Sul precariato si sono spesi convegni e scritti articoli. Molti parlamentari hanno impegnato la loro credibilità sulla risoluzione di un problema diventato cronico. Una condizione umana e lavorativa che coinvolge milioni di lavoratori pubblici e privati.

I dati ufficiali e statistici, frutto di numerose indagini condotte in questi anni, lasciano pochi dubbi e fanno emergere che i lavoratori precari in Italia sono oltre 2,5 milioni. Ad accentuare queste forme di lavoro è intervenuta, anche, la legge 30 che ha moltiplicato a dismisura le forme di lavoro flessibile, molte delle quali si sono trasformate in precariato istituzionalizzato.

Proprio per trovare una via d’uscita a questa emergenza la RdB intende presentare una proposta di legge per la “Stabilizzazione, attraverso la stipula di contratti a tempo indeterminato, delle lavoratrici e dei lavoratori con contratto di lavoro atipico, assegni di ricerca o similari, LSU e dipendenti delle ditte e cooperative appaltatrici dei servizi pubblici internalizzati, operanti nelle pubbliche amministrazioni”.

In realtà, l’enorme diffusione di forme di lavoro precario si “giustifica soprattutto - si legge in una nota del sindataco di via dell’Aeroporto - con l’esigenza datoriale di rendere ricattabile e altamente produttivo il lavoratore riducendo al minimo le garanzie e i diritti”. Un argomento sul quale nessuno può dichiararsi indenne da responsabilità e colpe.

A partire dai “governi di centro sinistra e dai sindacati concertativi” che, “con la promessa di una crescita di occupazione” hanno, in realtà, fatto “ricadere sui lavoratori il costo della competitività e dei parametri di Maastricht”. Contratti atipici e a termine non sono solo il presente del settore privato ma hanno, negli ultimi anni, rappresentato la forma privilegiata, se non esclusiva, di accesso al lavoro pubblico.

Un disegno politico che per la RdB si struttura su tre pilastri, “precarietà, stretta sul personale e esternalizzazioni”, e che si accompagna “alla riduzione del potere di acquisto dei salari e a rinnovi contrattuali sempre più al ribasso, in termini economici e di diritti dei lavoratori”.

L’idea, per i responsabili della RdB-Cub, è di rimettere radicalmente in discussione il ricorso “al lavoro precario nella Pubblica Amministrazione e i processi di esternalizzazione dei servizi pubblici, per un ritorno al ruolo dello Stato e della pubblica amministrazione nel mercato del lavoro, senza che questo debba voler dire assistenzialismo ma, anzi, difesa dei diritti dei lavoratori, del ruolo del servizio pubblico, moderazione sia dei costi che delle tariffe e maggiore qualità del servizio all’utenza”.

Restano da verificare gli eventuali appoggi politici dei quali, una simile proposta, avrà necessariamente bisogno in Parlamento. Per ora, parte la richiesta da presentare al Governo e al Parlamento. "La RdB - dice Carmela Bonvino, della segreteria nazionale- chiede al nuovo Governo di dare una risposta concreta al problema del precariato a partire dai postidi lavoro pubblici e dagli oltre 350 mila precari della pubblica amministrazione".

Nel frattempo lavoratori precari, Lsu ed esternalizzati si ritroveranno il 16 giugno a Roma, nella Sala della Protomoteca, in piazza del Campidoglio, per presentare la proposta di legge e la campagna "Assunti davvero".

Fonte: http://www.girodivite.it/Basta-con-San-Pancrazio-la-RdB.html

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