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Blatter: Perché non ho consegnato la Coppa
12.07.2006
Intervista al presidente del calcio mondiale sul giallo della premiazione - "Non ho partecipato perché la finale è stata tutta europea" - Parla il presidente Blatter - "Fifa, Zidane rischia il premio" - "Decideremo dopo l'inchiesta. Zizou sostiene di non meritare la medaglia"
di MARCO CONTINI da www.repubblica.it

Presidente Blatter, perché non ha consegnato lei la Coppa del mondo a Fabio Cannavaro?
"Perché ero convinto che trattandosi di una finale tutta europea l'onore spettasse al mio vicepresidente, e presidente dell'Uefa, Lennart Johansson. La decisione l'avevo presa in precedenza, dopo i quarti di finale, quando è stato chiaro che il titolo sarebbe comunque andato a una squadra del Vecchio continente. Mi sembrava un giusto omaggio al calcio europeo".
"Così ho proposto - prosegue Blatter - che a presentare il trofeo fosse il presidente della nazione organizzatrice, Horst Kohler, mentre a consegnarlo al vincitore ci avrebbe pensato Johansson e a dare le medaglie Michel Platini. Sono rimasto stupito nel leggere delle polemiche scoppiate in Italia: onestamente non capisco quale sia il problema".

Il problema è che tutti si aspettavano lei: uno vince il Mondiale dopo 24 anni e come minimo pretende di essere premiato dal presidente della Fifa. Potrebbe prenderlo come un complimento...
"Va bene, lo prendo come un complimento. Però davvero, non c'è nient'altro dietro a questo episodio. Del resto, prima della partita ero stato nel tunnel a salutare le squadre e i due allenatori, Lippi e Domenech. E a questo proposito, le posso confessare che gli italiani mi erano parsi molto compatti e di buon umore, mentre i francesi sembravano particolarmente nervosi. Poi, sugli spalti, ho salutato Napolitano e Chirac, e i presidenti delle due federazioni calcistiche, Rossi ed Escalettes. Tutto secondo il protocollo".

Forse, se si fosse saputo in anticipo di questa sua decisione nessuno se ne sarebbe lamentato.
"E' evidente che c'è stato un grosso problema di comunicazione".

Ma lei durante la premiazione dov'era?
"Sugli spalti ad applaudire, accanto al presidente del Cio Jacques Rogge; la tv tedesca ci ha inquadrati più volte. In passato alcune premiazioni si erano trasformate in autentiche processioni, così ho pensato fosse meglio non scendere in campo".

La Fifa ha conferito a Zinedine Zidane il Fifa World Player, il premio per il miglior giocatore del mondiale. I suoi meriti non si discutono, ma quella testata a Materazzi sì, eccome. Per voi che avete insistito così tanto sul fair play, quel premio non rischia di essere una macchia?
"Il vincitore di quel premio non lo decide la Fifa, ma una commissione internazionale di giornalisti. Detto questo, il Comitato esecutivo della Fifa ha il diritto e il dovere di intervenire quando riscontra comportamenti contrari all'etica dello sport. Per questo ho ordinato alla nostra sezione disciplinare di aprire un'inchiesta su quell'episodio".

Quindi il premio potrebbe essere ritirato?
"Prima di prendere qualsiasi provvedimento aspetto l'esito dell'inchiesta. La presunzione d'innocenza fino a prova contraria è e resta un principio sacro".

Ma a lei che effetto ha fatto?
"Mi ha fatto male, molto. Conosco Zidane da molti anni, la sua personalità straordinaria, il suo stile di vita, la sua discrezione, la sua famiglia... Vederlo agire così mi ha fatto star male, per lui e per il fair play".

Lo ha incontrato dopo la finale?
"No. D'altronde non è nemmeno andato alla premiazione. E stava talmente male che - così almeno mi è stato raccontato - quando al termine della partita i dirigenti della federcalcio francese gli hanno detto di andarsi a prendere la medaglia, lui ha risposto 'No, non merito alcuna medaglia'".

Lei si era accorto di quel che era successo?
"No. Zidane e Materazzi erano lontani dall'azione di gioco. Ho capito che era successo qualcosa vedendo Buffon che protestava".

Del resto nemmeno l'arbitro se n'era accorto. Il sospetto di molti è che sia intervenuta in modo non ufficiale la moviola in campo: che qualche dirigente della Fifa, vedendo il replay alla televisione, abbia fatto avvertire l'arbitro.
"No, ad accorgersene è stato il quarto uomo a bordo campo. I fatti sono chiari. Ma capisco dove sta andando a parare. E le dico che resto fermamente contrario alla prova tv in campo. Usiamo la prova televisiva dopo le partite, lo abbiamo fatto nel caso di Torsten Frings (il giocatore tedesco squalificato dopo i quarti per aver tirato un pugno all'argentino Cruz, ndr), ed è più che sufficiente".

Il presidente Giorgio Napolitano, in un'intervista su Repubblica, ha detto che sugli spalti nessuno aveva idea di cosa fosse accaduto, e che lui stesso lo ha capito solo dopo che Angela Merkel ha spedito qualcuno a informarsi. Non era il caso di mostrare le riprese sui maxi-schermi?
"La decisione spetta al direttore delle operazioni all'interno dello stadio. Certo, in questo caso forse la gente avrebbe capito meglio. Di norma, però, l'indicazione è di non mostrare gli episodi controversi per evitare reazioni eccessive da parte del pubblico: per questo non era stato mostrato nemmeno il replay del calcio di rigore tirato da Zidane nel primo tempo, nel timore che la palla non avesse attraversato completamente la linea di porta".

Parliamo dell'Italia. Dopo la partita col Ghana lei ha fatto elogi enormi al nostro gioco. Ora, a Mondiale finito e dopo una finale in cui l'Italia ha giocato così così, pensa che gli azzurri abbiano meritato di vincere?
"Quella col Ghana era stata una partita limpidissima, per questo ne avevo parlato così bene. Poi l'Italia ha dimostrato una continuità straordinaria per tutte e quattro le settimane, cosa che in competizioni così lunghe succede di rado. Ma c'è di più: primo, è stata allenata in modo intelligentissimo, e il fatto che Lippi abbia utilizzato tutti i giocatori a sua disposizione lo dimostra; secondo, i giocatori hanno voluto far vedere al mondo che il calcio italiano non è malato. Su tutto questo, certo, si è aggiunta anche un po' di fortuna. Però ne sono convinto, la vittoria ve la siete meritata".

http://www.repubblica.it/2006/07/speciale/mondiali/servizi/parla-blatter/parla-blatter/parla-blatter.html
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