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Bersani, dalla parte dei consumatori
6.08.2006

Intervento tenuto il 25 luglio 2006 dal ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, nell’Aula del Senato sul decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale.

Cari colleghi, penso che si debba tornare a un clima di pacatezza e discutere del provvedimento intorno al quale si sono svolti, stamattina, interventi rilevanti sia da parte di rappresentanti della maggioranza che dell'opposizione. Nella discussione ampia che c'è stata su questo decreto-legge, le critiche si sono divise, estremizzandosi principalmente su due punti di vista: il decreto non servirebbe a nulla o il decreto provocherebbe dei disastri di proporzioni bibliche.

Credo si possa dire, molto tranquillamente, che questo provvedimento possiede un notevole rilievo e che però rappresenta solo l'inizio di una politica economica che, nei prossimi mesi, dovrà trovare ulteriori coerenze.

Si tratta del primo intervento in materia economica del Governo. Credo che questo decreto-legge si faccia comprendere nella sua logica e nella sua cifra. Abbiamo cercato di prevedere una prima misura che fosse segnata da una logica di apertura regolata del mercato, da una logica di lotta all'evasione e all'elusione come fondamento di una nuova politica fiscale e che fosse segnata da un intervento in alcuni settori, a partire da quello immobiliare, per testimoniare, se non altro per contrasto, che la nostra massima attenzione andrà alla produzione e al lavoro.

Con questo decreto-legge abbiamo altresì fatto intendere che non ci disinteressiamo dei problemi relativi alla crescita né a quelli di carattere sociale, prevedendo alcune prime misure sulla questione relativa alle infrastrutture e al finanziamento di spese sociali.

Ora, nell'insieme, questo provvedimento fornisce la traccia di quello che dovrà essere il passo successivo del nostro intervento in economia.

Avete già sentito dire più volte, cari colleghi, da parte del Governo, che esso terrà sempre in equilibrio tre elementi: risanamento, crescita, redistribuzione-equità. Forse vale la pena di chiarire meglio tale concetto. Ciascuno di questi tre termini non sarà semplicemente una foglia di fico o un alibi per gli altri due. In sostanza, se il risanamento dovrà pesare 30, anche l'equità e la spinta alla crescita dovranno pesare 30. Se, invece, il risanamento peserà 80, anche l'equità e la redistribuzione (e così gli interventi per la crescita) dovranno pesare 80. Tutto ciò comporterà delle scelte non semplici. Non c'è dubbio. L'importante è che l'opinione pubblica comprenda la logica dell'intervento del Governo.

Così, tornando al decreto-legge, questi interventi contro l'evasione e l'elusione hanno saputo registrare nel Paese un'accoglienza nuova. Noi frequentiamo, ad esempio, tutte le assemblee delle associazioni di impresa e in nessun caso è mancata una sollecitazione da parte del sistema produttivo a introdurre davvero una lotta all'evasione e all'elusione. C'è un cambiamento di clima a questo proposito.

Ora, è chiaro che per fare sul serio bisogna avere gli strumenti che consentano di fare sul serio. E talvolta tali strumenti, per le nostre abitudini, possono risultare fastidiosi e porci alcuni interrogativi. Rendiamoci conto, però, che senza strumenti la lotta all'evasione e all'elusione non si fa e che tanti di essi sono conosciuti in tutti i Paesi occidentali normali e che, quindi, non bisogna esagerare con l'allarmismo. Ad esempio, a proposito dell'anagrafe dei conti bancari si stanno dicendo cose prive di fondamento, perché naturalmente con queste misure riusciremo ad identificare le banche con le quali un soggetto avrà rapporti, ma non ci sarà nessun Grande fratello sui conti correnti bancari. Pertanto, evitiamo di creare allarmismi laddove non ve n'è bisogno.

Quanto, infine, alla parte fiscale di questo testo, ritengo che al termine di questa discussione, dopo le modifiche apportate a seguito di varie sollecitazioni da parte dell'opposizione, che peraltro ci hanno consentito di superare incongruenze tecniche anche rilevanti, il provvedimento contenga alcune misure sulla fiscalità immobiliare tali da rappresentare una soluzione sufficientemente equilibrata. Questo è anche il giudizio di molti operatori del settore.

Considerando poi questa soluzione in termini strutturali e paragonandola ad altre possibili (ad esempio a quella tedesca, di un punto d'IVA), si vede che nel relativo le misure elaborate nel provvedimento sono nettamente più presentabili.

Non sono affatto irrilevanti dal punto di vista dell'incidenza sulla finanza pubblica queste misure. Si dice che c'è poco per il 2006. Intanto si compensa l'intervento sulle infrastrutture; secondariamente facciamo interventi strutturali che avranno nella continuità degli anni, a cominciare dal 2007, un effetto molto, molto rilevante. Sottolineo che la discussione sul decreto è stata, sì, accesa, molto accesa nel Paese e nel Parlamento. Però non è mancato un confronto anche positivo tra maggioranza ed opposizione ed alcuni elementi di modificazione hanno trovato anche una convergenza di intenzioni. Certamente, un punto delicato del decreto sono state le norme cosiddette sulla concorrenza, che hanno sollecitato anche una forte presenza, un forte protagonismo dell'opinione pubblica.

