30.06.2003
Stamattina siamo stati svegliati da un rumore nuovo. Elettrico. Definitivo. Tagliente. Dalla finestra ho scoperto un uomo vestito di rosso con le cuffie alle orecchie e una sega elettrica nelle mani arrampicato ad uno degli alberi, quello con le foglie verdi più chiare, di fronte casa.
« Taglierà gli alberi ! ». « No, Amore, sta solo potando le foglie ». « No, li taglierà tutti, lo sento. E forse perché in quello spazio dovranno costruire una nuova abitazione.". "No. Anche se devono costruire gli alberi non li tagliano". Erano le 9.00. Sono le 10.00. In 60 minuti non c'é più la chioma, quella che si lasciava fluttuare dal vento, bagnare dalla pioggia, accarezzare dal sole e trasformare dalle stagioni.
In 60 minuti l'uomo vestito di rosso ha buttato giù un quarto del tronco. Non senza fatica. Perché é un tronco forte, non si lascia buttare giù facilmente, perché non é il vento, non é la pioggia, non é il sole né le stagioni che interagiscono con lui. E' l'uomo che taglia gli alberi. Ed io l'ho sentito subito che era lui e che era arrivato dopo tutti qs mesi di strana attesa. L'albero non c'é quasi più. La sega elettrica continua rabbiosamente a urlare la sua superiorità su quello che rimane del tronco. E da qui adesso vedo quello che l'albero verde mi ha sempre nascosto : vedo meglio un istituto scolastico con le finestre alte che incorniciano ragazzi, insegnanti. E scorgo anche il tetto di una casa che non sapevo di essere. Se l'uomo che taglia gli alberi si fa sentire cosi' forte da me che sono lontana, quanto rimbomba in quella casa che ha goduto dell'albero verde per tanto tempo ?
E se fosse la cuccia di una famiglia con bambini ? Cosa penseranno ? Li vedo alla finestra, appannata dall'alito triste, a seguire la decapitazione e a chiedere perché a mamma e papà .
L'uomo che taglia gli alberi ha finito il suo lavoro. C'é calma. Come quando rimani a osservare una persona chiusa nella bara, un attimo prima di non vederla più e sai che quello é un momento unico e sacro. Talmente sacro che non ci sono rumori e suoni. Posso percepire la voce del vento. Posso accorgermi che non é più la stessa. Ha meno vita. Ha meno foglie da far fluttuare.
Chissà se la Natura ci somiglia; chissà se ora si sente ferita, impotente, umiliata, arrabbiata, scossa; chissà se anche la Natura subisce shock emotivi. E se fosse cosi' ? Per questo albero che non c'é più, per questa violenza subita troverà sfogo ? Farà pagare a qualcuno a qualcosa il taglio ? Il dolore ? E quale potrebbe essere la reazione di fronte a tutti gli alberi che adesso sulla Terra subiscono la stessa sorte ?
Oppure la Natura puo' solo arbitrariamente scegliere rotte di equilibrio? Di costruzione. Dalla morte di qs albero salverà la sua ninfa, trasporterà la sua energia da qualche altra parte e ci sarà un nuovo albero dove più ce ne sarà bisogno, dove più é necessario ristabilire un nuovo equilibrio.
E' dura : la sega elettrica, sudata e affaticata, persiste. Continua a gridare una vittoria che ancora non c'é.
Piera
|