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90 atomiche in Italia
30.07.2006

Ben 90 bombe atomiche presenti nelle basi di Aviano e Ghedi Torre per una potenza 900 volte superiore alla bomba sganciata nel 1945 su Hiroshima: è la denuncia fatta oggi a Roma dall'associazione “Beati i costruttori di pace” e dal comitato “Via le bombe dall'Italia”. Tiziano Tissino (Beati i costruttori di pace), Joachim Lau, avvocato della Ialana (Associazione internazionale giuristi contro le armi nucleari) e il senatore Francesco Martone hanno ribadito che secondo l'accordo, entrato in vigore nel 1961, sei paesi europei, tra cui l'Italia, ospitano 480 bombe atomiche americane: un pericolo evidente per la sicurezza di milioni di persone e un rischio ambientale incalcolabile. Ma stando ai risultati di un sondaggio promosso da Greenpeace nel 2006 ben il 70 % degli italiani non sa degli accordi con gli Stati Uniti, e soprattutto sei su dieci italiani, una volta informati, ne sono contrari.
 L'Italia fa parte del trattato di non proliferazione (Tnp): la presenza di ordigni a Aviano, quindi, è “illegale dal punto di vista formale e inaccetabile nella sua sostanza” - ha sottolineato il sen. Martone. Insieme a un gruppo di deputati ha presentato al Senato una mozione per chiedere alla Nato lo smantellamento degli armamenti atomici in Italia e l'avvio di un confronto politico a Bruxelles.
 Per rilanciare il tema del disarmo nucleare e discutere dell'accordo Nato di condivisione nucleare tra Italia e Stati Uniti dal 6 al 9 agosto si terrà l'iniziativa "Via le atomiche". Inizierà domenica 6 agosto davanti alla base Usaf di Aviano con una cerimonia in ricordo di Hiroshima e proseguirà lunedi con il convegno a Pordenone dedicato alle atomiche in Italia. Martedì vi sarà un tentativo di ispezione della base di Aviano e un'altra manifestazione mercoledì nell'ora in cui venne sganciata la bomba su Nagasaki.
 L'appello "No alla guerra nucleare, insieme per il disarmo" promosso da numerosi esponenti della società civile e diffuso dal Gavci invita inoltre tutte le associazioni ad attivarsi per l’immediata applicazione del Trattato di non proliferazione, per contestare la presenza delle atomiche Usa nelle basi militari e nei porti italiani, per contrapporre al concetto strategico della Nato la trasformazione degli armamenti da offensivi a strettamente difensivi in direzione della Difesa Civile non armata e nonviolenta e all’obiezione di coscienza degli scienziati coinvolti nelle ricerche militarie e perché i rappresentanti di tutte le religioni dichiarino la guerra atomica tabù e peccato, un crimine contro l’umanità come tale assolutamente non giustificabile.
 "Il disarmo nucleare completo, come previsto anch’esso dal Trattato di non proliferazione, deve essere il primo passo per il disarmo totale" - riporta l'appello firmato tra gli altri da Vittorio Agnoletto, Angelo Baracca, Giuliano Pontara, Alberto L'Abate, don Domenico Gallo, Lisa Clark Enrico Peyretti e Giuliana Martirani.
 "Le armi di distruzione di massa sono immorali in quanto armi di distruzione indiscriminata; le armi atomiche lo sono in modo assoluto in quanto il loro impiego minaccia di distruggere in poche ore ogni vestigia di civiltà, e forse anche ogni forma di vita, spezzando l’equilibrio che la natura ha sviluppato in miliardi di anni sul pianeta. La Corte Internazionale dell’Aja si è espressa dichiarando che l’uso e la minaccia delle armi nucleari sono contrari al diritto internazionale" - afferma l'appello che denuncia la presenza di armi nucleari in Italia. [GB]

Fonte: http://unimondo.oneworld.net/article/view/137149/1/

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