Non voglio qui riprendere il tema generale che è l'ispirazione generale di queste misure. Mi piace maggiormente cercare brevissimamente di rispondere alle critiche perché non rimangono equivoci almeno! La prima critica fatta è la seguente: voi avete usato un decreto per fare misure che avrebbero preteso invece maggiore concertazione, maggiore dialogo, maggiore condivisione. È una critica che non rifiuto. Certamente, alcune di queste misure avrebbero meritato un tipo di discussione diversa. Non ho difficoltà a riconoscerlo. Però, consentitemi di precisare in primo luogo che su molte di queste misure siamo o prossimi o in infrazione comunitaria e siamo sotto segnalazione dell'Antitrust da tempo ormai immemorabile.

Vorrei che fosse chiaro - perché vedo che sfugge il piccolo problema che, quando si è in infrazione si pagano multe salate e crescenti. Le paga il contribuente! Questo non lo ritengo accettabile. Secondo me, uno che governa e che accetta che un contribuente possa pagare le multe-infrazione perché non rimedia chi governa a quell'elemento normativo, secondo me viene meno gravemente al suo dovere. Questa è la mia personale opinione.

Vi ricordo anche, cari colleghi, che su moltissime di queste norme non è vero che non vi è stata discussione. In alcuni casi ben è stata decennale. Per esempio, qui ho cercato di riproporre norme che avevo già vissuto quando fui già Ministro. Ve le potrei citare. Alcune di queste norme sono arrivate in Parlamento una, due volte e non hanno trovato esito. Non tutte sono così. Lo condivido. Però parecchie di queste norme sono così.

Non vorrei che l'aver privilegiato l'elemento della decisione piuttosto che quello della discussione, consultazione preventiva, lasciasse l'impressione che vogliamo chiudere questo tipo di discussione. Le scelte fatte andranno inquadrate in altri ulteriori meccanismi di riforma. Abbiamo certamente - lo confesso, lo dico - fatto un'operazione che conteneva in sé un elemento anche di sollecitazione forte verso l'esigenza di disturbarci un po' tutti e di metterci in una prospettiva di cambiamento. Non voglio certo negarlo. Però, su molti aspetti la discussione vera è stata per anni ed anni.

La seconda obiezione è la seguente: avete ragionato de minimis. Avete preso le piccole cose e non le grandi cose! Innanzitutto, secondo me, l'economia - proprio perché non sono un economista posso dirlo - è la vita normale della gente e una persona normale che se si sente dire che si tratta di piccole cose oggetti che si chiamano banche, assicurazioni, avvocati, farmacisti e così via, non funziona. Alla gente, ai cittadini queste sembrano grandi cose, cose inabbordabili, inafferrabili, sulle quali spesso non puoi avere un minimo di padronanza.

Quindi, sono grandi cose. Ma attenzione! Assieme a queste 12 riforme del decreto, abbiamo inserito progetti di legge già in Parlamento sui servizi pubblici locali, sulla class action, a chi si rivolge l'azione collettiva? Sleghiamo le mani di Davide contro un Golia! Altrimenti non vi sarebbe un principio di azione collettiva se non si parlasse di grandi soggetti.

In tema di energia ho già presentato proposte di leggi-delega in Parlamento che consentiranno di procedere in termini di liberalizzazione. Ciò a testimonianza che intendiamo muoverci assolutamente a 360 gradi su questo fronte.

Mi sono state mosse diverse obiezioni: avremmo trattato differentemente le categorie, non ci sarebbe stato un approccio lineare, su questo o quel punto saremmo radicalmente in disaccordo. Non so se ciò che dirò è credibile - l'animo nostro è stato questo - ma noi non vogliamo avere alcun atteggiamento aggressivo verso le categorie, perché immagino di dover continuare a parlare con queste categorie, che sono importanti. Mi rendo ben conto che si attraversa un passaggio critico, difficile, ma l'Italia la cambieremo insieme a tutti questi soggetti; bisogna cambiare il Paese guardandoli negli occhi. Non ci siamo mai sottratti a questo tipo di discussione anche se - ripeto -frangenti dove è prevalso l'elemento decisionale.

Se questa modernizzazione del Paese la facciamo disturbando un po' tutti quanti, ma dialogando, creeremo anche le occasioni; faccio notare che nessuna di queste norme, tranne forse quella sulle assicurazioni - che è più di competenza del Ministero dello sviluppo economico - comporta una rivisitazione generale delle politiche di settore. D'altra parte, non avrebbe potuto farlo. Preciso che queste norme sono state consentite, così come impostate, anche per il fatto che, nella riorganizzazione delle competenze e dei compiti dei diversi Ministeri, si è per la prima volta introdotto il concetto che il Governo ha un punto di vista ed un'iniziativa sui temi della concorrenza. Ciò ci ha consentito di schiodare con questi provvedimenti alcuni evidenti limiti alla concorrenza, seppure ovviamente non ad arrivare a legislazioni di riforma.

Nessuno pensava di riformare il sistema dei taxi - non so come sia nato questo equivoco - il problema che ci siamo posti è quello di rimuovere gli ostacoli che impedivano che ne aumentasse il numero; nessuno ha fatto la riforma delle professioni, che certamente andrà fatta e andranno inquadrate in quella riforma anche le novità che abbiamo introdotto con il decreto al nostro esame. Dobbiamo pertanto trovare un terreno di confronto ulteriore.

