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| 25 Aprile: Ferrante ricordo gli insulti di An solo un mese fa... |
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28.04.2006
 «Una grande manifestazione, con una partecipazione straordinaria, come da tempo non mi accadeva di vedere». Bruno Ferrante, ex prefetto e ora candidato sindaco a Milano per il centrosinistra, dopo la condanna per i fischi alla Moratti e per l’insulto alle bandiere d’Israele, invita a ritrovare serenità , equilibrio e buon senso.
Alla fine, Bruno Ferrante, che cosa le resta di questo giorno particolare?
«L’immagine di un giorno importante, nel ricordo e nella difesa di quei valori che rappresentano la sostanza e il frutto della nostra lotta di Liberazione e della nostra storia e nei quali tante migliaia di persone si riconoscono ancora. Una immagine che poche decine di scalmanati, frange soltanto, alcuni lontani dal corteo almeno un chilometro, non possono corrompere, malgrado quei gesti inaccettabili, che ho subito condannato, abbiano guadagnato tanto spazio e tanto rilievo. Devo dire anche: gesti prevedibili. Avevo avvertito ad esempio il pericolo della contestazione, nel momento stesso in cui la Moratti, che ad altre manifestazioni del 25 Aprile non avevo mai visto...».
Era la sua prima volta, effettivamente...
«...nel momento in cui la Moratti aveva annunciato l’intenzione di partecipare, aveva reso pubblico cioè un fatto straordinario, questo suo scoprire molto tardi in sé una vena antifascista. Di fronte a questa notizia, il giorno prima, il 24, mi ero richiamato al senso di responsabilità di tutti, alla necessità di evitare ogni esasperazione, perché il 25 Aprile è festa di unità , di solidarietà , di rispetto. Bene che ci fosse qualcuno in più con noi, bene che ci fosse la Moratti. Avevo previsto però una deriva di quel tipo».
L’onorevole Gasparri, ex ministro di An, ha dichiarato che Milano ha dato un segnale di emergenza democratica . Lei che ne pensa?
«Chi dice una cosa del genere. non conosce Milano e i milanesi, non conosce il loro senso civico, la loro tensione morale. Lo racconta la storia stessa di questa città , che ha tanto sofferto durante il fascismo e durante la repubblica di Salò. Ma vorrei ricordare che dopo gli incidenti dell’11 marzo in corso Buenos Aires partecipai alla manifestazione indetta dai commercianti, insieme con tanti altri milanesi. Ebbene venni fischiato e insultato dall’inizio alla fine della manifestazione. La contestazione era guidata da un gruppo di militanti di An, con alla testa un noto esponente di An. Volevo manifestare la mia solidarietà ai commercianti e sono rimasto in corteo. Non ne ho fatto un dramma, non ho posto alcun problema, ritenevo giusto essere là e ho accettato i fischi. E basta...».
Dopo questo, come vede il suo futuro elettorale? Il centrosinistra ha raggiunto l’accordo sul programma.
«C’è un accordo che è il risultato di mesi di confronto nel nostro Cantiere. Non so quanto potranno pesare i fischi di ieri. Noi vorremmo solo occuparci dei problemi di Milano, con un programma serio che sarà la vera sostanza della nostra campagna elettorale...».
da www.unita.it
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