31.03.2006
Sarà il ministero della Difesa a decidere il futuro dell'installazione militare e il processo di dismissione, una volta definito, "verrà coordinato" con gli italiani. Intanto il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq segnala che "non ci risulta che i lavori di ampliamento della base navale italiana si siano fermati". Lo scorso novembre le dichiarazioni del ministro della Difesa sull’intenzione, da parte dell’amministrazione statunitense, di rinunciare all’approdo per i sommergibili nucleari della Maddalena e all’ampliamento di quella base, rappresentavano un segnale positivo, frutto essenzialmente della mobilitazione delle popolazioni sarde che da sempre si oppongono alla militarizzazione del proprio territorio" - commentava il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq. "Non sappiamo né probabilmente sapremo mai le ragioni specifiche di questa discrepanza tra il padrone d’oltreoceano ed un suo così servile alleato, ma una cosa è certa: in questi mesi abbiamo assistito alla riedizione del meccanismo propagandistico che prepara un nuovo intervento militare contro l’Iran. L’unica macroscopica differenza con il cliché gia visto per Jugoslavia e Iraq è che per lo scenario iraniano si parla apertamente ed insistentemente di uso di armi atomiche. Ne parlano gli Usa, ne parla un paese di quella “vecchia Europa” apparentemente arruolato oggi per uno scenario ancora più devastante: la Francia di Jaques Chirac. In questa prospettiva allucinante le 90 bombe nucleari dislocate a Ghedi e ad Aviano, i sommergibili nucleari attraccati alla Maddalena potrebbero essere utilizzati in questa nuova aggressione, che si prospetta come una nuova ecatombe nucleare. "Ci auspichiamo non sia questa la ragione del rinvio della partenza USA dalla Sardegna" - nota il Comitato. Nei fatti il segnale è oltremodo preoccupante. Il nostro paese continua ad essere un trampolino di lancio d’ogni aggressione nell’area mediterranea, in un’escalation impressionante, contro la quale il movimento contro la guerra, i comitati e le strutture di lotta contro le basi USA – NATO debbono rilanciare la propria mobilitazione. "Rilanciamo la mobilitazione contro le basi – Battiamoci subito contro l’aggressione contro l’Iran, senza attendere la “benedizione” dell’ONU o la decisione unilaterale degli “alleati” - propone il comunicato del Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq.
http://unimondo.oneworld.net/article/view/130070/1/
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