Riguardo al discorso sui farmaci, ci siamo attestati al prefarmaco vero e proprio - diciamola così - ma c'è tutta una materia molto complessa che merita di essere affrontata. Naturalmente queste iniziative saranno di competenza del Ministero di grazia e giustizia, del Ministero della salute, del Ministero delle comunicazioni. Cercheremo di collaborare.

Qui dentro è stata segnalata una preoccupazione molto forte, una critica molto aspra su alcune nuove previsioni, su alcune novità che abbiamo introdotto nell'ambito delle professioni, l'esercizio dell'avvocatura in particolare; critiche che alludono a elementi drasticamente degenerativi della professione, del rapporto professionista-cliente. Non credo francamente, il Governo non crede - certamente la ratio non è questa - che siano questi gli effetti del provvedimento. Aggiungo anche che quando si riforma bisogna avere atteggiamenti pragmatici; mettiamoci, cioè, in condizione di approssimarci all'idea che le riforme si controllano, che si fanno il monitoraggio e la manutenzione perché, se tutte le volte che si muove un passo ci si ferma perché si intravede un disastro, non cammineremo mai. Soprattutto in riferimento all'avvocatura, quindi, invito tutti a ragionare in questi termini.

Ci sono state, poi, altre obiezioni che mi hanno dato un po' infastidito, sono molto sincero mi riferisco - del tema stiamo discutendo con i farmacisti - a chi dice che il Governo mira a favorire le Coop. Non usiamo questi argomenti che banalizzano; vi sarà sfuggito, cari colleghi, che si continua a parlare di supermercati ma il clou dell'operazione non sono i supermercati.

Il clou dell'operazione infatti significa che un farmacista con la riforma del commercio di sei anni fa può aprirsi un negozio di farmaci da banco con l'aggiunta di tutte le merceologie che vuole, in quattro e quattr'otto dove ha chiuso un negozio di merceria, e un giovane che esce a fare il farmacista può fare un nuovo mestiere. Altro che supermercati. Questo è il punto. Quando diciamo la parola farmacista non dobbiamo sempre e necessariamente pensare al farmacista titolare. Per l'amor di Dio c'è anche lui, discutiamo, ma farmacisti sono tutti i farmacisti che escono come tali dall'università. Andate a intervistare un po' di ragazzi che escono dall'università e chiedete loro cosa pensano di queste norme.

Dobbiamo pensare al futuro. Come facciamo a pensare al futuro se non ci poniamo nell'ottica di queste generazioni? Li avete sentiti i giovani avvocati cosa dicono? Li avete sentiti i liberi farmacisti cosa dicono? Sono giovani mediamente.

Allora, prestiamo un po' l'orecchio anche a queste generazioni perché diversamente a questa famosa Italia di domani non riusciremo a dare gambe davvero solide.

Per quanto riguarda la vicenda dei tassisti, non dico niente. Oggi il Comune di Roma afferma che ha 2500 tassisti in più da settembre, ha utilizzato le norme e così via. Spero solo che i fatti dimostrino che a volte certe parole che sono state dette in quelle ore erano poco meditate. Il Governo non ha ceduto con nessuno e non ha vinto con nessuno! Questa cosa mi è costata e la ribadisco. Un governo non deve vincere! Un Governo deve governare e ciò significa cambiare e cominciare ad introdurre una logica dove il cambiamento viene accettato.

Circa il decreto, non vorrei più utilizzare strumenti così. Noi la guardiamo l'Europa? Anche in Olanda ci sono i notai, ma due anni fa, per esempio, hanno liberalizzato le tariffe notarili per le compravendite registrate senza che ci fossero particolari rivoluzioni.

Spero, e concludo, che questo passaggio, difficile e complicato, abbia però introdotto nell'opinione pubblica e in noi stessi, un minimo di riflessione e anche di cambio - fatemelo dire - culturale e di mentalità.

Primo, e qui mi rivolgo soprattutto - se mi consentite - alla mia parte, al mondo che mi esprime politicamente, dentro la parola libertà è sempre percepito un elemento di giustizia. In queste misure, mi rivolgo ora a chi era a favore, ho sentito tutti quelli che erano contro, ma ho sentito tanti che erano a favore e chi lo era mi diceva: è giusto. Credo che questo sia un insegnamento per tutti noi, cioè che se si aprono spazi regolati di libertà, se si vede il mondo dalla parte dei giovani che bussano sempre a chi tiene la porta chiusa, c'è dentro un elemento di giustizia ed equità che viene percepito in modo forte. Credo sia questo un elemento utile al Paese, e qui mi rivolgo invece ai colleghi dell'altra parte politica.

L'ho già detto: riformare vuol dire porsi in un'attitudine positiva verso il cambiamento; o troviamo un modo più flessibile e agevole di modificare le cose in questo Paese, altrimenti saremo sempre oltrepassati e mai competitivi. Ciò non vale solo per quanto ho affermato in questa sede, ma anche per ciò che vedremo in finanziaria, per i disturbi che dovremo dare probabilmente anche a gente che ci sta tantissimo a cuore; come ci sta a cuore tantissima gente che abbiamo disturbato qui.

