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L'orizzonte socialdemocratico (di Antonio V. Gelormini) |
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29.04.2006
Tra le diverse analisi del voto, che nello specifico delle circoscrizioni faranno certamente emergere valutazioni e stimoli per un migliore assetto del partito sul territorio, anche in funzione dell’appuntamento amministrativo di maggio, sarà il caso di soffermarsi sulla valutazione più macroeconomica, che sembra esprimere auspicio e urgenza di azione, sollecitata con determinazione dagli elettori (in molti casi nuovi) del sole nascente.
Al Senato i partiti si sono contati. Ora, pur in presenza di un modesto risultato, non si capisce perché il PSDI che raccoglie 57.339 voti debba avere un peso e una visibilità praticamente evanescenti, mentre il MRE con 51.001 voti siede alla destra del leader della coalizione.
La riflessione non vuole accendere una guerra tra poveri. Anche se il Movimento di Luciana Sbarbati è tra i cosiddetti azionisti del simbolo dell’Ulivo e il dato numerico è evidente, l’osservazione non tende ad escludere, quanto ad allargare l’orizzonte e piuttosto ad includere, come più volte richiesto dal segretario regionale pugliese del Psdi Mimmo Magistro, anche nelle sua veste di Vice Segretario Nazionale.
In una prospettiva di Partito Democratico e , comunque, anche nel contesto ulivista più generale, dove l’apporto del Psdi è più pesante di altri, dovrebbe essere arrivato il momento che qualcuno rivendichi adeguatamente i rapporti di forza. Pretendere dovuta dignità e assicurare una presenza “visibile” che garantisca pari opportunità , riconoscendo al partito il ruolo di compagno di squadra e non solo di gregario.
Tutto questo perché una partita ben più importante si profila all’orizzonte per questa forza politica, il cui simbolo risulta l’unico rimasto praticamente immutato. Una partita in cui spendere, forse, la carta più preziosa tra le mani dei suoi dirigenti.
Nell’ottica europea di un prevedibile rimescolamento dei gruppi e delle coalizioni fin qui conosciute, il nascente Partito Democratico non potrà che allocarsi in un contesto socialdemocratico. Un contesto che superi l’area storica dell’Internazionale socialista e coinvolga tutti i riformismi, per poter incontrare le componenti cattoliche e i gruppi progressisti, che non si riconoscono più nel Partito Popolare Europeo, sempre più modellato su parametri di destra a taglio conservatore.
Qui il ruolo del Psdi potrà (dovrà ) essere decisamente pro-attivo. I suoi uomini dovranno giocare d’anticipo, coinvolgere Romano Prodi col suo disegno e proporsi come apripista. Forti della tradizione e degli ideali socialdemocratici più autentici. Consapevoli di essere i rappresentanti del più mediterraneo dei simboli di partito, che vedono un’Europa dinamica al centro di un mare che torna ad essere l’incrocio di interessi, di risorse, di aspettative e soprattutto di opportunità . Per i nuovi Paesi che vi si affacciano e per quelli da sempre lambiti dalle sue risacche. Un mare il cui orizzonte più largo, finalmente, torna ad essere più ricco di speranze.
gelormini@katamail.com
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