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Cofferati: partito democratico, subito la Costituente
22.04.2006
Sergio Cofferati si gode il successo elettorale a Bologna. E ha un’idea: «Facciamo subito una bella Costituente per il partito democratico». Ecco il solito “cinese”, dirà qualcuno: si sono appena chiuse le urne e lui si presenta con uno dei suoi strappi in avanti. Ma il sindaco di Bologna, per formazione politica e sindacale, per cultura personale, non è certo un temerario che fa i passi più lunghi della gamba. La sua convinzione è che il centrosinistra, inteso nel suo complesso articolato di forze riformiste e radicali, ha davanti una prateria rigogliosa su cui fare ambiziosi progetti e conquistare grandi risultati. Una convinzione che nasce dai dati, dai numeri elettorali e da un serie di eventi politici che si sono manifestati negli ultimi due anni, proprio a partire da Bologna, dall’Emilia Romagna, per finire col risultato del 10 aprile. Cofferati spiega cos’ha in mente.

Sindaco, cos’è questa passione primaverile per il partito democratico? Dove volete portare, questa volta, i pazientissimi elettori di centrosinistra che ne hanno già viste di tutti i colori? «Mi sono convinto che c’è uno scenario nuovo, un patrimonio politico che va valorizzato e non deve assolutamente essere disperso. È un patrimonio nato e cresciuto con le primarie, con le elezioni amministrative e con quelle europee, e oggi si manifesta con il risultato delle politiche. Semplifico: quelli che si mettono assieme attorno un progetto credibile e trasparente raccolgono consensi ben maggiori del previsto o della somma aritmetica degli aderenti. E chi lavora per l’unità del centrosinistra conquista, in maniera significativa e per la prima volta dopo tanti anni, il voto dei giovani». Al sindaco piace partire da Bologna. «La partecipazione al voto è stata del 90%, difficile ipotizzare percentuali più elevate di così.

In questo contesto Uniti nell’Ulivo ha raccolto circa il 48%, quasi un elettore su due, ben 6 punti in più della somma dei voti di ds, margherita e repubblicani. Non è un dato episodico: segue i successi alle amministrative e alle europee. E anche a livello nazionale, se si guardano i risultati, la tendenza è questa. E c’è qualche cosa di più, il vero valore aggiunto di questi anni: la partecipazione popolare e i risultati delle primarie. A Bologna e in provincia hanno partecipato 155 mila persone e 136 mila hanno scelto Prodi. Dobbiamo capire che c’è una figura nuova che sta nel mezzo tra l’elettore e il militante di centrosinistra, disposto a impegnarsi direttamente per un progetto nuovo, trasparente, che unisca e non divida, che proponga idee e valorizzi le diversità».

Quello che immagina Cofferati è un percorso da avviare subito, partendo dai gruppi parlamentare unitari e mettendo assieme tutto quello che è possibile già da oggi nel centrosinistra. Ma questo è solo una gamba del nuovo soggetto politico. «L’altra gamba - spiega - è rappresentata dagli elettori, dal popolo delle primarie, da soggetti ai quali bisogna offrire spazi di partecipazione e di intervento diretto. Mi rendo conto che non si cambia la natura dei partiti e non si superano naturali interessi e gelosie in poco tempo, ma il clima politico oggi favorisce scelte coraggiose, c’è la possibilità di muoversi».

C’è in questa descrizione un po’ il patrimonio dell’ex leader sindacale, di chi vuole sempre cercare di mettere insieme, di unire, di guardare avanti, anche di provocare un po’ quando è necessario. Bologna e l’Emilia Romagna sono realtà di diffusa, solida partecipazione e passione politica.

Altrove è più difficile... A Bologna Casini ha fatto campagna elettorale dicendo che il voto avrebbe anticipato lo sfratto del sindaco il quale gli ha replicato consigliando una maggior prudenza. Sulla scrivania ha ancora i fogli coi risultati delle elezioni a Bologna. «Qui abbiano stravinto». E adesso il partito democratico...«Il partito democratico, se lo depuriamo dalle suggestioni americaneggianti, è già nel nostro dna. Lo troviamo nel riformismo cattolico e socialista, anche nel radicalismo della sinistra, nella pluralità di soggetti e di azioni politiche che si sono manifestate nel nostro Paese. Se penso a una Costituente di un nuovo soggetto politico è perchè, finite le ideologie, superati antichi schieramenti, c’è l’esigenza di semplificare la politica e di rinnovare e unificare i soggetti di rappresentanza, sia a sinistra sia a destra».

In questo percorso, ammesso che sia praticabile e condiviso, bisognerà pur spiegare a quelli di sinistra, ai militanti e agli elettori ds, dove si sta andando. E perchè. Cofferati ritiene che i ds dovrebbero essere i più motivati ad affrontare questa sfida perchè nel loro patrimonio c’è la vocazione riformista, c’è l’aspirazione a cogliere le novità sociali e politiche.

E oggi c’è anche una ragione di numeri. «Il risultato elettorale dei singoli partiti è stato contenuto, mentre quello delle aggregazioni di centrosinistra è stato positivo. La realtà va guardata senza infingimenti, anche mentre si forma il nuovo governo».

La creazione del nuovo esecutivo e la definizione della cariche istituzionali dovrebbero essere, nella visione di Cofferati, due passaggi innovativi e non rituali, capaci segnare la nuova stagione del centrosinistra. «Sia chiaro: noi abbiamo vinto. Non servono le alchimie della vecchia politica. Le presidenze delle Camere toccano al centrosinistra. Poi ci tocca il governo e penso che sia giusto impegnare i gruppi dirigenti dei partiti, nelle loro più alte espressioni, in questa responsabilità. I segretari dei partiti di centrosinistra devono stare accanto a Prodi, per dare visibilità, forza, credibilità all’esecutivo e al progetto di risanamento, di sviluppo del Paese».

In questo delicato momento, Cofferati suggerisce un ritorno al passato: «Per fronteggiare le condizioni drammatiche in cui Berlusconi lascia il Paese ritengo che sia necessario ritrovare lo spirito del 1992 e del ‘93 quando prima con Amato e poi con Ciampi riuscimmo a entrare in Europa, a ridare slancio all’economia. Per usare un’immagine di altri tempi penso che Prodi dovrebbe chiamare “operai e padroni” e chiedere il loro contributo su un progetto di merito per il Paese, ciascuno nel rispetto della propria autonomia e del proprio ruolo. Sulle cose concrete, su un disegno alto di sviluppo, di diritti, di rilancio della competitività ci si può presentare in parlamento, sfidare la destra e raccogliere consensi più ampi di quelli del centrosinistra».

da www.unita.it
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