Allora, se la nostra competizione non fosse fra chi dà il colpo e chi tira il freno, ma fosse invece su come cambiamo, su come riformiamo, su come ci muoviamo e offriamo risposte alle nuove generazioni, diamo un'idea di futuro a questo Paese. Questa sarebbe la chiave, altro che il Parlamento delle lobby! È necessario tirarsi su, dare l'idea di futuro a questo Paese perché se c'è questa allora la famosa fiducia nel Paese può ripartire. Se ci mettiamo nell'ottica delle nuove generazioni la fiducia nel Paese può ripartire. Spero che pur litigando e confrontandoci anche aspramente, scegliamo tuttavia questo come terreno di competizione.

 

*********

 

NEL DECRETO-LEGGE 4 LUGLIO 2006 N.223 SONO CONTENUTE:

 

§ Disposizioni di tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali

§ Regole di concorrenza nel settore della distribuzione commerciale

§ Liberalizzazione della produzione di pane

§ Interventi nel campo dei farmaci

§ Deroga al divieto di cumulo di licenze per il servizio di taxi

§ Passaggi di proprietà di beni mobili registrati

§ Clausole anticoncorrenziali in tema di rc-auto

§ Sistema informativo dei prezzi dei prodotti agro-alimentari

§ Condizioni contrattuali dei conti correnti bancari

§ Soppressione di commissioni

§ Disposizioni in materia di trasporto locale e di circolazione dei veicoli

§ Integrazione dei poteri dell’Antitrust

 

§ LIBERE PROFESSIONI (articolo 2)

1) Per i servizi professionali arrivano parcelle ‘negoziabili’ tra le parti e legate al risultato della prestazione

Con una norma del decreto legge si abrogano le disposizioni normative e regolamentari che prevedono l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime e il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti. In seguito alle modifiche introdotte dal Parlamento si è precisato che il compenso professionale degli avvocati negoziato con gli utenti deve essere espresso in un accordo scritto.

EFFETTI

- RIDUZIONE DELLE PARCELLE

- MAGGIORE EFFICIENZA NELLE PRESTAZIONI OFFERTE

2) I liberi professionisti possono far conoscere agli utenti i servizi offerti attraverso la pubblicità informativa. Ora, ad esempio, anche sulle riviste informative di pubblica utilità si può ‘selezionare’ il professionista più adatto e conveniente alle proprie esigenze

Con una norma del decreto legge si abroga il divieto di pubblicizzare i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto e il prezzo delle prestazioni.

EFFETTI

- L’UTENTE AVRÀ MAGGIORI INFORMAZIONI A SUA DISPOSIZIONE E QUINDI PIÙ POSSIBILITÀ DI COMPARAZIONE E DI SCELTA

- IL CONSUMATORE AVRÀ ANCHE PIÙ CAPACITÀ CONTRATTUALE

 

3) L’utente potrà rivolgersi a societa’ multidisciplinari (formate da architetti, avvocati, notai, commercialisti ecc…)

Con una norma del decreto legge si abroga il divieto di fornire all’utenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti, fermo restando che il medesimo professionista non può partecipare a più di una società e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o più professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilità.

EFFETTI

- SI APRE LA POSSIBILITÀ DI CREARE STUDI ITALIANI PIÙ COMPETITIVI A LIVELLO INTERNAZIONALE

- AUMENTA L’OFFERTA DEI SERVIZI INTEGRATI A BENEFICIO DELL’UTENTE

 

N.B: Sono fatte salve le disposizioni riguardanti l’esercizio delle professioni reso nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso, nonché le eventuali tariffe massime prefissate in via generale a tutela degli utenti. Le norme deontologiche e pattizie e i codici di autodisciplina che contengono le prescrizioni cui si fa riferimento devono essere tempestivamente adeguate entro il 1° gennaio 2007. In mancanza di tale adeguamento, a decorrere dalla predetta data, sono in ogni caso nulle per violazione di norma imperativa di legge.

 

 

 

CONCORRENZA E COMMERCIO (art.3)

 

- OFFERTE PROMOZIONALI VALIDE PER TUTTO IL PAESE

- NIENTE OBBLIGO DI RISPETTARE DISTANZE MINIME TRA ESERCIZI

- STOP A REQUISITI PROFESSIONALI PER APRIRE NEGOZI CON ECCEZIONE PER BAR E RISTORANTI ED ESERCIZI ALIMENTARI

- LIBERTA’DI ASSORTIMENTO MERCEOLOGICO

(fatta salva la distinzione tra settore alimentare e non alimentare)

Con una norma del decreto legge si individuano i principi fondamentali dell’ordinamento nazionale relativi al diritto di svolgere sul territorio italiano le attività commerciali, comprese la somministrazione di alimenti e bevande. Questi principi fondamentali sono fissati per garantire la libertà di concorrenza secondo condizioni di pari opportunità ed il corretto ed uniforme funzionamento del mercato.

