25.06.2003
Giornata calda a Palazzo di Giustizia
Giornata calda a Palazzo di Giustizia di Milano, e non solo meteorologicamente parlando.
Mentre all’interno la Dr.ssa Boccassini era costretta a depositare memorie scritte perché il ricorso alla Corte Costituzionale sospende il processo e le requisitorie già pronte non possono essere esternate, all’esterno c’è gran fermento per quel popolo idealista che si ostina a volere la Legge Uguale per Tutti, una Costituzione ancora rispettata nei suoi principi fondamentali, il rispetto di sé come uomini, in primis, e come cittadini italiani di fronte agli altri cittadini europei.
Su un fianco del Palazzo tra sventolio di bandiere, megafoni e gran clamore di tipo tribunizio, parte alla grande la campagna di raccolta firme per la richiesta di referendum abrogrativo della legge sull’immunità , comprendente l’ormai famigerato lodo Schifani.
Un Antonio Di Pietro determinato, pronto alla battaglia, ha già messo insieme 450 gruppi che si impegnano ognuno a raccogliere 2000 firme entro settembre (i margini sono essenziali dato il ristretto periodo a disposizione e le incognite delle firme a rischio di invalidazione). Il materiale per la raccolta, comprese le istruzioni, sarà distribuito sabato 28 Giugno: la macchina si è messa in moto, ma potrbbe non essere facile – sotto ferragosto - raccogliere l’indignazione concreta della gente.
Su un altro angolo del Palazzo, in stile Hide Park Corner, su un panchetto a tre scalini e con un microfono in mano, Nando dalla Chiesa da voce alla sua protesta prendendo “in prestito” la voce del cavaliere, che aveva promesso di essere nell’aula del palazzo di giustizia il 25 giugno e invece, come in una farsa, è “fuori” del Palazzo ed espone un modo clownesco le sue ragioni. Le parole sono pressocchè identiche a quelle da lui pronunciate il 17 u.s., ma che qui, oggi, con qualche piccolissimo ritocco, assumono il sapore della farsa ridicola: l’elenco delle sue cosidette assoluzioni, cioè prescrizioni, non punibilità per sopraggiunte scadenze dei termini, condanne di mandatari e stralcio per il presunto mandante, carriere fulminanti e prebende miliardarie per i suoi avvocati e per chi ha indagato su di lui ( ma si è fatto furbescamemente da parte in tempo utile). Il fango che dice di aver ricevuto a piene mani dai suoi nemici politici si è seccato e cadendo a pezzi, lascia intravedere – a chi lo vuol vedere – il volto del regime.
L’ironia, dice dalla Chiesa, non è goliardia fine a sé stessa: preclusi gli spazi istituzionali del Parlamento, occupato da una maggioranza che riduce il dibattito a mera formalità dai secondi contati, l’opposizione trova solo nelle piazze il luogo per esprimersi, indotta a fare gesti clamorosi per attirare l’attenzione diretta dei cittadini, visto il totale oscuramento dei media contollati dal Padrone.
Ma la battaglia non può essere abbandonata.
Simona Giovannozzi
Milano, 25 Giugno 2003
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