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Cosa si aspetta ad annullare l'elezione del sindaco di Messina?
27.06.2003

Esattamente un mese fa Giuseppe Buzzanca (Forza Italia) veniva eletto a primo turno sindaco di Messina. Pochi giorni dopo, il 5 giugno, la Cassazione ha confermato la condanna a sei mesi di reclusione dello stesso Buzzanca per peculato d’uso e abuso d’ufficio: nel ’95, quand’era presidente della Provincia della città dello Stretto, aveva utilizzato l’auto blu guidata dall’autista della Provincia per andare, con la moglie, sino a Brindisi dove c’era ad attenderlo una nave da crociera.

Bene, anzi male. Il testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali stabilisce che "non possono ricoprire le cariche di presidente della provincia, sindaco, assessore (…) coloro che hanno riportato condanna definitiva per i delitti (…)" e tra questi è previsto proprio il peculato. Quindi – ricorda Marco Rizzo, dei Comunisti italiani, in un’interrogazione al ministro dell’Interno – la stessa autorità che ha proceduto alla convalida dell’elezione di Buzzanca, e cioè il presidente del Tribunale di Messina, dovrebbe provvedere alla revoca del proprio provvedimento di convalida. Ma il ricorso presentato dal candidato del centrosinistra, Antonio Saitta, è stato respinto dal presidente dell’Ufficio elettorale centrale, Giuseppe Suraci, con la motivazione che non esiste alcuna norma che autorizzi l’ufficio a procedere alla revoca della proclamazione del sindaco.

Ammettiamo pure che sia così, ma allora al posto della revoca si impone la decadenza di diritto, atto che è di competenza del prefetto: "Chi ricopre una delle cariche (…) decade da essa di diritto dalla data del passaggio in giudicato della sentenza di condanna". E Rizzo si rivolge al ministro dell’Interno (i prefetti sono funzionari del Viminale) per chiedergli se non ritiene di dovere prontamente ripristinare la legalità applicando gli articoli del testo unico delle leggi sull’ordinamento locale che prevedono appunto per casi simili la immediata decadenza dalla carica elettiva.

P.S. Il bello – anzi l’ovvio – è che il signor Buzzanca, pur condannato definitivamente, non ha mostrato la sensibilità di anticipare la (inevitabile) decisione del ministro Pisanu.

26 Giugno 2003

di Giorgio Frasca Polara

dal Magazine di dsonline

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