A questo scopo, per garantire l’uniformità delle condizioni soggettive di natura professionale di accesso all’esercizio su tutto il territorio nazionale:

1) si eliminano i requisiti professionali eventualmente previsti da leggi regionali per l’apertura di esercizi commerciali operanti in settori diversi da quello alimentare;

2) si sopprime il parametro della distanza minima tra un esercizio ed un altro (norma ritenuta dalla dottrina fortemente restrittiva della concorrenza) ai fini della concessione dell’autorizzazione all’apertura di una determinata attività commerciale;

3) scompare ogni forma di limitazione, fissata per legge o per via amministrativa, alla libera scelta dell’imprenditore di determinare l’assortimento merceologico del proprio esercizio commerciale, ritenuto più idoneo a soddisfare le esigenze dei consumatori;

4) si eliminano i meccanismi di programmazione degli insediamenti commerciali fondati sul rispetto di predeterminati limiti antitrust operanti a livello infraregionale, anche per tener conto della specifica segnalazione dell’Antitrust riguardo alla regolamentazione adottata in materia di commercio dalla Regione Siciliana. La regione Sicilia, infatti, ha stabilito che grandi catene di distribuzione non possono superare una certa quota di mercato;

5) si cancellano i divieti generali, parziali o di limitazioni di ordine temporale o quantitativo per l’effettuazione di vendite promozionali scontate all’interno dei singoli esercizi commerciali, fatta eccezione delle tradizionali vendite di fine stagione e delle vendite sottocosto;

6) si stabilisce che non si potrà vietare ai piccoli esercizi commerciali di vendere prodotti di gastronomia per il consumo sul posto, con esclusione del servizio al tavolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PANE (art.4)

 

 

- NIENTE PIU’ LIMITI ALLA PRODUZIONE DI PANE E AL NUMERO DI PANIFICI

- PANE E PIZZA APPENA SFORNATI SI POTRANNO CONSUMARE SUL POSTO

Con una norma del decreto legge viene abrogata la legge del 1956 che poneva un limite quantitativo alla produzione di pane e al numero dei panifici nei singoli comuni e prevedeva, inoltre, un regime autorizzatorio in capo alle Camere di Commercio. L’unico settore produttivo che ancora presentava barriere all’entrata sarà completamente liberalizzato. Da adesso in poi per aprire un panificio basterà presentare una dichiarazione di inizio attività (Dia) al Comune con l’attestazione del possesso dei requisiti igienico-sanitari, urbanistici e ambientali. Si è stabilito inoltre che sarà possibile consumare presso i fornai i prodotti di loro produzione.

 

EFFETTI

- PIU’ CONCORRENZA

- PIU’ INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE

- PIU’ POSSIBILITA’ DI SCELTA PER IL CONSUMATORE

 

 

 

 

 

 

 

FARMACI (art.5)

- VENDITA DEI FARMACI DA BANCO NEGLI ESERCIZI COMMERCIALI

- LIBERTA’ DI SCONTO

- FARMACISTA TITOLARE DI PIU’ FARMACIE

- OLTRE IL PRINCIPIO EREDITARIO

1) I farmaci da banco o di automedicazione e quelli non soggetti a prescrizione medica potranno essere venduti al pubblico presso gli esercizi commerciali

Con una norma del decreto legge si prevede che la vendita è consentita durante l’orario di apertura dell’esercizio commerciale, in una parte della sua superficie ben definita e distinta dagli altri reparti, con la presenza e l’assistenza di uno o più farmacisti laureati ed iscritti al relativo ordine. Sono, comunque, vietati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sotto costo aventi ad oggetto farmaci.

 

EFFETTI

- IL CONSUMATORE POTRÀ ACQUISTARE AGEVOLMENTE I FARMACI DA BANCO E QUELLI PER I QUALI NON E’ NECESSARIA LA PRESCRIZIONE MEDICA PRESSO NEGOZI SPECIALIZZATI, DRUGSTORE E SUPERMERCATI

- MAGGIORI SBOCCHI OCCUPAZIONALI PER I FARMACISTI LAUREATI E ISCRITTI ALL’ORDINE MA DISOCCUPATI

 

 

 

 

2) libertà di sconto sui farmaci

Con una norma del decreto legge si prevede che lo sconto sul prezzo indicato dal produttore o dal distributore sulla confezione di ogni farmaco non soggetto a prescrizione medica può essere liberamente determinato da ciascun distributore al dettaglio, purché sia esposto in modo leggibile e chiaro al consumatore e sia praticato a tutti gli acquirenti. Viene abolito così con la norma del decreto il tetto massimo di sconto del 20% introdotto dal precedente governo.

EFFETTI

- PIU’ CONCORRENZA E CONSEGUENTE RIDUZIONE DEI PREZZI

 

 

1) Scompare l’obbligo per i grossisti di farmaci di detenere almeno il 90% delle specialità in commercio (per i medicinali non ammessi al rimborso da parte del Ssn), con una norma del decreto legge si elimina l’incompatibilità tra l’attività di commercio al dettaglio e commercio all’ingrosso.

 

EFFETTI

- SI ELIMINANO LE RIGIDITÀ DI MERCATO EVITANDO COSÃŒ L’ACCUMULO DI SCORTE CHE OSTACOLEREBBERO UNA POLITICA COMMERCIALE CONCORRENZIALE IN GRADO DI CONTENERE I PREZZI

 

 

 

 

 

4) il farmacista può essere titolare di più farmacie e associarsi per gestire più esercizi (con una modifica introdotta dal

Parlamento si è stabilito che una società può essere proprietaria al massimo di 4 farmacie all’interno di una stessa

provincia). Il singolo farmacista, inoltre, non e’ più tenuto a rispettare il confine territoriale provinciale per lo

svolgimento della propria attività. Viene, infine, eliminata l’incompatibilità tra l’attività all’ingrosso e attività al

dettaglio.

