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Le mani sul territorio, la Giunta si spartisce la Lombardia |
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10.06.2006
Una legge pessima, quella sul territorio, su cui l'Unione ha fatto opposizione dura, emendamento su emendamento, portando la maggioranza a rinviare di una settimana la discussione sugli articoli più contestati.
Rimangono ancora alcuni giorni prima della seduta fiume di martedì e mercoledì, in cui la maggioranza punta a portare a casa la leggina fortemente gradita innanzitutto a Paolo Berlusconi che, grazie alla diminuzione delle salvaguardie sugli strumenti urbanistici, avrebbe la possibilità di costruire sul territorio di Monza un immenso complesso residenziale, pari a 390mila metri cubi, in un'area di pregio su cui il Comune è invece determinato a vietare ogni intervento.
L'assessore Boni, della Lega, contraddicendo i suoi colleghi di partito che, quando amministravano il capoluogo brianteo erano contrari all'intervento, ha dichiarato apertamente che non avrebbe accettato alcun emendamento, bollando come strumentali gli argomenti dell'opposizione.
Ma la Lega su questo provvedimento ha un forte interesse di partito, perché nella varietà degli articoli ce n'è anche uno che riguarda i luoghi di culto, e che l'assessore del Carroccio ha inteso come provvedimento anti-moschee. Un paravento a tutt'altro, ma che consente alla Lega di recuperare un po' di visibilità sui temi più demagogici che le sono cari, come la crociata anti Islam. In questo caso si tratta di un provvedimento dalla dubbia efficacia, che impone a chi trasforma un capannone o un appartamento in un luogo di culto (uguale "moschea"), dovrà presentare al Comune la richiesta di permesso di costruire. Il comune potrà concedere solo se in quel luogo è già previsto dal piano regolatore un luogo di culto.
Chiunque sappia di urbanistica prevede come andrà a finire, ma alla maggioranza basta poter riversare sui sindaci l'onere di decidere. Tutto il contrario rispetto alle necessarie politiche di integrazione, di cui ovviamente non c'è traccia.
Così, mentre giornali e tg erano attratti dai toni forti del leghismo primordiale, in Consiglio rischia di passare lo scempio, del diritto e del territorio, che a Monza porterà in auge un piano regolatore del 1971, ben diverso da quello che la Giunta Faglia aveva in mente e che per via legislativa è stato bloccato.
E oltre a ciò passerebbe un'altra evidente stortura, cioè i piani d'area di Malpensa, della Valtellina, di Montichiari e della zona di Melzo, che la Giunta si appresta a redigere senza avere ancora il piano regionale territoriale. Aree su cui la Giunta deciderà da sola, e su cui il Consiglio potrà solo discutere il finale.
dsregionelombardia
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