21.06.2006
Se Lisbona non si coordina con Goteborg. Di Guido Sacconi / ToscanaEuropa.it -
Bicchiere purtroppo ancora mezzo vuoto per l’ambiente. Sulla revisione ed il potenziamento della Strategia sullo Sviluppo Sostenibile, infatti, nonostante il passo avanti realizzato per la spinta meritoria della Presidenza Austriaca, dobbiamo dire in tutta franchezza che ancora non ci siamo. Soprattutto rimane irrisolto – al di là delle dichiarazioni tanto solenni quanto di facciata - il nodo centrale di un effettivo coordinamento tra la Strategia di Lisbona e quella sull’ambiente adottata a Goteborg. Nelle intenzioni iniziali, le due strategie, varate non casualmente a un anno di distanza l’una dall’altra, avrebbero dovuto integrarsi e permearsi vicendevolmente. Nei fatti, in particolare per la stasi nei progressi della sua attuazione, Lisbona è vista come la strategia che deve garantire gli obiettivi competività ed occupazione, mentre Goteborg quelli dell’ambiente. E per di più vissuti sempre più spesso come concorrenti: non nel senso di procedere insieme, ma in quello contrapposti. Per questo un’integrazione davvero coraggiosa è indispensabile ( se serve, ho pronto anche un neologismo ad hoc: Lisboborg !) , per superare questa contrapposizione esiziale tra competitività e natura. Del resto, il Parlamento ha indicato chiaramente che temi chiave per la SSN come l’energia, i trasporti e la salute pubblica, la tutela della biodiversità possano essere leve per spingere l’innovazione tecnologica e alzare così l’asticella della competitività sui mercati delle imprese europee ( come si sta ad esempio facendo col REACH sulle sostanza chimiche) ed una occupazione sempre più qualificata. Aggiungo anche la leva indispensabile costituita, a mio parere, dalla governance. C’è proprio bisogno, infatti, di dare un forte impulso non solo agli Stati membri ma, io sottolineo, anche alle realtà locali e regionali, affinché vi sia un protagonismo diffuso per dare concreta attuazione a questa strategia. L’esperienza ci insegna che non si può agire solo dall’alto, ma bisogna creare comportamenti condivisi ed azioni coerenti ad ogni livello di governo dei problemi, promuovendo anche questo protagonismo dal basso. Vorrei toccare anche la questione del monitoraggio. Personalmente sono molto d’accordo sulla necessità di definire una serie sintetica di indicatori, diciamo multicriteriali, che diano una misurazione regolare e permanente dei progressi compiuti verso la sostenibilità. Questo è determinante non solo per consentirci di mettere in opera gli aggiustamenti necessari in tempo reale, ma anche per riavvicinare i cittadini, i quali devono avere la possibilità di verificare concretamente in maniera trasparente i progressi o le difficoltà incontrate nel perseguire i nostri obiettivi. Credo che questo controllo dal basso sia molto importante, anche per la credibilità complessiva dell’Unione, cosa che non farebbe certo male vista l’aria che tira. L’ultima questione che credo l’affaire SSN ponga con forza a tutti, ed in particolare agli Stati membri: quello dell’urgenza di avviare la cooperazione rafforzata anche in questo campo. Ai governi dobbiamo chiedere meno miopia e dosi più massiccie di coordinamento. Oltre che più risorse finanziarie, naturalmente.
Fonte: http://toscanaeuropa.dol.it/approfondimenti/svilupposost/documenti/dettaglio.asp?id_doc=4543
m
|