N:B.: La Ue ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia a causa delle restrizioni su acquisizione e possesso di farmacie.

All’Italia viene contestato il divieto sull’acquisizione di farmacie da parte di società attive nella distribuzione

all’ingrosso, nonché le regole sul possesso di farmacie riservate ai soli farmacisti.

 

EFFETTI

- RAZIONALIZZAZIONE DEL MERCATO (ED ECONOMIE DI SCALA) A VANTAGGIO DEGLI UTENTI IN TERMINI DI RIDUZIONE DEI PREZZI

 

 

 

5) Superamento del principio ereditario

Con una norma del decreto legge viene abrogata la previsione legislativa che consente all’erede di un farmacista di continuare per dieci anni (o fino al raggiungimento del trentesimo anno di età, se si tratta di un minore) ad essere titolari della farmacia di famiglia senza essere laureato ed iscritto all’albo. In sostanza l’erede non in possesso dei requisiti al momento del decesso del genitore deve subito cedere la proprietà. In seguito alle modifiche apportate dal Parlamento si è stabilito che l’erede avrà due anni per cedere la proprietà della farmacia se non ha i titoli professionali.

 

 

 

 

TAXI (art.6)

 

ORA I COMUNI HANNO GLI STRUMENTI PER POTENZIARE SERVIZIO PUBBLICO DEI TAXI

 

Con una norma del decreto legge si prevedeva che, fatta salva la possibilità di conferire nuove licenze secondo la vigente programmazione numerica, i Comuni possono bandire pubblici concorsi e concorsi riservati a chi è già titolare di licenza taxi (in deroga alle attuali disposizioni) per l’assegnazione a titolo oneroso di licenze eccedenti la vigente programmazione numerica. Nei casi in cui i comuni esercitino tale facoltà, i soggetti assegnatari delle nuove licenze non le possono cedere separatamente dalla licenza originaria e devono avvalersi, sotto la propria responsabilità, di conducenti il cui contratto di lavoro subordinato deve essere trasmesso all’amministrazione vigilante entro le ore 24 del giorno precedente il servizio. I proventi derivanti dall’assegnazione a titolo oneroso delle nuove licenze sono ripartiti tra i titolari di licenza taxi del medesimo Comune che mantengono una sola licenza. I Comuni possono altresì rilasciare titoli autorizzatori temporanei, non cedibili, per fronteggiare eventi straordinari.

N.B: Questa norma, in seguito al dialogo aperto con la categoria, è stata modificata e ulteriormente potenziata. Ora prevede:

1) Concorsi straordinari per il rilascio di nuove licenze a titolo gratuito o oneroso con criteri selettivi di valutazione automatica e conclusione della procedura in tempi rapidi.

2) Turnazioni giornaliere integrative in aggiunta a quelle ordinarie, con assunzione di sostituti alla guida o collaboratori e con forme di controllo del Comune sul servizio svolto.

3) Titoli autorizzatori temporanei, non cedibili, per eventi straordinari o per periodi di prevedibile incremento della domanda.

4) Utilizzo, in via sperimentale, di veicoli sostitutivi e aggiuntivi (doppio veicolo) a quelli attuali per svolgere servizi diretti a particolari categorie di utenti, avvalendosi di sostituti alla guida o di collaboratori. Questa attività sarà svolta in prevalenza da cooperative e consorzi di taxi.

5) Servizi sperimentali e innovativi a favore dell’utenza, con obblighi di servizio e tariffe differenziate, svolti in prevalenza da cooperative e consorzi di taxi. (Es: servizi a chiamata per i pensionati, per le scuole, per gli alberghi).

6) Tariffe predeterminate per percorsi prestabiliti (Es. da aeroporti o stazioni ferroviarie).

7) Comitato di monitoraggio composto da funzionari comunali, rappresentanti della categoria, dei radiotaxi e rappresentanti degli utenti per regolare le migliori modalità di svolgimento del servizio e adeguarlo alla domanda effettiva.

 

EFFETTI

- MAGGIORE OFFERTA

- IMPULSO ALL’OCCUPAZIONE

- PIU’ SERVIZI PER L’UTENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PASSAGGI DI PROPRIETA’ (ART.7)

 

SCOMPARE L’OBBLIGO DI INTERVENTO DEL NOTAIO PER I PASSAGGI DI PROPRIETA’ DI BENI MOBILI REGISTRATI (AUTO, MOTORINI, BARCHE, ECC.)

 

Con una norma del decreto legge si prevede che l’autenticazione della firma e delle dichiarazioni aventi ad oggetto l’alienazione di beni mobili registrati e rimorchi o la costituzione di diritti di garanzia sui medesimi può essere richiesta anche ad un qualsiasi Comune ed ai titolari degli Sportelli telematici dell’automobilista che sono tenuti a rilasciarla, gratuitamente salvo i previsti diritti di segreteria, nella stessa data della richiesta, salvo motivato diniego.

