nel nostro paese.
In questo contesto si punta a stravolgere e a snaturare lo stesso ruolo del sindacato, con la costituzione di enti bilaterali finalizzati a compiti impropri come quello connesso al collocamento e alla certificazione dei rapporti di lavoro.
Inoltre la precarietà dei rapporti di lavoro comporterà un forte rischio rispetto al diritto alla salute e alla sicurezza, così come il decreto sull'orario riduce fortemente gli spazi di contrattazione dell'organizzazione del lavoro e che la CGIL intende contrastare attraverso lo strumento contrattuale.
Il Comitato Direttivo della CGIL ribadisce il suo giudizio negativo sulla legge 30, si impegna in un rigoroso confronto di merito rispetto allo schema del decreto attuativo, e promuove una intensa campagna informativa e di orientamento anche con l'utilizzo delle due ore di sciopero articolato con assemblee da effettuarsi entro la fine del mese di settembre 2003 e a sostegno delle nostre iniziative legislative, a partire dalla 848 bis e dai due SI e due NO, affidandone il coordinamento alle strutture territoriali, con l'obiettivo di contrastare i pesanti effetti nel lavoro e nel Mercato del Lavoro.


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