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Cpt, violazioni e sprechi
22.07.2006

Mercoledì mattina lo svedese Staffan De Mistura (già rappresentante delle nazioni Unite in Italia) e gli altri membri della Commissione sui Cpt voluta da Amato, arriveranno sull'isola di Lampedusa. Da qui inizieranno le ispezioni nei 18 centri di "accoglienza" per migranti distribuiti nel Belpaese. Una serie di visite che, nei prossimi 6 mesi, serviranno a verificare quali siano le condizioni dei centri e ad evidenziare (come ha detto lo stesso ministro dell´Interno Amato) quali siano i maggiori "punti di criticità".
 In attesa della relazione finale della Commissione, un gruppo misto di parlamentari ed esponenti della società civile, ha presentato martedì un primo Libro bianco sui Cpt. Trecento pagine dense di dati, analisi e testimonianze scritte mettendo insieme i resoconti di oltre trenta visite in quindici delle strutture sparse in tutta Italia. Un dossier in cui si racconta la vita di chi finisce dentro quelli che dovrebbero essere centri di permanenza temporanea e assistenza ma che in realtà somigliano molto di più a una «terra di nessuno». Luoghi dove, spiegano Tana de Zulueta (vicepresidente della commissione Esteri della Camera), Maria Chiara Acciarini (sottosegretario alla Famiglia), Grazia Naletto (dell'associazione Lunaria) e Nicoletta Dentico (coordinatrice del gruppo di lavoro), sono stati sistematicamente violati sia i diritti sanciti dalla Costituzione italiana (come uguaglianza, libertà personale, difesa, asilo, salute) che le norme internazionali. A cominciare dal divieto di procedere ad espulsioni collettive.
 Nel dossier si mettono in evidenza «inequivocabili elementi di criticità»: dalla totale assenza di un effettivo controllo giurisdizionale sull'istituto della detenzione amministrativa al «grossolano arbitrio» nell'applicazione delle norme in materia di trattenimento ed espulsione. E ancora: la negazione sistematica del diritto di asilo nel nostro Paese, «l'inaccettabile chiusura al mondo esterno», l'utilizzo dei Cpt come «un indebito prolungamento di detenzione» ai fini del riconoscimento di stranieri che sono stati in carcere anche per diversi anni e che hanno già saldato il loro debito con la giustizia in Italia». «Mi piace pensare - ha ammesso Tana De Zulueta - che la realtà documentata nel nostro rapporto sia il frutto di una situazione emergenziale, destinata ad essere superata: del resto ci sono tutte le premesse perché la politica dell'immigrazione viva presto un profondo cambiamento».
 La vicepresidente della commissione Esteri ha ricordato anche l caso-limite di Lampedusa (che ha avuto il solo «merito» di attirare l'attenzione della Corte di giustizia europea, «tuttora in attesa di risposte sull'accaduto»), ha denunciato la pratica illegale delle espulsioni collettive («l'Italia ne ha effettuate più di mille») e ha chiesto una legge organica per l'asilo: in media - ha ricordato - l'80% dei richiedenti sono trattenuti nei Centri, «in aperta violazione del diritto internazionale».
 Ma non è tutto. Il dossier lamenta anche la violazione dei «più basilari principi di trasparenza della pubblica amministrazione, sanciti per legge, nella gestione de Centri» e quindi il lievitare dei costi dell'«industria della detenzione. Grazia Naletto, tirando le somme sui costi di gestione dei centri, ha parlato senza mezzi termini di un vero «spreco di risorse»: in 7 anni per finanziare il sistema sono stati stanziati circa 529,1 milioni di euro. Da sottolineare che, a fronte di costi economici così elevati e di un impatto sociale tanto forte, gli stranieri effettivamente espulsi sono stati meno della metà di quelli trattenuti: su 98.266 stranieri trattenuti gli espulsi sono stati 43.648 (pari al 44,42%).
 Â«Se la finalità del trattenimento nei Cpt - fanno notare gli autori del rapporto - è quella di assicurare l'effettività dei provvedimenti di espulsione, i dati in questione sembrano sufficienti a destare più di una perplessità sull'efficacia dell'istituto prescelto». «Lavoreremo perché la svolta ci sia, e sia drastica - ha sottolineato infine Maria Grazia Acciarini - convinta come sono che la chiusura dei Cpt non possa non inserirsi in una nuova politica dell'immigrazione».

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=58193

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