22.07.2006
Costringere la propria moglie a pulire il pavimento di casa in ginocchio è un reato: significa umiliarla e vessarla. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione confermando la condanna per maltrattamenti in famiglia inflitta dalla Corte d'appello di Torino a un marito violento. A seguito di una denuncia della moglie, esasperata per il trattamento subito in anni di convivenza, l'imputato era stato accusato di una serie di reati tra i quali minacce, ingiurie e violenze nei confronti della donna e del figlio minorenne. Nel 2005 i giudici lo ritennero colpevole ma l'uomo presentò ricorso in Cassazione. La sesta sezione penale della Suprema Corte ha respinto l'istanza spiegando che la Corte d'appello di Torino ha giustamente «valutato come sintomatico lo stato di esasperazione in cui la donna versava dopo l'ennesimo litigio del marito che la umiliava e la vessava in tutti i modi, giungendo a imporle di pulire il pavimento in ginocchio come punizione dell'insufficiente cura che, secondo lui, la donna dedicava ai lavori di casa»
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