13.04.2006
Lotta all'ultimo voto. Di Giovanni Ruggeri / Popoli
Creazione di nuovi posti di lavoro, sostegno alle classi meno abbienti, realizzazione del welfare. Sono queste alcune delle sfide con cui dovrà misurarsi il nuovo governo ungherese, che i cittadini sceglieranno il 9 e il 23 aprile mediante le elezioni a doppio turno per il rinnovo del Parlamento. A contendersi la guida del Paese sono la coalizione di centro-sinistra attualmente al potere guidata da Ferenc Gyurcsáni e l'alleanza di centro-destra con a capo Viktor Orbán, ex primo ministro nella passata legislatura. Formazioni estreme minori non supereranno forse lo sbarramento del 5%. Da quando, nel 1990, in Ungheria si sono tenute libere elezioni, nessun governo è uscito confermato, così che la guida del Paese è stata caratterizzata da una continua alternanza. Tenta ora una conferma la coalizione socialista, la cui campagna elettorale, giocata sullo slogan «Abbiamo promesso e abbiamo mantenuto», è stata impostata sul bilancio positivo dell'operato del governo e ha puntato soprattutto al consenso sia delle fasce sociali più deboli sia della piccola imprenditoria. Il centro-destra di Orbán, invece, ha insistito sul tema del cambiamento, organizzando una larga consultazione nazionale per sollecitare almeno un milione di persone a formulare proposte. Nel 2005 l'economia ungherese è cresciuta del 4,2% e l'inflazione ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 12 anni, mentre il governo ha aumentato le pensioni del 28%, ha introdotto la tredicesima mensilità , ha dato impulso alla costruzione di cinque autostrade, ha realizzato diverse riforme delle strutture pubbliche (esercito, giustizia, scuola) e ha ridotto l'Iva dal 25 al 20%. L'opposizione, dal canto suo, punta il dito contro l'aumento del debito nazionale, denunciando che nel settore pubblico l'Ungheria ha il deficit più alto in tutta l'Unione europea e che l'introduzione dell'euro non sarà realizzabile entro il 2010, come a suo tempo previsto. I sondaggi della vigilia segnalano un testa a testa tra le due coalizioni, rimarcando una campagna elettorale accanita e giocata all'ultimo voto, complice il fatto che il 40% degli ungheresi si dichiara indeciso fino all'ultimo su chi votare. Giovanni Ruggeri
Fonte: http://www.popoli.info/anno2006/04/ar0604focus.htm
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