 

EFFETTI

- RIDUZIONE DEI COSTI

- SNELLIMENTO DELLE PROCEDURE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RC AUTO (ART.8)

 

NASCE L’AGENTE PLURIMANDATARIO

1) Clausole anticoncorrenziali: sono nulli gli accordi tra compagnie di assicurazioni ed agenti per la vendita in esclusiva delle polizze Rc auto. Si tratta di accordi ritenuti restrittivi della concorrenza ai danni degli interessi dei consumatori. In altre parole l’agente monomandatario diventa un agente plurimandatario in grado di offrire ai propri clienti un maggiore assortimento di polizze e di orientarli verso quelle più adeguate al proprio profilo.

Con una norma del decreto legge si prevede che d’ora in avanti i rapporti di agenzia non potranno essere basati sull’obbligo a vendere polizze di una sola compagnia e non potranno prevedere la fissazione di prezzi minimi praticabili ai consumatori. In sostanza l’agente plurimandatario non solo potrà vendere all’automobilista una polizza di qualunque compagnia di assicurazioni di cui è mandatario, ma potrà anche liberamente praticare lo sconto ai propri clienti.

L’agente plurimandatario sarà tenuto ad offrire al cliente una comparazione tra le varie offerte e ad informarlo sull’entità delle provvigioni che le imprese di assicurazione gli riconoscono.

Le clausole sottoscritte prima della data di entrata in vigore del presente decreto sono fatte salve sino alla loro naturale scadenza e comunque non oltre il 1° gennaio 2008.

 

EFFETTI DELLE CLUASOLE ANTICONCORRRENZIALI

- AUMENTO DELLA POSSIBILITA’ DI SCELTA E DI COMPARAZIONE DA PARTE DEL CONSUMATORE

- PIU’ CONCORRENZA

- RIDUZIONE DEI PREZZI DELLE POLIZZE

 

 

 

PREZZI (art.9)

 

 

MONITORAGGIO DEI PREZZI DEI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI AL SERVIZIO DEL CITTADINO

Con una norma del decreto legge, il Ministero dello Sviluppo Economico, di intesa con il dicastero delle Politiche Agricole, mette a disposizione di Regioni e Comuni programmi di rilevazione dei prezzi dei prodotti agro-alimentari al fine di rendere pubbliche le variazioni di prezzo.

 

 

EFFETTI

 

- PIÙ TRASPARENZA CHE SIGNIFICA PIÙ CONSAPEVOLEZZA

- MAGGIORE POSSIBILITÀ DI SCELTA

- LOTTA ALLA SPECULAZIONE

 

 

 

 

CONTI CORRENTI (art.10)

 

 

- TUTELA DEI CORRENTISTI E DELLA LORO LIBERTA’ DI SCELTA

- NESSUNA SPESA PER LA CHIUSURA DEL CONTO

 

Con una norma del decreto legge si prevedeva che qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali doveva essere comunicata espressamente al cliente per iscritto, secondo modalità immediatamente comprensibili, con preavviso minimo di trenta giorni. Questo per evitare che l’aumento delle spese di conto corrente producesse effetti 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione scritta, il cliente ha diritto di recedere senza penalità e senza spese di chiusura e di ottenere, in sede di liquidazione del rapporto, l’applicazione delle condizioni precedentemente praticate. Le variazioni contrattuali per le quali non siano state osservate le prescrizioni del presente articolo sono inefficaci, se pregiudizievoli per il consumatore).

Con la disposizione approvata dal Parlamento si è fatto poi un ulteriore passo in avanti stabilendo che, in ogni caso, si può chiudere il conto corrente bancario senza penalità, né spese di chiusura.

Le variazioni dei tassi di interesse conseguenti a modifiche del tasso di riferimento della Bce si applicano sia sui tassi debitori sia su quelli creditori con modalità tali da non recare pregiudizio ai clienti.

EFFETTI

- AUMENTA LA TRASPARENZA

- CRESCE LA LIBERTA’ DEL CORRENTISTA

- STIMOLA LA CONCORRENZA TRA LE BANCHE

 

COMMISSIONI CONSULTIVE (art.11)

 

- SOPPRESSIONE DI COMMISSIONI CHE ALLUNGANO TEMPI BUROCRATICI

- CHI GIUDICA NON PUO’ ESSERE PARTE IN CAUSA

1) Molte commissioni consultive intervengono in procedimenti amministrativi appesantendo il loro iter. Ne fanno parte, inoltre, rappresentanti di categoria che possono condizionarne il giudizio. Per questa ragione con una norma del decreto legge si prevede la soppressione delle commissioni provinciali e comunali per il rilascio della licenza di pubblico esercizio; delle commissioni presso le Camere di Commercio per l’iscrizione al ruolo degli agenti immobiliari e la rispettiva commissione ministeriale di secondo grado per l’esame di ricorsi; della commissione camerale per l’iscrizione al ruolo degli agenti di commercio e la rispettiva commissione ministeriale per l’esame dei ricorsi.

Esempio: Il Comune non dovrà più attendere il parere della commissione ad hoc per dare il proprio via libera o il proprio diniego per rilasciare la licenza per aprire bar o ristoranti.

