30.04.2006
Antonio Moresco / www.ilprimoamore
In questi anni, in Italia, sotto gli occhi di tutti, è avvenuta una cosa abnorme: non si è parlato d'altro che di un uomo chiamato Berlusconi. Non solo in queste settimane cruciali, non solo per corrette ragioni di informazione e di battaglia civile, non solo nei media da lui pilotati, ma ovunque, continuamente. Televisioni, radio, libri e giornali hanno tenuto avvinti i propri lettori e i propri ascoltatori continuando a martellare su Berlusconi, giocando ogni cosa dentro la stessa dimensione, contribuendo a gonfiare sempre più questa bolla, rafforzando un oscuro vincolo di sudditanza e di subliminale complicità . Questo grottesco e patologico bipede umano si è mangiato non solo parte delle strutture economiche, mediatiche, politiche, pubblicitarie e di governo direttamente o indirettamente controllate, ma anche le vite, il tempo, i pensieri e l'immaginario degli altri bipedi umani di un intero paese. In questa esasperata e calcolata personalizzazione, in questa fascinazione sia positiva che negativa, in questa trappola sono caduti quasi tutti. Gli antichi dicevano: "Gli dei accecano coloro che vogliono perdere". E' venuto il momento di liberarci di questa intossicazione, di questa droga. […]
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