10.07.2006
Il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (Cisp) ha lavorato due anni su un progetto, presentato il 3 luglio scorso a Roma e realizzato in collaborazione con otto ong africane ed europee, che ha coinvolto sei paesi: Algeria, Marocco, Tunisia, Niger, Mali e Congo. Informare i potenziali immigrati su ciò cui vanno incontro nel lungo e spesso doloroso cammino verso il “paradiso” Europa è fondamentale. Ogni anno, secondo i responsabili del Cisp, circa 100 mila persone provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana, arrivano sulle coste degli stati del Maghreb per cercare di raggiungere l’Europa. Molti di loro non ce la fanno e rimangono bloccati per anni in questi paesi Nordafricani, clandestini e invisibili. Prevenire l'immigrazione clandestina informando i potenziali immigrati su ciò a cui vanno incontro nel lungo e spesso doloroso cammino verso il "paradiso" Europa, e magari aiutandoli a costruirsi un futuro nel loro Paese: è questo, secondo il Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli), il modo migliore per prevenire l'immigrazione clandestina. L'ong, presente in Africa dal 1983, ha presentato il 3 luglio scorso a Roma un progetto, durato due anni, sulla migrazione dagli Stati dell'Africa sub-sahariana verso l'Europa, che ha coinvolto sei Paesi: Algeria, Marocco, Tunisia, Niger, Mali e Congo. Un progetto che si è sviluppato grazie a un'alleanza con otto ong africane ed europee, per informare in loco i migranti su ciò che li aspetta una volta partiti e aiutarli con servizi di prossimità e piccoli sostegni al rientro volontario. Ogni anno, hanno spiegato i responsabili del Cisp, circa 100 mila persone, provenienti dai Paesi dell'Africa sub-sahariana, arrivano sulle coste degli Stati del Maghreb per cercare di raggiungere l'Europa. Molti di loro non ce la fanno e rimangono bloccati per anni in questi Paesi nordafricani, clandestini e invisibili. La presenza di ong, africane ed europee, nei Paesi di origine e di transito, si rivela quindi fondamentale per garantire a queste persone di non cadere vittime di trafficanti senza scrupoli, ed eventualmente convincerle a tornare indietro. Dal giugno 2004 al maggio 2006 il Cisp ha realizzato più di 850 colloqui, 153 sostegni al rientro volontario per la creazione di microimprese, di cui 34 finanziate con microcrediti (17 in Niger e altrettante in Mali). Questi programmi di sostegno al rientro nel paese d'origine, hanno spiegato i promotori del progetto, non possono certamente rappresentare una "risposta" al fenomeno migratorio, ma possono costituire un sostegno al reinserimento ed eventualmente dimostrare l'esistenza di opportunità di investimenti meno "rischiosi" di una migrazione pianificata sulla base di informazioni insufficienti o distorte. Le persone che hanno beneficiato del progetto del Cisp sono generalmente sui 30 anni, più maschi che femmine, e grazie ai microcrediti hanno avviato attività come sartorie, rivendite e piccole società di trasporti pubblici.
Fonte: http://unimondo.oneworld.net/article/view/136135/1/
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