 

2) Vengono poi esclusi dalla composizione della commissione d’esame che deve valutare l’idoneità dei mediatori immobiliari, quelli ancora in attività.

N.B. Le Commissioni a cui si fa riferimento sono quelle relative ai pubblici esercizi (bar e ristoranti) operanti nelle Regioni che non hanno ancora esercitato la propria competenza esclusiva in materia.

EFFETTI

- TRASPARENZA E SNELLIMENTO DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

- RIDUZIONE DEI COSTI AMMINISTRATIVI

 

TRASPORTO LOCALE (ART.12)

- UN SERVIZIO PUBBLICO PIU’ EFFICIENTE PER IL CITTADINO E UNA

- CIRCOLAZIONE PIU’ SICURA

Con una norma del decreto legge si stabilisce che, fermi restando i principi di universalità, accessibilità ed adeguatezza dei servizi pubblici di trasporto locale ed al fine di assicurare un assetto maggiormente concorrenziale delle connesse attività economiche e di favorire il pieno esercizio del diritto dei cittadini alla mobilità, i Comuni possono prevedere linee aggiuntive di trasporto pubblico di passeggeri (in ambito comunale e intercomunale) che possano essere svolte in tutto il territorio o in tratte e per tempi predeterminati, anche dai soggetti privati in possesso dei necessari requisiti tecnico-professionali e morali. Per i nuovi soggetti resta esclusa ogni forma di sussidio pubblico. I Comuni sede di scali ferroviari, portuali e aeroportuali sono comunque tenuti a consentire l’accesso allo scalo da parte degli operatori autorizzati da Comuni del bacino servito.

A tutela del diritto alla salute, alla salubrità ambientale ed alla sicurezza degli utenti della strada e dell’interesse pubblico ad una adeguata mobilità urbana, le Regioni e gli Enti locali potranno disciplinare l’accesso, il transito e la fermata di ciascuna categoria di veicolo nelle diverse aree dei centri abitati, anche in relazione alle specifiche modalità di utilizzo, in particolari contesti urbani e di traffico, prevedendo, ad esempio, le modalità e gli eventuali divieti per la sosta ed anche per la fermata, in particolare dei veicoli di maggiori dimensioni, per la circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti o più ingombranti (o più onerosi per la sede stradale) in determinate aree centrali, nonché per l’accesso dei veicoli, in particolari condizioni di traffico o di inquinamento, anche in relazione all’impatto sull’inquinamento e sul traffico ed al numero di persone trasportate da ciascun veicolo.

Viene altresì previsto che, gli enti locali possano istituire zone di divieto di fermata, anche limitato a fasce orarie, al fine di arginare i pericoli e gli intralci alla circolazione derivanti dalle frequenti fermate, anche in doppia o tripla fila, che spesso caratterizzano le aree centrali e periferiche delle città, anche utilizzando mezzi di rilevazione fotografici e telematici.

EFFETTI

- AUMENTA LA QUALITA’ DEL SERVIZIO OFFERTO

- CRESCE IL NUMERO DI UTENTI

- MAGGIORE TUTELA AMBIENTALE

- MIGLIORI CONDIZIONI DEL TRAFFICO

ANTITRUST (art.14)

 

- INTERVENTO PIU’ INCISIVO PER L’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

Con una norma del decreto legge viene rafforzato il ruolo e il raggio d’azione dell’Antitrust introducendo nuove norme alla sua legge istitutiva (L.287 del ‘90) in linea con il nuovo regolamento comunitario della concorrenza. Il rafforzamento viene perseguito attraverso 3 azioni previste da norme del decreto legge: misure cautelari; impegno dell’impresa a rimuovere prima della condanna l’infrazione; riduzione o soppressione della sanzione in caso di collaborazione.

1) Misure cautelari: si prevede che nei casi di urgenza dovuta al rischio di un danno grave e irreparabile per la concorrenza, l’Antitrust possa adottare misure applicabili per un determinato periodo ed eventualmente rinnovabili. In caso di inadempimento da parte dell’impresa, l’Autorità può infliggere sanzioni amministrative e pecuniarie fino al 3% del fatturato.

2) In caso di impegno da parte dell’impresa a rimuovere comportamenti anticoncorrenziali, l’Autorità, senza accertare l’illecito, può far cessare l’infrazione, rendendo obbligatori gli impegni assunti dall’impresa. In caso, però, di mancato rispetto di tali impegni, l’Antitrust può erogare una sanzione fino al 10% del fatturato e riaprire d’ufficio il procedimento se si modifica la situazione di fatto rispetto ad un elemento su cui si fonda la decisione; se le imprese interessate contravvengono agli impegni assunti ed, infine, se la decisione si fonda su informazioni trasmesse dalle parti che sono incomplete, inesatte o fuorvianti.

3) L’Autorità definisce i casi in cui le imprese che collaborano nell’accertamento di infrazioni alle regole di concorrenza possano beneficiare di uno sconto sulla sanzione amministrativa e pecuniaria.

EFFETTI

- I COMPORTAMENTI DEGLI ATTORI SUL MERCATO DIVENTERANNO PIÙ CONCORRENZIALI E L’AUTORITA’ POTRÀ AGIRE CON MAGGIORE TEMPESTIVITÀ

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